Monza, studenti di nuovo in piazza. “Ripensiamo la scuola: serve un cambio di passo”

Al via anche la stesura di un manifesto a livello nazionale.
Ancora in piazza, ancora a chiedere una scuola diversa. Sono tornati venerdì nel cuore della città di Monza i ragazzi e le ragazze dell’Uds (Unione degli Studenti) MB, per una simbolica protesta contro tutto quello che non funziona nella scuola italiana. La lista è lunga: ci sono decenni di mancati investimenti, programmi ministeriali fermi da anni e poi la mazzata finale, l’emergenza Covid-19, che a distanza di oltre anno dalla prima ondata ancora costringe la maggior parte degli studenti italiani alla DAD, la didattica a distanza, più volte criticata anche da genitori e docenti.
A Monza a farsi portavoce delle richieste degli studenti c’è la sezione territoriale del sindacato Uds, che proprio in queste ultime settimane sta scrivendo un manifesto di intenti, “Cantiere scuola”, che farà poi parte dell’azione sindacale a livello nazionale. “Questo documento è destinato ad arrivare sulla scrivania del Ministero dell’Istruzione – ci raccontaFrancesco Racioppi, tra gli animatori di Uds MB e rappresentante d’istituto del liceo Zucchi di Monza. – Ormai abbiamo la consapevolezza che quest’anno è compromesso; tuttavia siamo in piazza per gli studenti che l’anno prossimo saranno ancora tra i banchi di scuola e meritano un’istruzione diversa. Due cose fra tutte da rivedere? Educazione ambientale ed educazione sessuale nelle scuole: quella che c’è, quando c’è, è fatta in modo antico e senza coinvolgere davvero ragazze e ragazzi”.
“A livello territoriale – prosegue – abbiamo cercato un’interlocuzione con la Prefettura. Sappiamo che è stata convocata la consulta studentesca, una di noi ne fa parte e ha potuto partecipare all’incontro. Noi ci siamo messi a disposizione del prefetto e inviato alcune report, ma ad oggi ancora non siamo stati convocati. Insistiamo su alcuni punti, uno fra tutti il TPL, che dev’essere rinforzato e migliorato. Lo ripeto: la nostra azione non è soltanto per noi qui presenti, ormai in uscita dai licei: siamo in piazza e chiediamo una scuola diversa per le generazioni di studenti che verranno“.