Besana in Brianza, straordinaria raccolta delle nocciole. La Regione punta ad una filiera

L’azienda agricola di Giacomo Citterio ha fatto il suo primo raccolto dopo 5 anni di attesa. Un vero successo l’iniziativa.
Un terreno di 8 ettari e che confina con Villa Raverio, Montesiro e Calò. Circa 4 mila piante che in questi giorni, dopo sei anni di duro lavoro, stanno dando – letteralmente – i primi frutti: è stato infatti inaugurato l’anno zero di raccolta del noccioleto bio, il primo a Besana Brianza, dell’azienda agricola di Giacomo Citterio, il 34enne che ha fatto della sua passione un vero e proprio lavoro. “Fin’ora abbiamo raccolto 5 quintali di nocciole ad ettaro e stimiamo di arrivare a circa 35 quintali in totale”.
Una filiera per coinvolgere gli agricoltori
Quello con le nocciole, per Giacomo Citterio, è stato amore a prima vista dopo anni di ricerca sul campo in giro per l’Italia: “c’era il terreno ma non sapevo che farci, mi sono avvicinato a tanti tipi di coltivazioni ma quando ho scoperto le nocciole ho capito subito che era la scelta giusta”. E non si sbagliava, infatti. Il suo spirito imprenditoriale, la sua grinta e la sua tenacia oggi rappresentano un fiore all’occhiello nelle attività locali in Brianza tanto che Regione ha intenzione di creare una vera e propria filiera della nocciola, dialogando con agricoltori diversi nei territori più vocati per stimolarli a crederci.
“Un progetto che continua, passo dopo passo, nella direzione di stimolare sempre più agricoltori e proprietari di terreni a investire in questa coltura sostenibile e redditizia – commenta Alessandro Corbetta, Consigliere Regionale – l’obiettivo è di arrivare ad avere un buon numero di produttori e costituire un Distretto Lombardo della Nocciola capace di competere sul mercato, creando lavoro e ricchezza!”
Una filiera che avrà come primo obiettivo, appunto, quello di guidare gli agricoltori che vogliono per la prima volta approcciarsi a questa coltivazione, per evitare che inizino senza un adeguato know how: “gli aspetti da tenere conto sono molti – sottolinea Roberto Lanzalonga , consulente corilicolo – la piovosità, per esempio; bisogna fare un’attenta analisi del terreno che deve essere sciolto, capire se serve o meno un impianto di irrigazione e di che tipo; che tipo di cultivar scegliere: se a caldo o a freddo…”.
Il nocciolo: coltura da reddito
Insomma bisogna studiare e avere la preparazione adeguata, e l’esperienza fatta sul campo dall’Azienda Agricola di Citterio può sicuramente essere un valido case study per gli agricoltori di domani. Ma la domanda che forse, prima di tutte, balza alla mente a coloro che vorrebbero avvicinarsi a questo lavoro è: ma rende?
Risponde Lanzolonga, spiegando che: “L’Italia in questo mercato è deficitaria: se ne producono circa 100mila tonnellate e di queste 100mila, ne consumiamo il doppio, che arrivano dalla Turchia – afferma – ma noi siamo anche esportatori di nocciole per 250mila tonnellate, quindi, a conti fatti, produciamo solo un terzo di quello che realmente servirebbe quindi questo settore ha un enorme margine di crescita – conclude – se nei prossimi anni saremo in grado di occupare quegli spazi che invece stanno cercando di occupare altre nazioni, potremmo davvero diventare leader del mercato e cominciare a imporre le nostre regole. Ad oggi, invece, il prezzo lo determina la Turchia”.