Vaccini anti influenzali, l’appello dei medici di base: “Abbiamo bisogno di risposte”

I medici di Medicina Generale sono al momento costretti a scegliere quali pazienti vaccinare, tra un importante schiera di persone a rischio. Quello che chiedono è di poter lavorare al meglio.
E’ finalmente partita anche la campagna dei vaccini antinfluenzali della Regione Lombardia. L’emergenza sanitaria, causata dalla pandemia Covid-19, ha generato un bisogno ancor più stringente di vaccinare la popolazione, in particolare i pazienti cronici, le donne in gravidanza e gli over 65, oltre alle Forze dell’Ordine e al personale sanitario. Purtroppo però, attualmente, nella nostra regione, la distribuzione sta avvenendo in ritardo (rispetto alle indicazioni del Ministero della Salute) e a singhiozzo. A differenza degli altri anni, c’è un’assegnazione delle dosi ai medici e ai centri vaccinali in maniera scaglionata in una successione di finestre temporali che rende difficile per i sanitari capire se avranno flacconcini sufficienti per tutti i propri pazienti fragili.
Dai medici di Medicina Generale arriva un’accorato appello: “Abbiamo bisogno di certezze. Arriveranno queste dosi? Quando e quante?”. A parlarne con MBNews è lo Studio Associato Dott. Mauro Motta di Vimercate.
“L’ira dei cittadini cresce insieme al panico”
“La logistica di distribuzione dei vaccini quest’anno è piuttosto complessa. Ci sono fondamentalmente due macro-gruppi: gli under 65 patologici e gli over 65. Inizialmente erano contemplate anche altre categorie a rischio come gli operatori sanitari, il personale scolastico, le Forze dell’Ordine, gli alimentaristi e i volontari. A oggi, le uniche prese in considerazione sono le donne in gravidanza, di tutte le altre poc’anzi menzionate nessuno ne parla. Per ora abbiamo ricevuto 30 vaccini per gli under 65 a rischio e altri 20 dovremmo riceverli oggi sempre per gli under 65 a rischio. Ovviamente sono quantitativi nettamente inferiori al numero di pazienti di questa categoria che abbiamo in cura. Delle dosi per gli over 65 invece, l’unica cosa che sappiamo è che arriveranno dopo il 15 novembre, ma si tratta di una data meramente indicativa. Quella precisa non l’abbiamo ancora”, spiega il dottore.
“Questa situazione genera due ordini di problemi: innanzitutto una risposta immunologica dei pazienti estemporanea, perché alla fine verranno vaccinati troppo tardi. Teniamo presente che molte altre regioni sono partite i primi di ottobre. In secondo luogo si genera una reazione psicologica di rabbia nei cittadini, perché non si sentono rassicurati dalle nostre parole, ma d’altra parte, ripeto, noi non sappiamo nulla di più. Va peraltro sottolineato che l’importanza di questo vaccino non è certo di copertura per il Covid, tuttavia è fondamentale nelle fasi di screening, in presenza di sintomi riconducibili sia all’influenza sia al Coronavirus”, chiarisce il medico di Medicina Generale.
“I cittadini sono stati bombardati per mesi sull’importanza di vaccinarsi contro l’influenza e ora che sono pronti a sottoporsi alla dose, scoprono che forse non l’avranno. Si innesca automaticamente una reazione di panico, mista a rabbia. Noi cosa possiamo fare? Io personalmente ho 62 anni e faccio questo mestiere da 32, con i miei pazienti ho sempre costruito un rapporto di stretta fiducia e stima, di cui vado fiero, nella situazione attuale dovrei dare loro informazioni arbitrarie, per poi ritrovarmi a doverle disattendere. Io non intendo rovinare il legame intessuto in così tanti anni di lavoro, confronto e supporto”.
“Ci troviamo dinanzi a scelte difficilissime: come posso scegliere quale vaccinare e quale no, tra un paziente iperteso e un diabetico, solo per fare un esempio? Si tratta in entrambi i casi di pazienti a rischio. Sulla carta il responsabile di tale scelta sarei comunque soltanto io”, sottolinea il dottore.
“Quelli che si rassegnano all’evidenza dei fatti, non possono nemmeno tentare la carta della farmacia: anche per loro quest’anno sarà durissima avere delle dosi. Oltretutto devo dire che qui a Vimercate, tutte le farmacie hanno liste d’attesa, ma i titolari in totale onestà si segnano i nomi, sottolineando però subito ai clienti che con buona probabilità resteranno in attesa di un miracolo. Insomma, il vaccino anti influenzale 2020 è come l’Araba Fenice”.
“Infine, c’è l’aspetto organizzativo. In considerazione dell’emergenza sanitaria indotta dal Covid-19, noi medici di base abbiamo dovuto organizzare degli ambienti sicuri, in linea con i rigidi protocolli imposti dal Governo, nei quali poter vaccinare i nostri pazienti. Quando in questi giorni mi è arrivata la mail di Ats che mi chiedeva giorno, orari e modalità organizzative per la somministrazione dei vaccini, mi perdoni ma mi è venuto da sorridere, perché in realtà noi non sappiamo nemmeno se e quando ci arriverà la materia prima per poter procedere! Come può capire, è una situazione paradossale“.
Obiettivi di Regione Lombardia disattesi
“Non dobbiamo dimenticare che il progetto iniziale di regione Lombardia, lo testimoniano le mail che abbiamo ricevuto negli ultimi mesi, si poneva l’obiettivo di vaccinare il 95% degli over 65, attualmente sarebbe prevista per il 75% di costoro. Un’importante riduzione che è stata peraltro improvvisa e senza particolari spiegazioni. Per la situazione attuale, quest’ultimo obiettivo, che negli anni passati abbiamo raggiunto senza problemi, nel 2020 non lo raggiungeremo mai”.
“Servono risposte concrete”
“Non è possibile che nella regione più ricca d’Italia ci ritroviamo a fine ottobre senza vaccini. Noi, come studio, chiediamo certezze, innanzitutto abbiamo bisogno di sapere se queste dosi arriveranno e se sì, quando, basta date indicative. Noi, in fin dei conti, chiediamo soltanto di poter fare al meglio il nostro lavoro”.
Foto di repertorio MBNews