A Monza (ri)apre Resilia, un Centro osteopatico al servizio dei clienti a 360°

Lo studio, fondato da Michele Fedeli, punta a far conoscere una disciplina medica olistica non sempre adeguatamente considerata. In via San Gottardo si è formato un team giovane e competente.
Gli imprevisti fanno parte della vita. E allora può anche capitare che si facciano scelte importanti e meditate, ma poi situazioni indipendenti dalla nostra volontà vadano ad incidere pesantemente sul percorso appena incominciato. Come è successo all’osteopata Michele Fedeli. Che a gennaio 2020 ha fatto ufficialmente nascere in via San Gottardo 58 a Monza lo studio “Resilia Manual and Holistic Care”. Ma poco dopo ha dovuto chiuderlo per colpa del primo lockdown da Covid-19.
Da allora, tra aperture e nuove chiusure, sta cercando di portare avanti l’idea di un Centro che, prima di tutto, vuole far conoscere l’osteopatia come disciplina olistica che si occupa di salute a 360° e avviare nel mondo del lavoro giovani osteopati che si sono formati in Scuole d’eccellenza.
UN INDIRIZZO PRECISO
“L’idea di creare “Resilia Manual and Holistic Care”, un Centro prima di tutto osteopatico, mi viene in mente a luglio del 2019 quando il mio storico collega e mentore, Luca Caimi, dopo 8 anni di intensa collaborazione, lascia lo studio di via San Gottardo a Monza e decide di aprire nella vicinissima via Sempione 14 un altro Centro polifunzionale, Modoetia” racconta Fedeli, 31 anni, che si è diplomato nel 2013 presso l’Istituto Superiore di Osteopatia (ISO) di Milano, dove oggi è Assistente alla Docenza.
“A quel punto, avendo a disposizione due piccoli ambulatori al pian terreno di un palazzo signorile in via San Gottardo, ho iniziato a chiedermi come trovare persone affidabili per dare anche continuità all’affitto – prosegue – ho, così, pensato di aiutare giovani osteopati ad affermarsi, attraverso una realtà già conosciuta a Monza e in Brianza, in una disciplina che, sebbene sia spesso presente all’interno di studi polispecialistici, viene vista come ultima spiaggia sia dagli altri professionisti che dagli stessi pazienti, nonostante quasi il 10% della popolazione italiana si sottopone ad un trattamento osteopatico almeno una volta nella propria vita”.
La ricerca di un team di cui circondarsi ha subito un riscontro positivo. “In 3 ore ho avuto la casella mail intasata di richieste, anche perché l’osteopata normalmente è un professionista esterno che collabora a partita IVA – spiega il fondatore di “Resilia Manual and Holistic Care” – alla fine ho creato un core group di 5 giovani, tra cui anche due miei ex studenti all’Istituto Superiore di Osteopatia di Milano, a cui, a fronte di un affitto calmierato, ho messo a disposizione tutto il materiale, dal lettino alla scrivania ai guanti e a tutto ciò che serve per poter iniziare a lavorare senza avere altri pensieri”.
“Inoltre, l’altra grande sfida che ho deciso di affrontare, è stata quella di cercare di aumentare il loro portafoglio di pazienti, tramite strategie di marketing, pubblicità e campagne social, al fine di far conoscere anche loro nel miglior modo possibile – continua – ad oggi il team è formato da otto osteopati, due nutrizionisti, due psicologhe ed un pediatra”.
LE PROSPETTIVE
Il modus operandi dello studio osteopatico di via san Gottardo, che punta a creare altri centri “Resilia Manual and Holistic Care” sul territorio e sta lavorando ad una partnership con l’Istituto Superiore di Osteopatia di Milano per diventare un centro CMO (Centro di Medicina Osteopatica) network, prevede un approccio olistico alla ricerca del benessere del paziente attraverso un percorso di prevenzione e cura a 360°.
“Stiamo cercando altre figure professionali, dietologi, psicologi, fisioterapisti e siamo convenzionati con il Centro polifunzionale Modoetia di via Sempione, dove ci sono oltre 40 medici di diverse discipline con cui collaboriamo – afferma Fedeli (nella foto in alto) – è importante, infatti, valutare le problematiche specifiche del singolo paziente che, ad esempio, se fosse in sovrappeso dovrebbe prima sottoporsi ad un percorso di dimagrimento, prima di passare a delle sedute manuali, in quanto, innanzitutto, i suoi dolori potrebbero derivare proprio dal peso e in secondo luogo perché lavorando solamente con tecniche manuali, risulterebbe davvero difficile raggiungere al meglio le strutture anatomiche che vorremmo trattare”.
“Il nostro obiettivo finale è far dipendere il paziente non dalla cura, ma dalla capacità del suo corpo di autocurarsi – continua – ecco perché non si tratta di fare tante sedute di osteopatia, ma un attento check up fatto di follow up ogni mese e mezzo circa, ovviamente una volta che siamo riusciti a togliere le problematiche e i dolori che affliggono il paziente, senza mai perdere di vista l’obiettivo primario dell’osteopatia, che nasce principalmente come disciplina preventiva”.
L’arrivo del Covid-19 ormai più di un anno fa, insomma, ha sospeso praticamente sul nascere un meccanismo, quello di “Resilia Manual and Holistic Care”, che era partito già con un motore in grado di esprimere grandi potenzialità. “A febbraio 2020, con il primo lockdown, non volendo mettere a rischio la salute dei pazienti, che sono il vero centro della nostra attività, siamo stati uno dei primi studi a chiudere – chiarisce il giovane fondatore – da maggio ad ottobre dell’anno scorso si è lavorato, quindi, anche perché l’osteopatia non è riconosciuta in Italia e non è considerata attività essenziale, di nuovo chiusi per un mese e poi aperti fino ad inizio febbraio, quando la terza ondata della pandemia e la zona rossa ci hanno costretto di nuovo ad abbassare la saracinesca”.
“Sono stati mesi duri, anche perché gli aiuti economici da parte dello Stato sono stati davvero pochi – afferma Fedeli – siamo comunque convinti che l’idea alla base di “Resilia Manual and Holistic Care” possa essere vincente e dare una luce diversa all’osteopatia come disciplina sanitaria”.
*Redazionale