Il Comitato residenti insiste: “Il progetto così non va: da noi oltre 20 pagine di proposte”

13 gennaio 2021 | 09:19
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Il Comitato residenti insiste: “Il progetto così non va: da noi oltre 20 pagine di proposte”

Il Comitato chiede che la proposta di modifica al PII venga assoggettata a una valutazione ambientale strategica (VAS). 

Era giugno 2020 quando la proposta di modifica al Programma Integrato di Intervento per l’Area dell’ex Feltrificio Scotti di Monza arrivava tra le pagine della cronaca. A mobilitarsi contro quelli che sarebbero stati definiti i “casermoni di viale Cesare Battisti“, palazzi fino a 8 piani in prossimità di uno dei vialoni più belli della città, era stato, in primo luogo, un gruppo di cittadini, abitanti del quartiere che si erano organizzati tramite un comitato. Oggi, quel comitato può vantare risultati non di poco conto, uno fra tutti il coinvolgimento dei cittadini monzesi nella vicenda dell’area, attualmente dismessa e da riqualificare, ma che contiene una gloria del passato manifatturiero monzese: una ciminiera storica, meritevole, secondo i residenti, di avere una seconda vita.

Dopo numerosi step e alcuni cambiamenti della proposta di progetto, ancora sulla carta, nella giornata di ieri, martedì 12 gennaio, si è tenuta la nuova conferenza di verifica alla modifica del piano integrato di intervento. Un incontro telematico che ha chiamato a raccolta i principali soggetti coinvolti nella vicenda. Alla conferenza non è mancato il Comitato residenti Area Scotti, che ha presentato tramite un documento di 23 pagine, suggerimenti e proposte, con l’obiettivo che la proposta di modifica al PII vigente venga assoggettata a una Valutazione Ambientale Strategica (VAS). 

Gaddi: “La ciminiera? Per me un simbolo di storia e vanto monzese”

“All’incontro di ieri abbiamo partecipato anche noi del Comitato – ci racconta Antonella Gaddi, portavoce dei residenti – perchè si trattava di un momento importante per chi ha seguito la vicenda e ci sta mettendo testa e cuore. Un tavolo, seppur virtuale, in cui erano presenti molti dei soggetti chiave in questa vicenda: dai tecnici e responsabili di questa amministrazione, fino ai soggetti privati coinvolti, passando per i progettisti e l’ingegnere che ha firmato il rapporto preliminare, l’Ing. del Furia. Grande assente la sovrintendenza, che però ha mandato “in diretta” un parere. Noi del Comitato avevamo chiesto all’ente di esprimersi, considerando l’area in questione e la sua vicinanza alla Reggia di Monza, il nostro gioiello in città. Un parere che sembra essere arrivato e per cui ho già inviato una PEC per la richiesta di accesso”.

“Nei prossimi giorni – prosegue Gaddi – faremo il punto con i membri del Comitato e rilasceremo alla stampa le nostre suggestioni sull’incontro. Sappiamo che quello di ieri era uno step importante: sulle basi di quella discussione verrà deciso se il progetto presentato in variante a quello precedentemente approvato debba essere o meno assoggettato ad ulteriori approfondimenti ed eventuali modifiche prescrivibili a valle del procedimento di Valutazione Ambientale Strategica (VAS), oppure no. Nelle nostre 23 pagine di osservazioni cerchiamo, umilmente, di portare il nostro punto di vista: ci sono tante cose che sono contestabili a livello di progetto e di “visione” della città. La “variante” in realtà disegna un nuovo scenario, in cui anche gli elementi di positività possono essere un boomerang. Un esempio? La piazzetta che si formerà in prossimità delle mura dell’ex fabbrica, ma che sarà situata in uno spazio incastrato, destina ad essere un luogo di degrado e potenzialmente pericoloso”.

Antonella Gaddi insieme a Giorgio Majoli

“Torno poi sul tema della ciminiera: come si legge nel rapporto preliminare, ad oggi, c’è la volontà di mantenere e valorizzare il sedime del manufatto attraverso l’inserimento di un elemento scultoreo. Allora mi chiedo: visto il progetto, sarebbe un monumento per la collettività o a beneficio del giardino condominiale? E aggiungo, la ciminiera dovrebbe ricordarci il vanto e la storia monzese: la mia sensazione è che non ci sia questa volontà”.

E adesso?

Adesso il Comitato aspetta la verifica di assoggettabilità (o screening), cioè la procedura finalizzata ad accertare se un piano o un programma debba o meno essere assoggettato alla procedura di Valutazione Ambientale Strategica. Il provvedimento viene emanato entro 90 giorni dalla richiesta di avvio della procedura.