Allarme vaccini antinfluenzali, in Lombardia copertura scarsa e ritardata

Fallito l’obiettivo di far partire prima la campagna per evitare sovrapposizioni con il Covid. In Lombardia gli ultra 65enni saranno vaccinati solo da metà novembre. I timori dei Medici di base e della Cgil Monza e Brianza.
Da mesi ci sentiamo ripetere che una seconda ondata di Covid-19 ci sarebbe potuta essere in autunno. Si è a lungo parlato di come prepararsi. E, tra le azioni da mettere in atto, uno dei mantra più diffusi è stato quello di anticipare, rendere più efficiente ed estesa la campagna di vaccinazione antinfluenzale.
Ora, in autunno ci siamo. Ma sembra proprio che, nonostante il largo anticipo con il quale si sarebbero potute realizzare politiche di prevenzione, la situazione, almeno in Lombardia, non promette nulla di buono. E anche la speranza, che, come si sa, è spesso l’ultima cosa che ci resta, in questo caso non se la passa per niente bene.
“Da anni la Regione Lombardia in Italia ha la più bassa copertura vaccinale rispetto alla popolazione, ma quest’anno si sperava di fare meglio per evitare che l’influenza stagionale e il Covid-19, che hanno sintomi simili, si sovrappongano pesantemente – afferma Giorgio Barbieri (nella foto in basso), Medico di base a Limbiate, dove ha oltre 1500 assistiti – invece, mentre altre Regioni sono già partite con la somministrazione dei vaccini antinfluenzali, la Lombardia è sull’orlo del baratro e, guardando la curva di crescita della pandemia, rischia presto il collasso del proprio sistema sanitario”.
VACCINI NON PER TUTTI
I numeri non mentono quasi mai. E nel caso della campagna di vaccinazione antinfluenzale raccontano una realtà a dir poco preoccupante. “Questa settimana ci vengono consegnate le dosi per i pazienti fragili di ogni età – spiega Barbieri – al momento, in una lista di soggetti scelta da Regione Lombardia tra il totale dei miei assistiti, me ne sono state assegnate 38, una cifra davvero bassa se si pensa che l’anno scorso ho fatto 122 vaccinazioni per questa tipologia di pazienti”.
“Solo da metà novembre, poi, vaccineremo gli ultra 65enni, nonostante il Ministero della Salute, in questo anno segnato dal Covid, avesse dato indicazione di vaccinare dai 60 anni in su – continua – in questo caso non so ancora quante dosi mi verranno date, ma si parla di circa il 75% dei vaccinati dell’anno scorso e, nel mio caso, visto che avevo raggiunto nel 2019 il 93% di copertura dei miei assistiti ultra 65enni, significa che riuscirò a vaccinare circa il 20% in meno dell’anno scorso”.
Date queste premesse, una domanda sorge spontanea. “Faremo meno vaccinazioni e anche in ritardo rispetto al passato. Come si può continuare a dire, allora, che quest’anno, per meglio contrastare la pandemia, la volontà è quella di aumentare la copertura vaccinale antinfluenzale?”. Una vera risposta è difficile trovarla, ma le conseguenze di questa situazione non possono che essere negative.
“Noi Medici di base facciamo quel che possiamo, anche aprendo lo studio più ore del dovuto, ma quante persone al giorno potremo vaccinare, tenendo anche conto che dobbiamo far accedere una persona per volta per mantenere il distanziamento e ci vogliono almeno 20 minuti di osservazione per ogni paziente dopo avergli somministrato il vaccino?” si chiede il dottor Barbieri.
“Tutto questo è anche il frutto del fatto che l’ultimo bando di Regione Lombardia da 1,5 milioni di dosi di vaccino è andato praticamente deserto e, alla fine, si è riusciti ad ottenerne 500mila a cifre, tra l’altro, elevate – continua – quindi, anche se ufficialmente lo si nega, mancano almeno 1 milione di dosi di vaccino rispetto a quello che era stato previsto”.
LO SCETTICISMO DELLA CGIL
Non si tratta di essere profeti, ma nei mesi scorsi la Cgil di Monza e Brianza, insieme con Cisl e Uil, ha espresso timori sui problemi della campagna di vaccinazione antinfluenzale, che ora si stanno rivelando, purtroppo, tristi verità.
“Già a metà maggio, tra le priorità che avevamo individuato per affrontare al meglio un eventuale seconda ondata del Covid-19, c’era la richiesta di rafforzare la campagna vaccinale – afferma Walter Palvarini (al centro nella foto in basso), componente della Segreteria della Cgil Monza e Brianza – allora siamo stati trattati con la solita sufficienza. Ora, però, la confusione sembra totale e scopriamo dalla stampa che si organizza la campagna solo da metà novembre, mentre altre Regioni sono già partite ad ottobre”.
“Il rischio è che quest’anno si facciano addirittura meno vaccini quando, invece, causa Covid, se ne dovrebbero fare di più – continua – Regione Lombardia, pur potendosi muovere con anticipo, si è fatta trovare, ancora una volta, impreparata”.
La Cgil di Monza e Brianza, che nei giorni scorsi con Anna Bonanomi della Segretaria Generale Spi aveva già espresso le sue perplessità su come Regione Lombardia sta gestendo la campagna di vaccinazione antinfluenzale (leggi l’articolo), non rinuncia a scendere in campo anche nelle prossime settimane.
“Valuteremo con Cisl e Uil un’azione unitaria – annuncia Palvarini – sicuramente diremo ancora la nostra su una vicenda che è sintomatica di come sono gestite le politiche del welfare in questa Regione”.