Osservatorio MPI Confartigianato Lombardia: i dati di Monza e Brianza

Le microimprese quelle sotto i 10 dipendenti in Brianza sono 64.991.
“Ripartire Controvento. MPI e artigiani lombardi verso la nuova normalità”. Questo il titolo del 10° Rapporto di Confartigianato Lombardia, che ha l’obiettivo di fare il punto della situazione e presentare quali saranno le sfide che le MPI lombarde – tra le imprese in assoluto più colpite da questa crisi – dovranno affrontare nel prossimo futuro.
I dati su un campione di 1700 imprenditori di micro-piccola impresa e artigiani
I risultati della 4^ edizione del Sondaggio web che monitora gli effetti del coronavirus sulle MPI lombarde, effettuato a fine settembre, aggiorna le evidenze colte finora attraverso le 3 precedenti survey svolte a fine febbraio 2020, inizio aprile 2020 e metà maggio 2020 da Confartigianato Lombardia. I risultati della rilevazione di settembre, a cui hanno partecipato oltre 1.700 imprenditori di micro-piccola impresa e artigiani, permettono di comprendere a che punto sono le imprese nella fase della ripartenza contro vento – rullaggio, decollo o salita? – cogliendo se sono pronte o meno a competere nel mondo ridisegnato dalla pandemia che pone al centro il green e il digitale.
La capacità di reazione della nostra Regione trova ancora una volta conferma nei dati. Nonostante lo shock pandemico abbia colpito con forza maggiore il nostro territorio, il trend della produzione manifatturiera lombarda, pur rimanendo negativo sia al I trimestre che al II trimestre del 2020, risulta meno accentuato che nel resto del Paese. Il gap tra le due dinamiche, quella lombarda e quella nazionale, si amplia nel corso dei due trimestri a favore della Lombardia, dando evidenza di come anche in un momento così difficile la nostra regione sia in grado di distinguersi nel cercare di arginare il crollo.
Una panoramica sui numeri di Monza e Brianza
Sono la colonna vertebrale della nostra economia territoriale le micro e piccole imprese. Secondo i dati elaborati dall’Osservatorio MPI Confartigianato Lombardia, le microimprese (quelle, cioè, sotto i 10 dipendenti) in Brianza sono 64.991 e costituiscono il 94,5% del totale delle imprese presenti sul territorio provinciale. La percentuale cresce maggiormente – toccando il 99,3% – se si includono anche le piccole imprese fino a 50 dipendenti. Sempre secondo i dati dell’Osservatorio, nella nostra provincia sono oltre 113 mila gli occupati nelle microimprese. 22.434 le imprese artigiane registrate: di queste il 14,3% (3212) sono a conduzione femminile.
Il focus: digitalizzazione connettività. La Brianza tra le migliori province lombarde
Sono 2.299 le imprese digitali registrate nella provincia di Monza e Brianza. L’emergenza Coronavirus ha spinto diverse attività a puntare sul digitale, ma gli investimenti nel settore – per alcune imprese – sono iniziati ben prima. Secondo le rilevazioni dell’Osservatorio, proprio la provincia di Monza e Brianza si è dimostrata all’avanguardia sul tema, effettuando investimenti poi risultati lungimiranti già nel quinquennio 2015-2019. In un panorama nazionale, i numeri forniti dall’Osservatorio dimostrano che la Regione Lombardia risulta essere la regione più specializzata nell’offerta di servizi digitali. Bene anche il tema della connettività. A Monza e Brianza, secondo i dati della survey, il 72,7% dei comuni brianzoli vanta infatti oltre il 60% di famiglie connesse a velocità di almeno 30 megabit per secondo.
Guardando al futuro, le imprese ritengono per lo più indispensabile investire in tecnologie digitali infrastrutturali (connessione internet, soluzioni cloud, software gestionali, sicurezza informatica) (49,3%), in ricerca e sviluppo di nuovi prodotti/servizi (46,8%), in prodotti e tecnologie che incrementano il livello di sostenibilità dell’impresa (45,7%), in modalità di comunicazione innovative (43,6%) e in nuovi mercati (41,1%). Va però tenuto conto che la gran parte delle imprese lombarde intervistate (oltre il 50%) pur avendo individuato il percorso da dover intraprendere per tornare a crescere, segnalano di non essere attualmente in grado di realizzare questi investimenti chiave per il futuro.
Il focus: la propensione delle imprese del territorio alla sostenibilità ambientale
Altro pilastro della ripartenza è rappresentato dal green, verso cui sono veicolati in maniera ponderante i fondi europei e diversi programmi di investimento per far ripartire il Paese. La valutazione che è possibile effettuare rispetto a questo aspetto riguarda la quota di MPI che ad oggi hanno svolto attività per ridurre l’impatto dell’impresa sull’ambiente (64,3%), si tratta di 121 mila micro-piccole imprese lombarde. Costruzioni e Manifatturiero, dove la realtà artigiana risulta maggiormente diffusa, sono rispettivamente il 3° e il 4° settore per quota di imprese che si sono attivate su questo fronte. Tra gli investimenti pro green maggiormente effettuati dalle MPI vengono rilevati l’installazione di macchinari più efficienti e l’efficientamento energetico degli edifici.
Tra gli interventi realizzati per portare avanti la transizione verde d’impresa vengono adottate per lo più azioni quali: la raccolta differenziata e il riciclo dei rifiuti, la gestione dei rifiuti per ridurre e contenere i livelli di inquinamento e la riduzione dei prelievi e dei consumi di acqua. Attraverso l’analisi dei 45 indicatori green suddivisi in 6 ambiti –mobilità, rifiuti, energia, consumi, acqua e aria – è possibile fare una valutazione d’insieme rispetto alla propensione delle imprese e del territorio rispetto alla sostenibilità ambientale. Dal confronto di tali valori con quelli delle altre regioni italiane si coglie che la nostra regione rispetto al green presenta le migliori performance sul fronte della mobilità e le peggiori su quello dell’aria. Divenendo col tempo la sostenibilità uno dei pilastri su cui poggiano programmi di crescita e sviluppo dell’intero globo, si osserva che la quota di imprese con meno di 50 addetti che ricercano figure con competenze ‘verdi’ cresce nel tempo (2017-2019) di 3,6 punti, passando dal 75,7% al 79,2%.
Il focus: export settori MPI. I dati peggiori da Milano, Monza e Brianza, Como
La pandemia diffusasi in tutto il mondo ha fermato e rallentato gli scambi internazionali, asset centrale per l’economia lombarda, già in frenata a fine 2019. Al II trimestre 2020 il made in Lombardia subisce un crollo a doppia cifra del -26,9%, che si traduce per il primo semestre 2020 in una netta flessione su base annua pari al -15,3%. Flessione che peraltro interessa nel primo semestre ben 19 dei primi 20 mercati di riferimento. A preoccupare è in particolare il mercato USA, terzo mercato di riferimento, per la gravità che la pandemia sta assumendo su questo territorio. Le vendite oltre confine dei prodotti di MPI – pelle, abbigliamento, tessile, alimentari, metallo, legno- arredo e altra manifattura (occhialeria e gioielleria) – registrano una battuta d’arresto nei primi sei mesi dell’anno più alta di quella registrata nel complesso per il manifatturiero: -18,9% la prima e -15% la seconda. In questo scenario a soffrire di più sono state Milano, Monza e Brianza, Como. La nostra provincia nel I semestre 2020 ha registrato rispettivamente -23.2% export MPI rispetto al I semestre 2019 e un -13.5% di export manifatturiero.