“Mio figlio disabile lasciato solo: a scuola senza insegnante di sostegno”

18 settembre 2020 | 12:36
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“Mio figlio disabile lasciato solo: a scuola senza insegnante di sostegno”

“Non lasciamo indietro Carlo e i bambini con disabilità” è la petizione che è stata lanciata da un papà di Besana in Brianza per chiedere una scuola più inclusiva, anche in tempi di Covid.

Ha raccolto oltre 21 mila firme nel giro di pochi giorni la petizione “Non lasciamo indietro Carlo e i bambini con disabilità”. A lanciare l’iniziativa è stato Sergio Torriani, papà di Carlo, un bambino con la sindrome di down e il diabete che da pochi giorni, come tanti suoi coetanei, è finalmente tornato tra i banchi di scuola.  Una ripartenza resa ancora più complicata visto che hanno iniziato l’anno scolastico senza un insegnante di sostegno al loro fianco per aiutarli fin dai primi giorni.

“L’insegnante che arriverà – si legge nella petizione – entrerà in una classe che già lavora e dove è già stata fatta la programmazione; non sarà quindi pienamente operativo prima di Natale. Lunedì 14 è stata violata la Costituzione, non consentendo a mio figlio pari accesso all’istruzione. Questo significa sprecare tre mesi preziosi per la costruzione di un percorso di autonomia di Carlo e di tutti i bambini che potrebbero essere autonomi, ma se li abbandoniamo a sé stessi rischiano di perdere questa opportunità”

Ripensare ad una scuola inclusiva

Ho deciso di scrivere la petizione – spiega Sergio Torriani – non solo per mio figlio. Noi da un certo punto di vista siamo anche fortunati: la scuola è sempre molto attenta e disponibile, la classe non è numerosa, il Comune assegna un’educatrice per le ore non coperte dal sostegno e anche in queste settimane con l’Istituto scolastico sta cercando una soluzione. Quello che volevo esprimere era un disagio, tanti piccoli disagi che alla fine negano dei  diritti ai bambini”.

Una situazione che purtroppo si ripresenta ogni anno nella scuola italiana e che quest’anno, con la situazione legata all’emergenza Covid, si è ulteriormente aggravata: “Vorrei ricordare- spiega sempre Torriani – che il problema non sono solo le mascherine o le procedure da mettere in atto, si devono trovare anche le modalità per accogliere questi bambini. Dopo mesi a casa hanno bisogno di essere riaccolti, di abituarsi nuovamente a stare con gli altri; si deve fare un passo in avanti per rendere la scuola inclusiva. Banalmente si potrebbe iniziare con la nomina dell’ insegnante di sostegno per tempo, mesi prima, in modo che sia presente fin da quando si inizia a fare la programmazione”.

Le richieste della petizione

Tra le richieste avanzate dalla petizione, indirizzata al Ministero dell’Istruzione e alla ministra Lucia Azzolina, vi sono: la cancellazione della norma che deriva dalla riforma Gelmini per cui si assegnano cattedre di diritto solo per metà delle esigenze espresse; la nomina di un commissario per l’inclusione che in tre mesi identifichi i processi per assegnare gli insegnanti di sostegno dal mese di giugno. Ultima richiesta, la selezione adeguata di insegnanti di sostegno e la valorizzazione del loro ruolo.

Alcuni dati

La mancanza di una figura così importante per molti ragazzi e le loro famiglie si rivela emergenziale anche per l’anno scolastico 2020-2021.  Dai dati diffusi dai sindacati è emerso che per il sostegno si parla di meno di 2 mila nomine effettive sulle 21 mila previste. Questo significa che ci sono ancora 19 mila posti da assegnare per le supplenze, una procedura che dovrebbe essere formalizzate entro il 24 settembre. Altro problema legato alla mancanza di docenti di sostegno è che spesso i dirigenti, per coprire le cattedre vacanti, sono costretti a convocare personale non specializzato e non adeguatamente formato per seguire alunni con disabilità.