Monza e Brianza, 2.384 denunce per infortuni da Covid: tra le peggiori della Lombardia

Nel solo mese di novembre, ci sono state 950 denunce di infortunio da Covid, un incremento del 66% rispetto al mese precedente.
La pandemia di Covid-19 ha declinato i suoi effetti anche nell’ambito degli infortuni sul lavoro. Nella provincia di Monza e Brianza, nel solo mese di novembre, ci sono state 950 denunce di infortunio da Covid, un incremento del 66% rispetto al mese precedente. Dopo Milano e Varese, la nostra provincia è risultata la più colpita dell’intera regione Lombardia. A farne maggiormente le spese è stata la forza lavoro femminile. “Oggi più che mai bisogna puntare sulla sicurezza, in termini di formazione a partire dalle scuole e rispetto delle norme già vigenti”, dichiara Enzo Mesagna, segretario, con delega al mercato del lavoro della Cisl Monza Brianza Lecco.
I numeri degli infortuni sul lavoro
A livello regionale, rispetto alla data di rilevazione del 31 ottobre, le denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19 sono aumentate di 9.751 casi (7.476 avvenuti a novembre, i restanti riconducibili a mesi precedenti), di cui 7 per eventi mortali (3 decessi a novembre). Il rilevante aumento ha riguardato tutte le province pur spiccando per intensità del fenomeno, sia in termini assoluti che relativi, quelle di Milano, Varese, Monza-Brianza e Como.
Nella regione, l’incremento del 44,1% al 30 novembre, rispetto a quanto rilevato fino al mese precedente, seppur molto elevato, risulta inferiore a quello registrato a livello nazionale (+56,2%): l’incidenza regionale sul dato nazionale, infatti, negli ultimi mesi è scesa progressivamente dal 36% – registrato fino ai mesi estivi – all’attuale 30,5% di denunce sul complesso. Analogo l’andamento per gli esiti mortali.
Entrando nel dettaglio della provincia di Monza e Brianza, nel mese di novembre ci sono state 1.027 denunce per infortuni (674 nel novembre 2019), numeri che portano il totale del 2020, a novembre, a 6.939. Questo dato è minore rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, in cui si contavano 7.515 infortuni totali.
“Attenzione però, perché a mio avviso, il calo degli infortuni totali è un dato positivo soltanto all’apparenza, perché risente molto del fatto che le ore lavorate nel corso 2020 sono state sensibilmente inferiori rispetto a quelle dell’anno precedente, a causa della pandemia e del conseguente lockdown”, chiarisce Enzo Mesagna.
Sempre in provincia di Monza e Brianza, nel solo mese di novembre, ci sono state 950 denunce di infortunio da Covid, che rispetto al mese precedente rappresentano un incremento del 66%. Di queste, 708 riguardano personale femminile e 242 personale maschile. Dando uno sguardo all’intero anno (fino a novembre 2020), si conta un totale di 2.384 infortuni, che rappresentano il 7,5% dell’incidenza a livello regionale. Un impatto notevole dunque, quello della nostra provincia sull’intera Lombardia, che vede le donne maggiormente colpite con 1.753 infortuni, rispetto ai 631 degli uomini, poiché circa 3/4 di queste denunce provengono da persone che lavorano in ambito ospedaliero o di assistenza alla persona, come le Rsa, caratterizzate prevalentemente da personale femminile. Gli infortuni Covid con esito mortale, in tutto il 2020, in Monza e Brianza, sono stati 4.
Per quanto riguarda invece l’incidenza delle malattie professionali, nel solo mese di novembre sono state registrate 17 nuove denunce (contro le 9 del medesimo mese del 2019) che portano il totale del 2020 a 174 (contro i 221 del 2019).
“Sono numeri esigui, ma anche in questo caso i dati sono potenzialmente sottostimati. Considerato che le denunce dovrebbero avvenire durante il rapporto di lavoro, capita spesso che i lavoratori non se la sentano, per non doversi scontrare poi col proprio datore di lavoro e compromettere la propria posizione. E’ quindi importante portare avanti un lavoro di sensibilizzazione non solo dei lavoratori, ma anche dei medici di base e competenti che dovrebbero avere la capacità di collegare le varie patologie che emergono, penso in particolare a quelle dell’apparato muscolo-scheletrico per il sollevamento di pesi, oppure a quelle respiratorie, a un potenziale danno professionale”.
L’importanza di puntare sulla sicurezza
“I 6.939 infortuni della provincia di Monza e Brianza dimostrano due aspetti fondamentali: da un lato, la necessità di tenere alta l’attenzione del rispetto dei protocolli di sicurezza, quindi dall’uso corretto dei dpi alla distanza tra le persone, pur sapendo che tutto ciò non sempre è possibile. Ci sono infatti attività lavorative in cui il contatto è imprescindibile, ma anche realtà, come il manifatturiero, in cui la struttura stessa dei macchinari impedisce il corretto distanziamento tra i lavoratori”, spiega Mesanga.
“Dall’altro lato, diventa urgente focalizzarsi sulla questione della prevenzione degli infortuni, un’arma fondamentale. Oggigiorno è un tema troppo spesso relegato ai margini delle attività lavorative delle aziende: investire in sicurezza è ancora letto come uno spreco di risorse. E’ necessario invece fare un salto culturale in avanti e per farlo bisogna partire dalla scuola: parlare di sicurezza e prevenzione già ai ragazzi, è l’unica via per mettere in atto un vero e proprio cambiamento ideologico. Di pari passo deve andare anche la formazione sulla sicurezza, coinvolgendo maggiormente in primis i rappresentati dei lavoratori insieme ai rappresentati delle aziende e poi tutti i lavoratori. A ciò si affianca anche l’aspetto imprescindibile della vigilanza. Insomma il tema della sicurezza va affrontato a 360 gradi”, conclude Mesagna.
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