Villa Reale chiusa, Filcams Cgil Monza e Brianza: “Riapertura in tempi stretti”

Il sindacato è al fianco degli otto dipendenti di “Cultura Domani”, rimasti senza lavoro e stipendio, per un contenzioso tra Consorzio e concessionario privato. Il Comune ha aperto uno spiraglio.
Un po’ di luce in fondo al tunnel. Ancora così fioca, però, da non riuscire a mostrare il cammino da fare, se non i primi, incerti passi. E’ questa la situazione attuale del corpo centrale della Villa Reale di Monza. Una parte del monumento simbolo del capoluogo della Brianza, gestita dalla Nuova Villa Reale di Attilio Maria Navarra, società controllata a sua volta da Italiana Costruzioni, che non ha mai riaperto dal lockdown di marzo.
Il perché è semplice quanto drammatico per gli otto dipendenti, rimasti senza lavoro e senza stipendio, di “Cultura Domani”, società emanazione di Nuova Villa Reale di Monza, concessionario che ha in gestione dal Consorzio della Villa Reale le attività del corpo centrale della Villa costruita dall’architetto imperiale Giuseppe Piermarini per l’arciduca Ferdinando d’Asburgo.
Non accenna a risolversi, infatti, il contenzioso tra il Consorzio, ente pubblico rappresentato legalmente da Regione Lombardia, ma di cui è presidente di diritto il sindaco di Monza, attualmente Dario Allevi e, appunto, il concessionario privato, Nuova Villa Reale di Monza srl (vedi l’approfondimento). Che ha richiesto la recessione del contratto ventennale e un risarcimento pari a 8 milioni di euro, poi scesi a 4, come riconoscimento di indennità per i mancati introiti dei 6 anni di gestione del corpo centrale della Villa, a partire dalla sua riapertura nel 2014 dopo il lungo restauro.
LA POSSIBILE NOVITÀ
Ma ora, dopo che nei giorni scorsi la Corte dei Conti, interpellata dal Consorzio per un parere sul fatto che il possibile accordo con Nuova Villa Reale di Monza possa configurarsi come accusa di danno erariale, ha dichiarato la sua non competenza sull’argomento, il Consiglio comunale di Monza, convocato ad hoc il 26 ottobre, sembra aver aperto qualche spiraglio.
“Abbiamo preso atto positivamente della convergenza di tutti gli interventi nel definire come massima priorità la riapertura in tempi stretti del principale bene culturale della città di Monza – spiega Matteo Moretti (nella foto in basso), segretario generale della Filcams Cgil di Monza e Brianza – si starebbe tentando con il concessionario privato di trovare un accordo per riaprire subito, in attesa di risolvere la diatriba, un bene di caratura internazionale come la Villa Reale, che non può restare ostaggio di un contenzioso tra pubblico e privato, mentre i lavoratori continuano ad essere danneggiati economicamente insieme ai cittadini”.
“Resta da parte nostra il disappunto perché non ci è stato consentito di far sentire ai Consiglieri e al Consorzio la voce dei lavoratori che da mesi sono vittime di questa situazione, nonostante il Sindaco avesse assunto direttamente un impegno in tal senso durante un incontro svoltosi l’8 Settembre 2020 – continua – il Presidente del Consiglio Comunale, comunque, ci ha scritto che promuoverà un incontro anche con i Consiglieri Comunali per dare voce alle richieste dei lavoratori a salvaguardia dell’occupazione”.
LA PREOCCUPAZIONE DEI LAVORATORI
In attesa che le prossime settimane possano segnare concreti sviluppi positivi, la vicenda umana e professionale degli otto dipendenti di “Cultura Domani”, tutti giovani tra i 30 e i 40 anni, alcuni anche con una famiglia da mantenere, è ormai ad un punto critico.
“La cassa integrazione richiesta dall’azienda è stata concessa dal 3 di agosto al 6 dicembre, ma gli ultimi pagamenti risalgono a giugno, mentre a luglio sono state esaurite le ferie arretrate” afferma Fabiana Cabras, sindacalista della Filcams Cgil Monza e Brianza.
“Da tre mesi, quindi, questi lavoratori, a casa da marzo dopo che per anni hanno garantito la fruibilità della Villa Reale di Monza, non ricevono nulla – continua – sono in attesa, infatti, dell’assegno da parte dell’Inps, visto che il datore di lavoro ha già più volte ribadito l’indisponibilità ad anticipare le somme dovute ai propri dipendenti”.
La recente nomina di Giuseppe Distefano a nuovo Direttore generale del Consorzio potrebbe favorire lo sblocco del contenzioso tra pubblico e concessionario privato. E, quindi, rendere meno incerto anche il futuro dei lavoratori.
“Forse questa vicenda dovrebbe anche far sorgere il dubbio se non sia da ripensare il modello di gestione che ha portato ad affidare in esclusiva ad un privato un bene pubblico di rilevanza straordinaria come la Villa Reale – si chiede Moretti – sicuramente il contributo del privato è importante, ma in questo caso ha mostrato tutti i suoi limiti”.