Qual è il bilancio per questo 2020? Apa Confartigianato fa il punto. La parola d’ordine è innovazione

Il segretario generale di Apa Confartigianato Enrico Brambilla fa il punto della situazione di questo fine 2020. Nel farlo spiega quali sono le best practices da adottare: parola d’ordine innovazione
“L’epidemia ci ha insegnato che molto sta cambiando nel nostro mondo e che in questo nuovo mondo il digitale avrà un ruolo fondamentale. Per questo motivo stiamo cercando di accompagnare le medie e piccole imprese verso questa trasformazione”. Sono le parole del segretario generale di Apa Confartigianato Monza e Brianza Enrico Brambilla, che allo scadere di questo 2020 fa il punto della situazione. Scatta una fotografia concreta di quella che è la situazione delle piccole medie imprese. Delinea le principali criticità e traccia le principali soluzioni. Ma soprattutto paventa le prospettive di crescita e di sviluppo per quanto riguarda il 2021. Un insieme di grandi sfide, che se colte nel modo giusto porteranno le piccole medio imprese ad essere maggiormente competitive.
Parola d’ordine innovazione digitale. E in un contesto dove l’e-commerce viene sempre più percepito come minaccia al mondo del piccolo medio artigiano, zoccolo duro non solo della Brianza, ma del Paese tutto, il segretario Brambilla rassicura: “Come Apa Confartigianato abbiamo intrapreso due principali azioni a tutela e a sostegno della PMI“. L’obiettivo è quello di accompagnare le realtà imprenditoriali verso un uso sempre più consapevole delle nuove piattaforme digitali, che permettano loro di offrire prodotti e servizi ai consumatori finali. “Questo passaggio – spiega Brambilla – deve avvenire sia attraverso intese con i Big del settore, sia attraverso la creazione di piattaforme ad hoc”. Nel primo caso, attraverso il supporto di ICE (Istituto nazionale per il Commercio Estero), Apa Confartigianato ha potuto stipulare una convenzione con Alibaba Group, dando così la possibilità a 200 imprese artigiane di proporre i propri servizi e i propri bene all’interno di questa piattaforma. Nel secondo esempio apportato dal segretario, invece, gli sforzi dell’associazione di categoria si sono rivolti alla creazione di piattaforme digitali a livello locale: “L’obiettivo – ha dichiarato Brambilla – vuol essere quello di sostenere, soprattutto in questo momento, il consumo di beni e di servizi italiani, artigiani e locali“.
L’emergenza sanitaria in corso ha messo in particolare rilievo la questione: l’e-commerce si è infatti sviluppato a dismisura. Costretti a casa, il 66% degli italiani ha fatto uso delle piattaforme digitali dimostrando attenzione all’acquisto dei prodotti alimentari e all’acquisto di prodotti d’ abbigliamento in modo particolare (dati osservatorio eCommerce B2c ndr).
In tal senso, una di queste piattaforme si chiama proprio “Compro artigiano” ed è in prevalenza destinata al settore alimentare. Un ulteriore esempio arriva proprio da Apa Confartigianato: “Abbiamo creato un’apposita vetrina destinata alle imprese artigiane e riservate ai nostri associati, che – spiega Brambilla – promuoviamo in modo puntuale nell’auspicio che i consumatori del territorio possano accedervi”.
LA VIDEO INTERVISTA AL SEGRETARIO GENERALE, ENRICO BRAMBILLA:
Al di là dell’emergenza sanitaria o forse proprio a seguito di questa, il mercato, oggi, sta dimostrando una sempre maggiore tendenza ad essere “smart”. Innovazione e sviluppo sono diventate le nuove parole d’ordine. Lo impongono i tempi e per il mondo artigiano, che nella produzione Made in Italy nel mondo ha un ruolo considerevole, gli stessi tempi non fanno certo eccezioni. La vera sfida, quindi, è quella di uscire dal concetto tradizionale di artigiano e iniziare ad attribuendo un nuovo valore alle competenze artigianali, anche attraverso l’utilizzo del digitale.
IL PUNTO DI ENRICO BRAMBILLA:
Segretario, come va a concludersi questo 2020 e quali sono state le eventuali rivalutazioni che le aziende hanno compiuto su se stesse?
“Questo 2020, tutto sommato, si va a chiudere con un quadro moderatamente positivo. La gran parte delle nostre imprese, soprattutto quelle di natura produttiva, stanno lavorando a ritmo quasi pieno e hanno assorbito quasi del tutto i cali della prima parte dell’anno. Soprattutto, in molti casi, stanno facendo sempre meno uso della cassa integrazione.
Per quanto riguarda una rivalutazione si può dire ch ci hanno messo la caratteristica fondamentale che contraddistingue la piccola medio impresa: quella che oggi viene definita la capacità di resilienza. Inoltre la loro dimensione e la caratteristica tipica dell’impresa artigiana, ha facilitato l’assorbimento delle novità della crisi e ad avviare dei percorsi di trasformazione interne, che stanno per l’appunto andando verso l’impiego sempre più diffuso della digitalizzazione”.
Come, secondo, lei le azioni della politica, sia a livello nazionale sia a livello regionale, sono intervenute per dare sostegno alle imprese artigiane?
“Sono servite soprattutto nella prima fase per resistere. Poiché le varie forme di ristoro e le diverse misure di carattere finanziari sono state determinanti per poter rimanere in piedi. Quello che però oggi ci aspettiamo è che queste misure non vengano meno, soprattutto per tutte quelle filiere (spettacolo, turismo, ristorazione etc), che ancora stanno soffrendo la crisi”.
L’emergenza sanitaria ancora in corso ha delineato un altro problema, si parla infatti di un forte riscontro psicologico che ha portato stress e depressione in vari settori e in diversi ambiti. Il mondo dell’artigianato ne ha risentito e se sì, come?
“In questa situazione molti hanno riscoperto la positività e la forza dello stare assieme. Non c’è peggior cosa che il senso di solitudine e, senza voler fare della cosa un vanto, posso dire che in questi mesi come associazione di categoria siamo stati particolarmente vicini e attenti alle esigenze degli artigiani. Il fatto di aver fornito una sponda solida, amica e sicura agli imprenditori ha sicuramente aiutato, soprattutto nel fornire consulenza per quanto riguarda la gestione e la compilazione dei diversi bandi non sempre facili da gestire e compilare. Su questo punto in particolare c’è una novità: entro le prime settimane del 2021 dovremmo riuscire a concretizzare un progetto attraverso il supporto di un equipe di professionisti. Ossia aprire uno sportello che fornirà assistenza a imprenditori in difficoltà, mettendo assieme diversi tipi di assistenza. Da quella legale e finanziaria a quella psicologia”.
Ecco, in tal senso quali sono, secondo il suo punto di vista, le aspettative per il 2021 ormai alle porte e le best practices da adottare per una ripartenza?
“La prima aspettativa è quella inerente ad un calo della diffusione del contagio. Questo perché una delle lezioni più importanti che abbiamo appreso è che non ci può e non ci deve essere contrapposizione tra le ragioni della salute e le ragione dell’economia. Anzi, sono strettamente integrate. Se dovesse infatti partire una terza ondata del virus, inevitabilmente questo significherebbe un colpo durissimo a tutto il sistema economico. Evitiamo quindi la raffigurazione di quelli che a tutti i costi vogliono tutto aperto, dimenticando che se cala l’attenzione sanitaria il rischio è quello poi di pagare delle conseguenze ancora più drammatiche. Al netto di queste considerazioni, è evidente come, in questo momento, l’attesa più grande sia quella rivolta ai fondi del Recovery Fund e al piano Next Generation dell’Unione europea. La principale richiesta che noi facciamo in tal senso è quella che, nella costruzione dei progetti, non si dimentichi questo grande mondo della piccola impresa e dell’artigianato, che non può essere tagliato fuori da questo sistema”.
Quali sarebbero le misure (migliori) da adottare al fine di tutelare il mondo degli artigiani?
“Prima di tutto c’è molta attesa sugli effetti positivi, che l’entrata a pieno regime del super bonus per l’efficientamento energetico, potrebbe avere su tutto il sistema impresa. La speranza è quindi quella che le risorse europee possano stabilizzare e rendere temporalmente più durevole questa misura. L’altro tema per noi importante riguarda proprio la digitalizzazione delle imprese. Sicuramente una forma interessante di progresso, che va estesa anche alle piccole imprese. Che non vengano quindi trascurati i piccoli, bisognosi di fare investimenti magari più contenuti come sostanza, ma fondamentali come forma di crescita e sviluppo. Un terzo tema che ci preoccupa molto è poi quello finanziario. La sospensione delle rate di mutui e leasing ha costituito sicuramente un importante polmone di ossigeno. È quindi fondamentale, che al termine di queste misure, le imprese non si trovino all’improvviso a dover far fronte a impegni finanziari ingenti, che soffocherebbero nuovamente la loro economia. Quindi parte dei fondi potrebbero essere destinati a sostenere le imprese in questa delicata fase di passaggio”.
In questo ultimo periodo si sta facendo un gran parlare dell’app IO e del cosiddetto Cashback. Cosa ne pensa?
“In primo luogo vanno specificate le maggiori difficoltà che stiamo riscontrando. Queste vertono sulla questione della lotteria degli scontrini, che sta richiedendo gli aggiornamenti dei registratori telematici a tappe molto forzate e con costi a carico delle imprese. Sulla questione noi abbiamo chiesto un periodo iniziale di mora, così che le aziende non incorrano in sanzioni. Da un punto di vista pratico, ci auguriamo ci siano misure compensative per gli esercenti che si debbono dotare di questa strumentazione e che soprattutto vengano eliminati i costi bancari anche al di sopra dei 5 euro, così che i costi delle transazioni non ricadano sugli esercenti”.