Monza: il cantiere di via Calatafimi sospeso a tempo indeterminato

28 luglio 2020 | 13:52
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Monza: il cantiere di via Calatafimi sospeso a tempo indeterminato

I lavori sono completamente fermi da oltre un anno per il ritrovamento di materiale abusivo. Procura, Polizia locale ed uffici comunali cercano di dirimere l’intricata questione. Ma i tempi sono molto lunghi.

C’è un luogo di Monza, in via Calatafimi, nel quartiere San Giuseppe, dove la natura si sta riprendendo i suoi spazi. No, non c’entra il Covid-19. Che, nel periodo del lockdown, con noi tutti chiusi in casa a sperare che la fine della pandemia ci restituisse libertà e tranquillità, aveva portato molti animali a circolare anche in zone di solito fin troppo urbanizzate.

Quello che sta succedendo nel cuore del popoloso quartiere di Monza non è nemmeno il merito di qualche precisa scelta istituzionale a favore del verde e dell’ambiente. Semplicemente, si fa per dire, accade che in via Calatafimi c’è un’ampia area interdetta da più di due anni per la presenza di un tratto del marciapiede e dell’asfalto gravemente spaccati e sconnessi, con un evidente avvallamento che da tempo rendeva complicato perfino parcheggiare (leggi l’articolo).

Qui tutto è ormai completamente fermo da oltre un anno. E, così, lì dove il Comune di Monza il 30 maggio 2019 aveva avviato un cantiere, sospeso dopo pochi giorni, l’erba è cresciuta sulla montagnetta di terra lasciata dalle escavatrici. E, purtroppo, mentre anche i rifiuti, decisamente meno in linea con la natura, circondano l’area, le lamentele e la meraviglia quasi rassegnata dei residenti non servono a cambiare la situazione. Che è destinata a restare immutata per altri mesi. Quanti? Nessuno lo sa. Nemmeno l’Ufficio tecnico del Comune di Monza che siamo riusciti a contattare.

LA VICENDA

MBNews segue questa storia da più di due anni. Da quando Piazza Trento e Trieste decide, ad inizio 2018, di intervenire sul ripristino del marciapiede e dell’asfalto danneggiati di un breve tratto via Calatafimi. Sembra un lavoro di poche settimane. Nel frattempo, invece, i mesi passano. E le transenne che delimitano l’area fanno bella mostra di sé e sottraggono posti per il parcheggio in una zona dove già non è sempre facile trovarli. Soprattutto il mercoledì e il sabato, che sono i giorni del servizio pubblico di pulizia delle strade. A cui si aggiunge il giovedì con il mercato della Coldiretti.

Ad aprile 2018 Simone Villa (nella foto in alto), vicesindaco e Assessore ai Lavori Pubblici, alle Strade, al Verde e alle piccole cose ci assicura che “i tecnici comunali hanno effettuato una serie di sopralluoghi per accertare le motivazioni del cedimento e sono già state attivate le procedure per il ripristino della strada”. Ma nulla  continua a muoversi per molto tempo. Se non le transenne, spostate un po’ dal vento e dalle intemperie.

Quando la speranza dei residenti di via Calatafimi comincia a venire meno, il 30 maggio 2019, quasi come un tuono annunciato mesi prima da un fulmine, i cartelli di divieto di sosta fatti mettere dal Comune annunciano l’avvio dei lavori. La zona delimitata per il cantiere diventa ancora più ampia. Ci sono ancora meno posti per il parcheggio. Ma, insomma, ancora un po’ di pazienza e tutto tornerà come prima. Anzi, con marciapiede e asfalto messi a posto, meglio di prima.

Si può tirare, allora, un sospiro di sollievo? Non più di un sospiro, purtroppo. Perché a pochi giorni dall’avvio dei lavori, ricomincia l’apnea dell’attesa. Il motivo è di quelli seri, ma soprattutto molto intricati.  “Durante i lavori di scavo è emersa la presenza di materiale inerte non compatto nel sottofondo: materiale che presumibilmente potrebbe derivare da un “abbandono abusivo”, comunque non compatibile – è scritto in una nota dell’Ufficio tecnico del Comune di Monza– per questi motivi il cantiere di manutenzione ordinaria è stato interrotto”.

E arriviamo così a fine 2019. Quando una nota della Polizia locale, impegnata nelle indagini insieme alla Procura di Monza, afferma che “l’impresa edile, che 25 anni fa aveva realizzato dei lavori di edificazione nell’area interessata, inizialmente chiusa, in realtà aveva avuto un trasferimento di provincia e cambiato partita Iva” (vedi i dettagli).

Si prospetta, a questo punto, “una Conferenza di servizio con tutti i soggetti competenti in cui si valuterà come procedere in ambito stradale, ambientale e, grazie agli elementi raccolti, anche legale per un eventuale addebito dei costi da sostenere”.

Anche qui, però, la soluzione sembra a portata di mano. Tanto che la vicenda registra ancora una tappa. Perché, proprio in questi giorni, siamo venuti a conoscenza di un ulteriore sviluppo. Che, in mezzo a qualche barlume di luce, non lascia molte speranze su un esito rapido.

LA NOVITA’

“La Procura di Monza va verso l’archiviazione del reato ambientale perché l’impresa che aveva lavorato in via Calatafimi 25 anni fa è fallita e non c’è modo di procedere dal punto di vista penale – fanno sapere dall’Ufficio tecnico del Comune – la Polizia locale ha avviato un procedimento amministrativo, individuato una nuova società che fa capo ai presunti responsabili ed è stata emessa un’ordinanza per eliminare i rifiuti inerti e ripristinare l’area”.

Fin qui tutto bene. Ma le strade della giustizia, quando si combinano con la burocrazia, rischiano di diventare lunghe e tortuose. “Ora ci sono due possibilità – spiega l’Ufficio tecnico – i responsabili dell’azienda fallita 25 anni fa adempiono all’ordinanza e il cantiere può andare avanti oppure, come è molto più probabile, non adempiono e il Comune dovrà procedere, anticipando le spese per poi rifarsi sui responsabili stessi”.

“L’ordinanza, dunque, aprirà quasi sicuramente un contenzioso tra le parti e il procedimento sarà per forza di cose lungo – continua – serviranno ancora parecchi mesi, anche perché i costi di rimozioni dei detriti, diversi metri cubi soprattutto di materiale edilizio, sono notevoli”.

Insomma, mentre il Comune annuncia un’estate di cantieri con investimenti per 12 milioni di euro, la pazienza dei residenti di via Calatafimi sarà messa ancora più a dura prova. Chissà se arriverà a contendere il primato della capacità di resilienza al Giobbe della Bibbia.