Monza urbanistica ferma al palo, Pd: “️Il Tar ferma la delibera regionale.”

15 febbraio 2021 | 09:42
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Monza urbanistica ferma al palo, Pd: “️Il Tar ferma la delibera regionale.”

Il Tar di Milano ha rinviato alla Corte Costituzionale la legge regionale che, avente come obiettivo la riqualificazione urbana, concede bonus volumetrici fino al 25% per chi recupera immobili abbandonati. 

E’ ancora bufera sul tema urbanistica a Monza. Il Tar di Milano ha rinviato alla Corte Costituzionale la legge regionale voluta dalla giunta di Attilio Fontana che, avente come obiettivo la riqualificazione urbana, concede bonus volumetrici fino al 25% per chi recupera immobili abbandonati.

I recenti accadimenti, dunque, interesserebbero da vicino anche l‘ordine del giorno approvato dal consiglio comunale monzese, oggetto di un acceso scontro tra maggioranza e opposizione.

Se da una parte l’assessore Martina Sassoli, ha definito il provvedimento come una “proiezione di Monza nel futuro”, dall’altra le forze di minoranza continuano a prospettare una ” visione meno rosea e all’insegna della cementificazione”. 

Con la decisione del Tar, dunque, il dibattito si è riacceso: “️Stop alla delibera regionale che premia gli speculatori. Questa volta a dirlo non è il gruppo consiliare del Pd di Monza, ma il TAR. Eppure la Giunta Allevi non se ne fa una ragione. – scrive in una nota ufficiale il Partito Democratico monzese – Ricordate la delibera recentemente approvata dal Consiglio Comunale di Monza, che prevedeva premialità sui diritti edificatori per 44 edifici/aree “dismesse” della Città nell’ordine del 20/25%? Quella che esonerava gli operatori dal recupero degli standard e che la maggioranza di destra in Consiglio Comunale ha voluto approvare ad ogni costo, nonostante nulla ci obbligasse a farlo. Ecco, quella delibera su cui il Gruppo Consiliare del Pd, insieme alla Lista Civica x Scanagatti Sindaco e IV, ha battagliato è figlia di una legge regionale che il TAR rimanda alla Corte Costituzionale perché ha ravvisato numerosi elementi di incostituzionalità. Il TAR rileva che “La lesione della potestà pianificatoria comunale appare evidente e soprattutto il sacrificio delle prerogative comunali risulta non proporzionato, con violazione del principio di ragionevolezza di cui all’art. 3 della Costituzione”.

Secondo il TAR : “Il legislatore regionale ha imposto una disciplina ingiustificatamente rigida e uniforme, operante a prescindere dalle decisioni comunali e in grado di produrre un impatto sulla pianificazione locale molto incisivo e potenzialmente idoneo a stravolgere l’assetto del territorio, o di parti importanti dello stesso, in maniera del tutto dissonante rispetto a quanto stabilito nello strumento urbanistico generale”.

Infine, precisa il TAR, “l’art. 40 bis appare in contrasto anche con i principi di uguaglianza e imparzialità dell’Amministrazione discendenti dagli artt. 3 e 97 della Costituzione, visto che riconosce delle premialità per la riqualificazione di immobili abbandonati e degradati in favore di soggetti che non hanno provveduto a mantenerli in buono stato e che hanno favorito l’insorgere di situazioni di degrado e pericolo, a differenza dei proprietari diligenti che hanno fatto fronte agli oneri e ai doveri conseguenti al loro diritto di proprietà, ma che proprio per questo non possono beneficiare di alcun vantaggio in caso di intervento sul proprio immobile. La norma regionale, quindi, incentiva in maniera assolutamente discriminatoria e irragionevole di situazioni di abbandono e di degrado”.

Per tutte queste ragioni il TAR ha disposto la trasmissione di tutti gli atti alla Corte Costituzionale, perché si esprima sulla legittimità del 40bis.

“Ci permettiamo, molto modestamente, di rammentare che queste sono alcune delle motivazioni che il Gruppo Consiliare del PD Monza ha portato nel dibattito in aula. Abbiamo consigliato prudenza, considerando che da più parti si erano manifestate forti perplessità circa la legittimità dell’atti, ma non c’è stato verso” conclude il Pd.