Post pandemia, come cambierà il mondo della musica? Intervista a Raffaele Viganò, discografico brianzolo

Abbiamo assistito a concerti trasmessi direttamente dalle case degli artisti. In tanti hanno cantato dai balconi canzoni trasmesse a radio unificate. Abbiamo dedicato musica e parecchi, in questo momento, hanno sottoscritto abbonamenti a social specializzati come Spotify. Durante la pandemia la musica è stata una grande protagonista, bandiera di emozioni e cassa di risonanza di sentimenti. La Fase Due è alle porte e mentre per tante attività la ripresa è prossima a diventare realtà, il mondo della musica, soprattutto quello legato ai concerti e alle presentazioni di dischi, è ancora fermo e non ci sono notizie certe sulla futura ripresa. Se alcuni pensano che l’intrattenimento musicale sia di secondaria importanza livello di priorità di riapertura non va però dimenticato tutto l’indotto, compresa la parte occupazionale.
Ecco allora che, nel nostro viaggio alla scoperta della Fase Due, abbiamo voluto fortemente affrontare un mondo per tanti aspetti non contemplato per ora da positive notizie di apertura. Abbiamo parlato con Raffaele Viganò, 40 anni, brianzolo doc di Triuggio, che da sempre lavora nell’industria discografica. Dopo esperienze in Emi Music e Universal Music, dal 2017 è Director Recordings in BMG, l’azienda musicale di proprietà del gruppo tedesco Bertelsmann.
La pandemia ha stravolto le abitudini sociali e a causa del virus sono state vietate le aggregazioni di persone. Questo – immagino – che andrà a stravolgere le strategie di promozione e i calendari dei Live degli artisti. Quali sono i possibili nuovi scenari per tutte le attività degli artisti a contatto con il loro pubblico (promozione e concerti) ai tempi del coronavirus?
La situazione legata al coronavirus ha da subito condizionato tutto quello che riguarda l’industria della musica, sia per quanto riguarda la discografia che per quanto riguarda il mondo dei concerti.
Il lancio di molti dischi è stato posticipato a data da destinarsi, proprio per l’impossibilità di poter organizzare conferenze stampa con i giornalisti, showcase ed eventi di presentazione e firma-copia alla presenza di fan e pubblico. Anche noi in BMG ad esempio abbiamo annunciato solo pochi giorni fa lo spostamento dell’uscita del primo disco solista di Francesco Bianconi (cantante dei Baustelle n.d.r.), inizialmente previsto nel mese di aprile, al prossimo autunno.
Ma in particolare l’industria della musica del vivo è stato obbligata a stravolgere i propri calendari, dovendo inevitabilmente cancellare o posticipare un elenco interminabile di concerti, per i quali ovviamente erano già stati venduti biglietti. Se in un primo momento il mondo dell’entertainment e degli spettacoli dal vivo può sembrare per molti un’attività alla quale si possa facilmente rinunciare in questi momenti di crisi, ti ricordo però che non possiamo dimenticarci di come l’indotto che questa industria genera offra lavoro e sostentamento non solo agli artisti (che sono solo una piccolissima parte di tutta questa filiera), ma a tutta una serie di professionalità impiegate in queste attività: musicisti, tecnici, facchini, personale addetto alla sicurezza, alla ristorazione, al merchandising e a un’altra serie lunghissime di attività correlate.
Inevitabilmente tantissimi concerti sono stati cancellati o posticipati a data da destinarsi, in attesa di capire come si svilupperà la situazione e quali saranno le istruzioni che forniranno in merito le autorità competenti.
Dobbiamo aspettarci eventi/concerti da gustarci attraverso i social, comodamente seduti sulla poltrona di casa? Come reagiranno gli artisti che fanno della loro carica live gran parte delle loro fortune?
Già da tempo i social stanno giocando un ruolo di primaria importanza per la fruizione musicale e in tempi di coronavirus il loro ruolo sarà sempre più importante per gli artisti per arrivare al loro pubblico. Ci sono canali social che hanno già trovato delle soluzioni per adeguarsi a nuovi scenari della fruizione musicale?
Molte sono le attività che sono nate in queste ultime settimane, dai concerti live trasmessi direttamente dalle case degli artisti su Instagram e Facebook – anche noi in BMG siamo stati tra i primi ad organizzarne uno con Francesco Gabbani – ad eventi incredibilmente speciali come il concerto di Andrea Bocelli dal Duomo di Milano realizzato il giorno di Pasqua e trasmesso in diretta su YouTube, mandando un messaggio di amore e speranza a milioni e milioni di persone in tutto il mondo. Anche su media tradizionali come la televisione, non è mancata occasione di inventarsi qualcosa di speciale, come il programma #Musicacheunisce, trasmesso in prima serata su Rai Uno il 31 marzo, al quale hanno partecipato moltissimi grandi artisti del mondo dello spettacolo. E ti posso assicurare che il mondo della musica è in fermento, sta lavorando già a numerose altre iniziative che verranno realizzate nelle prossime settimane.
Ciononostante, sono fermamente convinto che l’emozione che si può provare in un evento dal vivo non possa essere paragonabile a quella vissuta di fronte ad uno smartphone o ad un evento trasmesso in televisione, e sono sicuro che molti di noi non vedono l’ora di poter tornare ad assistere ad un concerto dal vivo di uno dei propri artisti preferiti, ovviamente quando questo potrà avvenire in totale sicurezza.
I social (youtube e spotify) come sono cambiati in queste settimane? L’industria discografica sarà colpita da una crisi di «consumi» o si tratta soltanto di ri-definire le modalità di fruizione del prodotto musicale? O magari, con quello che ci si dovrà inventare a seguito delle restrizioni del CoronaVirus, puntando ancora di più sulla customizzazione delle esperienze ne verrà qualcosa di ancora più accattivante per gli appassionati?
Questo momento di crisi sta insegnando a tutti che, seppur limitati da tutte le contingenze del momento, la gente ha e avrà sempre voglia di musica, ed è disposta a fruirne in tutti i modi. Potranno cambiare le abitudini dei consumatori, come è già avvenuto spesso nel nostro settore, ma la voglia di ascoltare musica da parte della gente rimane sempre.
In queste settimane i negozi di dischi sono stati inevitabilmente chiusi in tutta Italia, fermando le vendite dei prodotti fisici (cd e vinili), ma è ormai da diversi anni che l’industria musicale vive grazie all’ascolto di musica in streaming, ossia attraverso servizi di abbonamento come Spotify, Apple Music e Amazon Music, solo per citare i più popolari, attraverso i quali è possibile ascoltare musica sempre e dovunque, da uno smartphone o da qualsiasi altro device. Anche le abitudini di fruizione della musica dello streaming stanno cambiando in questo particolare momento storico: la gente era infatti solita ascoltare musica in streaming durante i trasferimenti, soprattutto nei mezzi pubblici, negli uffici, nei negozi e nelle palestre ad esempio, ed in queste settimane anche quel consumo sta cambiando nei tempi e nei modi.
Ad esempio, un dato curioso che mi ha fatto sorridere, è stato vedere l’enorme crescita dello streaming di canzoni per bambini, dovute al fatto che molte famiglie si sono trovate a passare più tempo con i propri figli in casa. Non ti nascondo che anche io, passando molto più tempo del solito con mia figlia di un anno e mezzo, in queste ultime settimane ho contribuito ad aumentare in maniera importante gli ascolti de “La bella lavanderina”!