In Consiglio comunale il caso del Tribunale di Monza ancora in “lockdown”

La giustizia è ancora ferma e neppure è data un’indicazione su come si potrà mai recuperare un arretrato di mesi.
Nel momento in cui tutto il Paese sta ripartendo, il numero dei contagi sul territorio comunale segue una linea decrescente, e gli Uffici pubblici vengono di nuovo riaperti, il Tribunale di Monza, sesto in Italia per importanza, pare non riuscire ad apprestare le misure necessarie a garantire al contempo tutela della salute ed esercizio dell’attività giurisdizionale, rimanendo di fatto chiuso.
La camera penale di Monza ha lanciato un grido d’allarme denunciando quella che ormai è diventata una situazione insostenibile. La faccenda è approdata in consiglio comunale ieri, 29 giugno, attraverso l’intervento del consigliere Marco Negrini, avvocato di professione.
“Un settore a Monza è ancora in lockdown totale: l’attività giudiziaria. Non si è ancora riusciti a far coesistere le misure prudenziali rispetto alle necessità di celebrare le tantissime udienze in aula. Questo ha generato parecchi rinvii e l’accumularsi nel tempo di arretrati che non potrà che portare ulteriori complicazioni”.
La giustizia è ancora ferma dunque e neppure è data un’indicazione su come si potrà mai recuperare un arretrato di mesi. “Le cancellerie sono inaccessibili per gli utenti e per gli operatori del diritto, le udienze rinviate, l’ingresso alla struttura è vietato, salvo dimostrare alle guardie all’ingresso che si ha un motivo valido per entrare o un titolo autorizzativo messo per iscritto. Ho ricevuto un accorato appello da parte della camera penale di Monza che delinea la situazione descritta. Sappiamo bene che il comune non ha competenza in merito, anzi l’amministrazione ha messo a disposizione delle sale da settembre per lo svolgimento dei processi, ma è giusto che i cittadini conoscano i fatti e chi attende ad esempio un risarcimento, o un giudizio, veda procedere il giusto iter”.
Negrini ha dunque sensibilizzato l’aula circa la problematica auspicando che, chi di dovere, si appresti ad adottare misure idonee a scongiurare il più possibile il rischio contagio, consentendo la riapertura e la ripresa.