Emergenza Covid-19, intervista video esclusiva al direttore del San Gerardo Mario Alparone

Mario Alparone: “”Sono numeri impressionanti quelli gestiti dalla nostra azienda nel corso di questa emergenza sanitaria epocale.”
L’ospedale San Gerardo di Monza inaugura l’inizio della Fase 2, con l’istallazione di un’opera d’arte realizzata dall’artista, Roberto Spadea e dedicata a tutti i sanitari che hanno lottato contro la pandemia di Coronavirus. In quest’occasione, il direttore generale, Mario Alparone, in esclusiva a MBNews, ha raccontato i numeri “impressionanti” gestiti nei 60 giorni centrali dell’emergenza sanitaria. Oltre 1500 pazienti i ricoverati, più di 300 quelli accolti da altre province; 100 i posti in terapia intensiva.
Numeri che rimarranno nella memoria e che si racchiudono simbolicamente in questi tre camici tricolore, stretti in un abbraccio, forte e saldo, come quello che ha visto uniti medici e infermieri, nella battaglia contro un feroce nemico invisibile.
Al San Gerardo accolti oltre 1500 pazienti
“Sono numeri impressionanti quelli gestiti dalla nostra azienda nel corso di questa emergenza sanitaria epocale. Quello che abbiamo affrontato insieme è ben rappresentato da quest’opera dell’artista Spadea, un abbraccio simbolico, che tanto ricorda quello in cui la nostra unità di crisi è rimasta legata per oltre 60 giorni. Ho creato da subito questo team, per poter affrontare al massimo delle nostre potenzialità una situazione che nei momenti di picco ha visto ricoverati 600 (470 a Monza, 130 a Desio) pazienti tutti insieme, andando a occupare l’80% dei posti letto a nostra disposizione”.
“Non abbiamo lasciato fuori nessuno, abbiamo accolto anche 340 persone provenienti da fuori provincia, che non avevano trovato accoglienza né a Bergamo, né a Brescia e neanche a Milano. In totale abbiamo gestito oltre 1500 pazienti, con oltre 100 posti in terapia intensiva, 40 dei quali creati in sole due settimane. Credo di poter dire che siamo stati l’ospedale con più posti in terapia intensiva di tutta la regione Lombardia, nonché il secondo, dopo Brescia, come numero di ricoverati”.
Un autentico tsunami che ha costretto il direttore Alparone e la sua unità di crisi a riunirsi ogni giorno, talvolta anche due volte, per 60 giorni, sabato e domenica compresi.
Dal primo di aprile un principio di “tregua”
“Dal primo di aprile, la situazione ha iniziato a distendersi, se pur moderatamente. Attualmente stiamo gestendo 205 pazienti ricoverati, di cui 180 sono a Monza e 20 a Desio. Si sta avviando un processo di normalizzazione: stanno infatti ripartendo anche le attività ambulatoriali e chirurgiche, che per forza di cose erano state temporaneamente accantonate durante l’emergenza. Ci tengo a sottolineare che stiamo ripartendo, ma voglio che tutto avvenga nella più assoluta sicurezza. Non c’è urgenza di ripartire se non possono essere assicurate le condizioni di sicurezza ottimali per i nostri pazienti e per i nostri sanitari”.
“Proprio in quest’ottica noi abbiamo sottoposto ai famosi test sierologici tutta una serie di dipendenti asintomatici, circa 1500, ben prima che iniziassero a essere effettuati a tappeto sul territorio”.
“Sicurezza”, la parola chiave della Fase 2
La parola chiave dunque per la Fase 2 è “sicurezza, che passa ad esempio dalla creazione di corridoi di ingresso separati per i pazienti che devono accedere all’ospedale per effettuare diverse tipologie di prestazioni. Non solo, da questa mattina, abbiamo iniziato a sottoporre un questionario a tutti gli utenti che si sono presentati al San Gerardo, per poter valutare, al di là della prova della temperatura corporea, quali fossero le loro condizioni di salute, e quindi individuare eventuali casi sospetti”.