Guerra civile in Siria, da Monza un container con 5mila kg di alimenti per i profughi

Grazie alla donazione dell’azienda Galbusera, Insieme si può fare onlus e ManidiPace hanno inviato biscotti, crackers e fette biscotti a bimbi e famiglie del campo di Bab al Hawa.
L’emergenza Corona-virus ci sta costringendo a cambiare molte delle nostre abitudini. Soprattutto nei contatti personali. Che, per evitare o limitare il più possibile la diffusione del contagio, devono, per forza di cose, essere ridotti. Meglio, in questo periodo, se addirittura aboliti.
Una scelta, purtroppo assolutamente necessaria, per combattere l’epidemia in corso. Ma anche un sacrificio. In particolare per noi italiani che siamo, per tradizione e costume sociale, uno dei Paesi con la più corta distanza di sicurezza tra sconosciuti, solo un avambraccio. Eppure, anche in questo periodo così particolare di preoccupazione ed incertezza, c’è chi dimostra che esistono altri modi per mostrare vicinanza agli altri.
“Insieme si può fare”, la Onlus nata sette anni fa a Monza per una prima missione di beneficenza denominata “Pasqua in Siria” e l’associazione ManidiPace, hanno trovato, infatti, nell’azienda Galbusera, noto marchio alimentare con sede in Valtellina, un compagno d’eccezione sulla strada della beneficenza e della solidarietà.
LA DONAZIONE
“Il nostro 42esimo container, dopo una sosta di alcuni giorni nel porto di Iskenderun per la dogana, è arrivato in territorio siriano e il suo prezioso contenuto è momentaneamente stipato al sicuro all’interno dell’aula “Monza” della “Insieme si può fare school” nel Campo profughi di Bab al Hawa sul confine tra Turchia e Siria” annuncia, con evidente gioia, Lorenzo Locati, fondatore della Onlus monzese ed ex professore di Educazione fisica al Liceo artistico Nanni Valentini.
“La generosità di Galbusera, che ringraziamo molto, è stata incredibile! Ci ha donato 5mila kg dei suoi buonissimi prodotti, biscotti, crackers e fette biscottate, sufficienti a riempire totalmente un container – continua – le spese di spedizione sono state suddivise equamente con l’associazione ManidiPace, sempre attenta a collaborare”.
LE PROBLEMATICHE
L’arrivo del container nel campo profughi di Bab Al-Hawa, una delle zone più interessate dal massiccio esodo di persone che si spostano dalla provincia di Idlib verso il nord della Siria per colpa della rinnovata tensione tra la Turchia di Erdogan e il regime siriano di Bashar al-Assad, non era un traguardo scontato. E non soltanto per la guerra civile ormai in corso da 9 anni con centinaia di migliaia di morti, milioni di sfollati e oltre 15 milioni di persone che hanno bisogni umanitari legati all’acqua, ai servizi igienico-sanitari e, più in generale, all’igiene.
“In questa situazione così difficile attualmente non c’è più nessuna associazione italiana che riesce a spedire un container nelle zone più martoriate al confine tra Siria e Turchia – spiega il fondatore della Insieme si può fare Onlus – inoltre l’associazione che lì sul posto avrebbe dovuto prendersi in carico i 5mila kg di prodotti Galbusera settimana scorsa ha avuto i propri magazzini e mezzi distrutti”.
Ecco perché la soluzione trovata è stata quella di ospitare gli alimenti direttamente nella “Insieme si può fare school”. Che, nata quasi 2 anni fa, nelle sua aule oggi apre le porte a 500 studenti, divisi in due turni di lezioni, uno al mattina e l’altro la sera, 13 insegnanti, un direttore e un bidello.
“Si è scelto di utilizzare come deposito l’Aula Monza, proprio lo spazio che abbiamo scelto di intitolare alla città in cui la nostra Onlus ha sede, un modo per omaggiare tutti i monzesi che, con il loro generoso contributo economico, hanno permesso di realizzare la nostra prima scuola” afferma Locati.
IL PROGETTO PANE
Se i prodotti donati dall’azienda Galbusera consentiranno ai tanti bambini della “Insieme si può fare school” e alle loro famiglie di fare colazione tranquillamente per un bel po’ di tempo, è in pieno svolgimento una raccolta fondi per il “Progetto Pane” (vedi i dettagli). L’obiettivo è dare un chilo di pane ogni due giorni a 500 famiglie che si sono rifugiate nel campo profughi di Bab Al-Hawa. Con soli 8 euro al mese si può donare il pane ad una famiglia per un mese (qui per gli estremi bancari per inviare il denaro).
“In questo periodo dominato dall’emergenza Corona-virus, che sembra condannarci ad una sorta di avidità nelle relazioni interpersonali, il Progetto Pane è una buona occasione per invitare le persone, i monzesi in primis, a riscoprire quanto si possa fare del bene agli altri anche attraverso un contatto virtuale” è l’accorata sollecitazione del fondatore della Insieme si può fare Onlus.