Sciopero dipendenti pubblici: presidio in centro Monza [FOTO]

9 dicembre 2020 | 06:48
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Sciopero dipendenti pubblici: presidio in centro Monza [FOTO]

L’astensione lavorativa è motivata da diversi fattori: richiesta di nuove assunzioni, stabilizzazioni dei precari, sicurezza e rinnovo del contratto.

Hanno esposto le proprie ragioni questa mattina in piazza Trento e Trieste a Monza. Lo hanno fatto durante un presidio che Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa, le organizzazioni sindacali provinciali di categoria, hanno promosso in occasione dello sciopero nazionale dei servizi pubblici. Questi ultimi comprendono lavoratrici e lavoratori di diverse categorie: dalla sanità ai dipendenti dei Tribunali, dall’Agenzie delle Entrate ai Vigili del Fuoco. Nella provincia di Monza e Brianza gli addetti interessati dallo sciopero sono circa 10mila. Altri 8mila lavorano in provincia di Lecco.

SERVONO NUOVE ASSUNZIONE

L’astensione lavorativa è motivata da diversi fattori. Uno di questi è costituito dalla necessità di effettuare nuove assunzioni. Anche perché l’età media dei lavoratori del pubblico impiego è di 51 anni.  «Negli ultimi 15 anni – spiegano Tania Goldonetto, Nicola Turdo, Carmine Villani e Alfio Bennardo, rispettivamente segretari generali Fp Cgil Monza Brianza, Cisl Fp Monza Brianza Lecco, Uil Pa e Uil Fpl Brianza – il comparto ha perso 300mila posti. Da anni, per esempio, segnaliamo la mancanza di 50mila infermieri. E le assunzioni concluse dopo la prima ondata non hanno coperto il turn over. In generale, in questo settore, servono più assunzioni e una maggiore formazione, per evitare che l’organico degli uffici, già carente, sia ulteriormente sottodimensionato».

STABILIZZAZIONE DEI PRECARI

Un altro motivo della protesta riguarda la richiesta di stabilizzazione di 170mila precari.  «Personale – precisano i dirigenti sindacali – che viene chiamato di volta in volta. Ma si tratta di addetti che coprono ruoli essenziali».

SICUREZZA DEGLI OPERATORI

Una terza motivazione dello sciopero è legata alla sicurezza degli operatori. I sindacati, sin dall’inizio dell’emergenza sanitaria, chiedono che in tutti i luoghi di lavoro il personale sia fornito di adeguati dispositivi di protezione individuale. «Oltretutto – precisano i rappresentanti sindacali -, soprattutto in questo periodo, la stessa incolumità personale degli operatori sanitari è a rischio. C’è chi è stato aggredito sul posto di lavoro, sulle ambulanze e nei pronto soccorso».

RINNOVO DEL CONTRATTO

I lavoratori hanno scioperato anche per il rinnovo contrattuale. Il «vecchio» contratto è scaduto da due anni. «Le risorse stanziate dal governo nella legge di Bilancio non sono sufficienti a garantire, non solo i rinnovi, ma una vera riforma della pubblica amministrazione che parta dalle assunzioni», aggiungono i segretari. E concludono: «Le iniziative messe in campo oggi sono fondamentali per garantire il servizio pubblico, a tutti i livelli, per i prossimi anni».