Politica

Magic Movie Muggiò fra destino incerto e possibili soluzioni

A Muggiò il Magic Movie torna a far parlare di sé: oltre a ripulire l'area dai rifiuti, quale sarà il suo futuro?


Più longeva di una serie televisiva di successo, l’annosa questione del Magic Movie torna a far parlare di sé. Protagonista, ancora una volta, è l’emergenza rifiuti che tanto preoccupa i cittadini residenti nella zona. L’amministrazione comunale, guidata dalla seconda volta sindaco Maria Fiorito (Pd), ha quindi mosso i suoi passi verso una prima soluzione, che tuttavia non risulta essere di così facile ed immediata attuazione.

LA SITUAZIONE

Domenica 11 ottobre è stato l’ultimo giorno utile per rispettare l’ordinanza imposta dal comune di Muggiò: al privato era infatti stato intimato di provvedere alla pulizia e alla bonifica dell’area. Un’operazione che partirà nell’immediatezza di questi ultimi giorni, ma che rimane di non semplice attuazione come potrebbe sembrare.

A tal proposito, infatti, se durante gli scorsi giorni, quelli immediatamente precedenti alla data dell’11 ottobre, all’amministrazione comunale è stata mossa l’accusa di aver dormito sugli allori e di non aver fatto ancora nulla, il primo cittadino Maria Fiorito ha tenuto a precisare alcuni punti: “I problemi – spiega perentoria Maria Fiorito – si risolvono agendo e non parlando o criticando. Non è stato possibile agire prima dell’11 ottobre, data dalla quale, invece, inizieranno i lavori di riordino e pulizia dell’area”. Il primo cittadino ci ha poi tenuto a precisare come, in verità, si tratta sì di un onere affidato al privato, peccato che questi verta in una situazione economica non certo rosea. “I costi dell’operazione – chiosa il sindaco muggiorese – spetteranno quindi a questa amministrazione e non si tratta certo di pochi spiccioli.  Dall’altra parte noi stiamo facendo davvero il possibile, mettendo tutto il nostro impegno e la nostra volontà per risolvere la questione”.

Le parole del sindaco Fiorito da una parte trovano il fianco del consigliere comunale nonché suo ex avversario durante le ultime elezioni comunali, Pietro Stefano Zanantoni (FI): “La manifestazione che c’è stata contro l’amministrazione Comunale la scorsa settimana – testimonia – lascia spazio al tempo che trova poiché, a mio avviso, hanno accesso polemiche sterili”. Dall’altra parte, però, l’ex sindaco Zanantoni non si lascia scappare l’occasione per fare un appunto critico: “A parte qualche telecamera che ha messo – spiega Zanantoni – questa amministrazione, sulla faccenda, è stata piuttosto latitante”.

GLI SVILUPPI.

Lancia il sasso, ma non nasconde certo la mano, il capogruppo di FI, Zanantoni. La domanda sorge spontanea: una volta che l’area verrà pulita quale sarà il suo futuro? Soprattutto, come ci si potrà assicurare che gli sforzi fatti e i soldi spesi per ripulire la zona non verranno vanificati dal tempo e da nuovi scaricamenti di spazzatura?  All’orizzonte, stando a quanto lo stesso primo cittadino Maria Fiorito ha dichiarato, sembrerebbero esserci delle novità in divenire, ossia una delibera che sta aspettando, si spera, di essere firmata. Work in progress, verrebbe da dire, a cui seguiranno degli aggiornamenti.

Una lettura plausibile, tornando all’ex sindaco Zanantoni, la fornisce egli stesso: “L’amministrazione comunale – racconta – ha paventato l’ipotesi di comprare all’asta l’intero plesso (per onor di cronaca si tratta della terza e ultima asta ndr). Un’operazione, che secondo i piani, dovrebbe realizzarsi verosimilmente entro la fine di quest’anno e che alle casse del Comune costerebbe circa 1 milione e 350 mila euro a cui va però tolta l’Imu , circa 700 mila euro, che il Comune recupererebbe. Di per sé – spiega Zanantoni – l’idea non sarebbe nemmeno così malvagia: peccato che poi costerà un altro milione e 300 mila euro buttar giù il plesso e bonificare l’area. Un totale di quasi 3 milioni, che sarebbe meglio impiegare altrove e non certo per fare una grande area verde”. Questione di punti di vista? “De gustibus non dispudandum est“, sui gusti non si discute. Ma qui, per Zanantoni, non è una questione di gusti, ma di atti pratici. “Anziché mettere in campo tutte quelle risorse pubbliche – spiega – lascerei andare l’asta deserta o comunque non me l’aggiudicherei. A questo punto – chiosa – il bene andrebbe alla Banca Intesa, che è la maggior creditrice nel processo fallimentare. Fossi poi nel sindaco, a questo punto espleterei la pratica di un’ordinanza contingibile e urgente impegnando l’ente creditizio a ripulire l’intera zona”. E quale sarebbe, a questo punto, il risultato ottenibile? “Beh – chiosa Zanantoni – l’amministrazione comunale risparmierebbe soldi mentre la banca, a questo punto, avrebbe l’onere di ripulire la zona. Una volta fatto ciò – conclude Zanantoni – presumo non avrà poi problemi nel vendere ad un privato e magari ad una cifra più bassa rispetto all’attuale base d’asta (circa 1 milione e 350 mila euro) rendendo quindi la compravendita appetibile”.

 

 

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