Disastro di Seveso: associazioni unite nella ricorrenza e per dire “no a Pedemontana”

13 luglio 2020 | 07:09
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Disastro di Seveso: associazioni unite nella ricorrenza e per dire “no a Pedemontana”

Grande successo per l’iniziativa promossa da Seveso Memoria di Parte e NoPedemontana: in tanti, associazioni e cittadini (e tanti ragazzi), hanno mostrato il loro sostegno: a 44 dal disastro di Seveso, l’imperativo è fermare Pedemontana.

Gli anniversari hanno senso solo se il ricordo diventa il punto di partenza per un futuro (e un presente) migliore. Si è mossa in questa linea di pensiero l’iniziativa di Seveso Memoria di Parte e NoPedemontana, tenutasi in forma itinerante tra Meda e Seveso lo scorso 10 luglio: le associazioni, infatti, non solo hanno ricordato la catastrofe ecologica del 10 luglio 1976, ma hanno portato ancora una volta l’attenzione sul pericolo di Pedemontana. Se il progetto dell’autostrada venisse portato avanti, infatti, rischierebbe di infliggere a Seveso, e non solo, una seconda, terribile ferita, perché gli scavi del cantiere libererebbero la diossina fuoriuscita 44 anni fa dalla fabbrica Icmesa, che oggi risulta sepolta. E forse è proprio questa urgenza di battersi per il proprio territorio che ha spinto molti, anche giovanissimi, a partecipare: davanti al muro dell’Icmesa, a Meda, c’erano circa 50 persone, arrivate per lo più in bici o a piedi, per esprimere, pur nel rispetto del distanziamento sociale, il loro deciso “no” a Pedemontana.

Per Davide Biggi, presidente del coordinamento NoPedemontana, costruire l’autostrada sarebbe troppo pericoloso per il territorio, anche tenendo conto di una bonifica. «Una bonifica in sicurezza è impossibile – afferma -. La diossina qui è ovunque: a bordo strada, nei giardini delle gente… costruire Pedemontana significa smuovere una terra contaminata. Piuttosto – propone – chiediamo la messa in sicurezza del territorio, salvaguardando le aree verdi e ampliando il Bosco delle Querce». Un’idea che piace anche all’associazione politica Seveso Futura: venerdì scorso Emanuela Macelloni, che ha parlato a nome di tutto il gruppo, ha lanciato l’obiettivo di «una Seveso città per l’ambiente e la mobilità sostenibile», parlando anche di combattere il consumo di suolo e abbandonare il gas in favore dell’energia verde. Macelloni, inoltre, ha voluto tracciare un parallelismo tra il 1976 della diossina e il 2020 del Covid: «Si tratta di eventi diversi, ma con temi comuni: entrambi hanno sottolineato l’importanza della tutela dell’ambiente e del nostro sistema sanitario, il problema della comunicazione e la presa di coscienza dei cittadini».

Peccato che il timore scatenato da Pedemontana non sia condiviso né dal governo né dalla Regione: «In piena pandemia, Regione Lombardia ha scelto di preoccuparsi di stanziare dei soldi per Pedemontana, a sottolineare che la salute dei cittadini è all’ultimo posto – denuncia Biggi -, e d’altra parte Pedemontana rientra anche nel Decreto Semplificazione, insieme a una lunga lista di grandi opere: ci aspettiamo procedure che faranno saltare tutte le regole -. Ma promette -: Cercheremo di essere la spina nel fianco di chi vuole Pedemontana». Al fianco di NoPedemontana, anche i ragazzi di Opposizione Studentesca e Alternativa e il collettivo Curievolution, nato lo scorso anno al liceo Marie Curie di Meda. «Siamo qui per schierarci ancora una volta contro la costruzione di un’opera inutile – afferma Chiara Arioli, 17 anni, che chiede -: Bisogna cambiare rotta e pensare alla collettività». «È urgente pensare a un sistema diverso» ribadisce il 25enne Massimiliano Zetti a nome di Noi Restiamo.

Al presidio sono intervenuti anche Silvio La Corte, docente in pensione vicino a Legambiente («Il 12 febbraio si parlava di Pedemontana come opera fondamentale per le Olimpiadi, quando è evidente che è inutile») e Bianca Tedone, che, parlando a nome di Potere al Popolo per Monza e Milano, ha evidenziato le somiglianze tra Pedemontana, Tav e speculazione edilizia a Milano: «La mobilitazione è fondamentale e va portata avanti su tutti i livelli». I partecipanti all’iniziativa si sono poi spostati da Meda a Seveso, con qualche timido coro («Dalla Brianza alla Val Susa un solo grido: a sarà düra!») e qualche tentativo di volantinaggio (qualcuno dei passanti, in particolare, si è mostrato particolarmente colpito dai milioni stanziati da Regione per Pedemontana). Il gruppo si è fermato una decina di minuti in ognuno dei tre punti previsti, piazza Verdi (quartiere San Pietro), piazza XXV Aprile e piazza Confalonieri, il tempo necessario per trasmettere qualche spezzone da filmati d’epoca e dalla documentazione audiovisiva di Seveso Memoria di Parte.