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Caso villa Bagatti Valsecchi, per la presunta corruzione tutti assolti nuovamente

Caso villa Bagatti Valsecchi di Varedo, la sentenza d'appello conferma quella di primo grado: tutti assolti perché il fatto non sussiste

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A distanza di oltre due anni dal primo processo, quello inerente l’accusa di presunta corruzione sulla vendita della villa Bagatti Valsecchi di Varedo (era il febbraio del 2019 ndr), la sentenza è stata riconfermata: “Tutti assolti perché il reato non sussiste“.

 

I FATTI:

L’accusa si era stata rivolta nei confronti di  quattro imputati e due società. Tutti accusati, a vario titolo, di corruzione per quanto riguarda la vendita del plesso storico: si parla dell’architetto Antonio Emanuele Padoan, allora presidente della Commissione risorse territoriali e consigliere comunale di maggioranza. Di Giacomo Gaetano Fantoni, di Federico Borsani (la famiglia Borsani è l’ex proprietaria della villa) e Dario Morlini.  Altresì delle società Loco Varadeo proprietaria della villa, nonché di Arbo, la società controllante di ‘Loco Varadeo, rispettivamente amministrate da Giacomo Fantoni e dal cugino Federico Borsani.

La pm monzese Franca Macchia aveva chiesto la condanna a 3 anni di reclusione per Padoan e Fantoni. Due anni e mezzo per Morlini  nonché la condanna al pagamento di 60 mila euro per le 2 società e l’assoluzione di Federico Borsani. Al processo si erano costituiti come parte civile il Comune di Varedo e la Fondazione La Versiera, l’ente ritenuto poi strumento non idoneo dalla Corte dei conti, attraverso cui è avvenuta la compravendita della villa. Era quindi stato chiesto un risarcimento danni pari a 6 milioni e di 200 mila euro.

Era il 27 febbraio del 2019 e la sentenza di  primo grado aveva assolto ogni imputato con la motivazione che i fatti non sussistevano. Tuttavia il comune di Varedo si era dichiarato parte civile e, assieme alla procura di Monza, aveva presentato ricorso.

Davanti alla Corte di Appello di Milano, l’udienza è stata quindi  fissata a due anni di distanza rispetto alla sentenza  emessa dal Tribunale di Monza, probabilmente a causa del Covid che ha rallentato e dilatato i tempi della Giustizia. Al netto del fatto, nonostante l’accusa di corruzione fosse ormai già andata in prescrizione, i giudici si sono voluti esprimere riconfermando quanto già decretato in precedenza.

I COMMENTI:

Stefano Zini,  capogruppo del Pd a Varedo aveva già dichiarato come la sentenza, pazientemente attesa, ponesse fine a tutti i pettegolezzi e le calunnie sparse ad arte in questi anni. “A  distanza di due anni –  testimonia Zini – non posso far altro che ribadire quanto già espresso e aggiungere che oggi, dopo esattamente 5 anni, abbiamo avuto ulteriore conferma che chi ha amministrato la città di Varedo nei dieci anni di Daniel sindaco, soprattutto per quanto riguarda la vicenda Villa Bagatti, lo ha fatto correttamente. Un fatto che abbiamo sempre saputo. Peccato che gli unici a non saperlo siano gli attuali amministratori di Varedo, assieme a quelli che li hanno preceduti, (la giunta Marzorati) nei cinque anni precedenti”.

Dello stesso avviso Stefano Guagnetti, capogruppo del M5s: “In primo luogo bisogna augurare, a tutte le persone coinvolte in questo processo, che la vita torni a scorrere serenamente. Per anni si è commentata una situazione che le due sentenze hanno dimostrato non sussistere. A questo punto le riflessioni da parte di tutte le forze politiche saranno d’obbligo: sarà importante approfondire le motivazioni della sentenza e fare le dovute considerazioni per ripartire nel miglior modo possibile. Ci sono infatti ancora questioni molto delicate da risolvere riguardo l’acquisto, quali  ad esempio la verifica della nullità degli atti e gli interessi già pagati senza riduzione della quota capitale del debito”.

Riguardo al futuro della villa, il cui presidente del nuovo Cda dovrebbe essere eletto a giorni, Guagnetti conclude: “Nel nuovo CDA ci sono anche le competenze necessarie per affrontare le vertenze ancora aperte con professionalità e la speranza nel breve periodo è che la villa possa riprendere le sue attività nonostante la pandemia, la quale ha dato un duro colpo alle sue finanze”.

IL COMMENTO FINALE DALLA GIUNTA VERGANI:

Se le sentenze dei giudici sembrano dare torto alla giunta Vergani, Matteo Figini, assessore alle pubbliche Relazioni e agli affari Legali ha dichiarato: “Le sentenze non si commentano, si rispettano. La perizia di un altro ente dello Stato sostiene che la villa non valeva quel prezzo: questo lascia qualche perplessità. Speriamo che le motivazioni della sentenza comunque sappiano evidenziare il buon operato delle amministrazioni Vergani e Marzorati alla ricerca della verità e del buon governo negli interessi dei cittadini. Ora attendiamo l’esito della procedura civile in tema di nullità degli atti”.

 

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