La Villa Reale è pubblica. Il privato chiede € 10 milioni

Si chiude oggi, lunedì 8 marzo, l’esperienza di Nuova Villa Reale Spa, la società di Attilio Navarra da 7 anni parte del partenariato pubblico-privato, nella gestione della Reggia del Piermarini.
Addio Villa Reale. Si chiude oggi, lunedì 8 marzo, l’esperienza di Nuova Villa Reale Spa, la società di Attilio Navarra da 7 anni parte del partenariato pubblico-privato, nella gestione della Reggia del Piermarini. Il tassello finale per mettere un punto definitivo alla partnership tra il Consorzio e il privato, è arrivato con la fine dei sopralluoghi nell’ala di competenza dell’ex gestore. Adesso la Villa è interamente in mano al soggetto pubblico, che in parallelo all’iter del passaggio di consegne sta lavorando ad un piano per l’apertura del bene. La vicenda tra i due soggetti però è tutt’altro che finita ed è destinata ad andare avanti nelle aule di tribunale. In ballo c’è la causa da 10 milioni di euro avanzata da Navarra contro il Consorzio.
Il passaggio di consegne
Sono andati avanti più lungo del previsto i sopralluoghi dell’ala nobile della Villa Reale di Monza. Il passaggio di consegne, iniziato a metà gennaio, sarebbe dovuto concludersi entro il 19 febbraio. Invece è terminato oggi, lunedì 8 marzo, data in cui Navarra stesso riconsegnerà al Consorzio Villa Reale e Parco di Monza le chiavi degli spazi di sua competenza. Un addio, che arriva dopo mesi duri, caratterizzati dallo scontro tra le parti e da continui botta e risposta.
Fuori dalla Villa, però, le strade di Navarra e il Consorzio sono destinate ad intrecciarsi ancora. Lo scorso 26 febbraio infatti, il gestore privato ha notificato all’ente pubblico un lungo atto di citazione, destinato a spostare il dibattito sul piano giudiziario.
Il contenzioso tra pubblico e privato era iniziato più di un anno fa quando Navarra aveva recesso il contratto di concessione e chiesto oltre 8 milioni di euro, motivati dalla mancata realizzazione del progetto di riqualificazione delle altre ali della Villa, in linea a quanto previsto dal progetto Carbonara. Ad oggi i milioni richiesti sono 10, e, secondo il privato, sono calcolati come “investimento non ammortizzato, per la fuoriuscita del soggetto 14 anni prima del previsto. Un semplice calcolo matematico”.