Monza, al flash mob dei ristoratori una bara bianca e lo striscione “almeno la dignità lasciatecela”.

1 novembre 2020 | 16:16
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Monza, al flash mob dei ristoratori una bara bianca e lo striscione “almeno la dignità lasciatecela”.

Erano una cinquantina gli addetti del settore che si sono riuniti per denunciare le difficoltà economiche e occupazionali della ristorazione a seguito delle restrizioni anticovid.

Una bara bianca, un tavolo con due sedie vuote e uno striscione con scritto “almeno la digonità lasciatecela”. I Ristoratori Riuniti hanno deciso di denunciare così la condizione difficile vissuta dall’intero settore, nel corso del flash mob che ha coinvolto una cinquantina di esercenti sabato 31 ottobre. Una manifestazione annunciata i giorni scorsi che va ad aggiungersi a quelle organizzate nelle principali piazze italiane dai baristi e ristoratori per denunciare la situazione drammatica a livello economico e occupazionale che sta vivendo il settore, primo coinvolto nelle restrizioni previste dalle normative anticovid in vigore.

La chiusura alle 18, che toglie la possibilità di fare aperitivi e cene, sommata ai disagi suiti i mesi scorsi, secondo i Ristoratori Riuniti brianzoli coordinati da dagli organizzatori coordinati da Vincenzo Butticè, andrebbe a mettere a rischio circa il 60% delle attività ora aperte che rischierebbero di abbassare per lèultima volta le serrande a stretto giro. Secondo quanto comunicato da RIUN ilfatturato del settore in Brianza è pari a 1.8 miliardi di euro in somministrazione ce onta 3.400 aziende danno occupazione a 18.500 di lavoratori. “Oggi tutto questo è a rischio! Di noi almeno il 60% ci lascerà le penne- si legge nella nota stampa inviata dal gruppo di ristoratori-. Ci stanno mandando in trincea a combattere il nemico Covid 19 senza dotazioni”.

Tra le richieste e proposte dei ristoratori, indennizzi sino al raggiungimento del punto di pareggio, al netto del costo delle risorse umane, calcolato sui valori medi di fatturato degli ultimi due anni; un credito d’impostaimmediatamente esigibile e cedibile a terzi, banche o locatori, cassa integrazione al 100%, l’esenzione di imposte dirette e indirette, tasse e tributi, oneri previdenziali e contributivi, centrali e periferiche per tutto il periodo della Pandemia; il pronto e immediato utilizzo gratuito del suolo pubblico, con dehors con possibilità di riparare dalle intemperie e riscaldare lo spazio pubblico in modo da renderlo fruibile anche durante l’inverno negli orari consentiti e, infine, l’accesso al credito agevolato e garantito, sul valore patrimoniale dell’azienda a base trentennale.