Emergenza immigrazione: a Monza oltre due anni per il rinnovo dei permessi. La denuncia di Rete Brianza Solidale

Situazione insostenibile che coinvolge i quasi 60 mila immigrati extracomunitari presenti nel territorio provinciale.
Durante la conferenza stampa del 9 novembre, la rete “Brianza Accogliente e Solidale” ha denunciato una situazione insostenibile quanto al rinnovo dei permessi di soggiorno per gli stranieri, che coinvolge i quasi 60 mila immigrati extracomunitari presenti sul territorio provinciale. Per lo più impiegati presso le famiglie come colf e badanti, nell’edilizia, nell’industria manifatturiera e in alcuni ambiti del terziario, come la ristorazione.
“Dal 2019, ossia da quando ha iniziato a operare la questura – denuncia Matteo Casiraghi, della segreteria CGIL di Monza – i tempi d’attesa in questura per il rinnovo di un permesso sono intorno ai due anni”.
Per denunciare questa situazione la Rete, di cui fanno parte un centinaio di associazioni, dai sindacati CGIL e CISL alla Caritas e a Emergency, ha presentato una petizione che nei primi giorni ha già raccolto quattrocento firme, per chiedere alle autorità competenti, anzitutto al Ministero dell’Interno, di porre rimedio a disfunzioni legate a problemi organizzativi, soprattutto carenza di personale negli uffici.
“Questa situazione, che non trova riscontro nelle altre province italiane – prosegue Casiraghi – comporta gravi conseguenze sul piano della possibilità di trovare un lavoro e della tutela dei diritti. Ad esempio, alla scadenza del permesso, l’INPS sospende il pagamento di alcune tipologie di prestazioni, come l’invalidità civile o l’indennità di accompagnamento”.
Su tali conseguenze si è soffermata Marianna Crippa, avvocato dell’ASGI (Associazione Studi Giuridici sull’immigrazione).
“La legge prevede per il rinnovo del titolo di soggiorno un tempo d’attesa di 60 giorni. Il fatto che invece in Monza Brianza l’immigrato debba attendere due anni, ha conseguenze gravi sulla vita delle persone. Se ad esempio uno straniero si trova a cercare un nuovo lavoro, il fatto che si trovi con un permesso scaduto induce quasi sempre i possibili datori di lavoro a non assumerlo perché temono che il rinnovo potrebbe non arrivare mai”.
Ma persino per la tutela della salute, ricorda l’avvocato dell’ASGI, ci sono ripercussioni negative. Perché nell’attesa del permesso, inizialmente, l’iscrizione al servizio sanitario nazionale viene rinnovata per sei mesi ma poi accade che se il permesso tarda essa non viene più rinnovata. Una problematica particolarmente rilevante vista l’emergenza sanitaria. Infine, la questione dei viaggi e in generale degli spostamenti: la mera richiesta di rinnovo non ha alcun valore nell’area Schengen. Per esempio, se lo straniero vuole recarsi al funerale di un congiunto morto a Nizza, questo non è possibile.
Su come viene vissuta in prima persona dagli immigrati questa situazione, ha portato la propria testimonianza Doumbia Zoumana, ivoriano residente da più di 10 anni nella nostra provincia che lavora nel grande stabilimento Granarolo di Usmate Velate.
“Ho chiesto per mio figlio, che ha 16 anni, il rinnovo del permesso di soggiorno e l’appuntamento è stato fissato ad agosto 2022. Fino ad allora il ragazzo, che è cresciuto in Italia ed è perfettamente integrato, incontrerà ostacoli di ogni tipo”.
Ecco il link per chi volesse sottoscrivere la petizione: (LINK ALLA PETIZIONE ON-LINE)
Articolo di Carlo Codini