Covid-19 – Rsa Bellani di Monza: silenzio sul numero dei morti, ma parla il direttore

19 aprile 2020 | 11:08
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Covid-19 – Rsa Bellani di Monza: silenzio sul numero dei morti, ma parla il direttore

Cosa succedendo nelle Rsa monzesi? Quanti sono i contagiati, i guariti e i deceduti? Lo abbiamo chiesto al Comune, all’Ats e anche al direttore di una struttura. Tante parole, ma nessun numero.

Dal primo febbraio al 15 aprile sono stati tra i 6mila e i 7mila i decessi registrati nelle Rsa e oltre il 40% presentava sintomi riconducibili al Coronavirus. Solo su un migliaio è stato effettuato il tampone. A riferirlo il direttore del Dipartimento di Malattie Cardiovascolari, endocrino-metaboliche e invecchiamento dell’Istituto superiore di Sanità, Graziano Onder, durante la conferenza stampa all’ISS sull’analisi dell’andamento epidemiologico e di aggiornamento tecnico-scientifico del Covid-19.

Numeri nazionali, che offrono un’idea approssimativa delle drammatiche situazioni che si stanno verificando in tante strutture residenziali socio-sanitarie del nostro Paese. Ma a livello locale cosa sta accadendo? Quali sono i numeri dei contagiati e dei deceduti per Coronavirus nelle Rsa monzesi? Sono stati accolti pazienti Covid-19 da altre strutture ospedaliere?

La responsabilità di fornire tali dati rimbalza dal Comune (nonostante ad esempio per la Bellani, nel cda ci sia Rosella Panzeri ), all’Ats (nonostante abbia tutti i report), per finire ai direttori delle varie Rsa.

Solo una dichiarazione a oggi rassicura: “Nessun paziente Covid-19 ha mai fatto ingresso nelle Rsa monzesi”. A Confermarlo è l’Ats. Per quel che riguarda la Bellani, lo conferma anche il suo Direttore, Gian MarioColombo.

Sull’intera questione è stata fatta anche un’interrogazione al Comune da Italia Viva, ma per il momento non sono emersi i numeri richiesti.

ATS: “I numeri non possono essere diffusi”

“Le Rsa sono, giustamente, oggetto di grande attenzione e le notizie di possibili contagi da Covid – 19 sono, legittimamente, fonte di preoccupazione per la fragilità degli ospiti”, ha spiegato dall’Ats. “Ats ha attuato diversi interventi, partendo dalla consulenza e dall’informazione necessaria sulle misure da attuare a tutte le strutture. Inoltre, in alcune situazioni, in cui erano emerse criticità, note ad alcuni Sindaci, si è agito con interventi specifici mirati, seguiti nel tempo. E’ in atto, inoltre, un costante monitoraggio sia telefonico, ove necessario, sia con report periodici sull’andamento della situazione complessiva del territorio”.

Purtroppo però queste informazioni non ci sono state comunicate.

Si aggiunge che, “ove ritenuto necessario e all’interno delle indicazioni in materia, sono stati effettuati i tamponi, sia sui pazienti, sia sugli operatori delle Rsa”, si deduce pertanto che non siano stati fatti a tappeto.

“Infine, si stanno supportando nella ricerca di personale o in una rimodulazione delle funzioni quei gestori che, a causa di elevate assenze di personale, faticano a mantenere i livelli necessari di servizio”, conclude Ats.

Merlini: “Abbiamo tenuto uno stretto contatto con le Rsa”

L‘assessore Merlini conferma di non avere la titolarità per fornire i dati dei contagiati, dei guariti e dei deceduti delle Rsa monzesi. Ci tiene tuttavia a ribadire, anche con un certo orgoglio, che il Comune si è subito attivato per offrire sostegno agli anziani di Monza sin da subito: “Il 4 marzo abbiamo attivato un numero non solo per la consegna della spesa a domicilio, ma anche per l’assistenza psicologica. Inoltre abbiamo mantenuto un costante contatto con i direttori di tutte le Rsa, per poter gestire al meglio le eventuali le criticità”.

A riguardo delle nostre domande, conclude: “Ogni Rsa ha al suo interno un responsabile della sicurezza, uno staff medico con un direttore sanitario, e ATS è l’organismo che presiede alla validazione di eventuali protocolli di isolamento in caso di pazienti positivi al Covid-19”.

Rsa Bellani, Colombo: “Il nostro personale ha fatto miracoli”

Dopo l’Ats e il Comune, in ultima analisi, le nostre domande sono state rivolte alla direzione di una Rsa. Anche dal direttore della Bellani, Gian Mario Colombo, nessuna precisazione sui dati dell’andamento dell’infezione all’interno della sua struttura.

Ha tuttavia sottolineato che nonostante la criticità della situazione verificatasi una volta che il virus ha fatto ingresso in struttura, il personale che è rimasto al lavoro (molti sono finiti in malattia o in isolamento fiduciario), “ha fatto i miracoli. Ci sono stati infermieri e medici che hanno fatto i doppi turni, altri che hanno fatto intere settimane a lavorare di notte. Ci tengo a sottolineare, che nonostante la necessaria riorganizzazione delle attività in considerazione della grave emergenza, non è mai venuta a mancare l’assistenza di base, ovvero terapie, igiene, alimentazione, idratazione e sanificazione degli ambienti”.

“Abbiamo anche istituito un numero di telefono dedicato ai parenti, a cui risponde un addetto, presente dal lunedì alla domenica. Certo, nelle settimane di picco dell’emergenza non siamo riusciti onestamente a chiamare tutti, tutti i giorni (era impossibile). Mi rendo conto del loro stato d’animo, ma mi creda ripeto, abbiamo fatto i miracoli. Da un momento all’altro ci siamo trovati a lavorare come se fossimo nel reparto di infettivologia del San Gerardo. Abbiamo messo in campo tutte le nostro forze, purtroppo però non tutti ce l’hanno fatta e glielo dico con un immenso dolore, perché qui ci sono persone che sono ospiti da anni. Si instaura un legame, è inutile negarlo”.

In conclusione aggiunge: “E’ giusto sottolineare che abbiamo sempre avuto tutti i DPI e da più di tre settimane tutto il personale ha anche le mascherine FFP2 a disposizione”.

Quello che sta succedendo dentro alle Rsa del nostro territorio resta ancora parzialmente un mistero. Intanto i figli delle madri e dei padri anziani e magari con l’Alzheimer che sono ricoverati in queste strutture, continuano ad aspettare quella telefonata dal medico, che talvolta non arriva. Conoscere meglio cosa viene fatto all’interno per arginare l’epidemia potrebbe essere per costoro uno spiraglio di luce su un luogo attualmente insondabile e che di fatto ha tra le mani la vita dei loro cari. Quello che rimane da fare, ancora una volta, è aspettare.

Foto: Pixabay