Il consigliere provinciale Giorgio Monti: “Pedemontana non va: il mercato lo ha capito, quando la politica?”

6 maggio 2021 | 09:42
Share0
Il consigliere provinciale Giorgio Monti: “Pedemontana non va: il mercato lo ha capito, quando la politica?”

Si aggiunge anche Giorgio Monti, già sindaco di Mezzago e oggi consigliere provinciale MB, alla lunga lista dei politici critici nei confronti dell’autostrada Pedemontana.

“Dove ha fallito la politica, forse arriverà il mercato. Non lo direi in altre occasioni ma questa volta è così”. Si aggiunge anche Giorgio Monti, già sindaco di Mezzago e oggi consigliere provinciale di Monza e Brianza, alla lunga lista dei politici critici nei confronti dell’autostrada Pedemontana. Un’opera arrivata finora a Lentate sul Seveso e che, con l’annuncio a inizio marzo dell’assegnazione dell’appalto per proseguire, dovrebbe riavviare i cantieri per le tratte nel cuore della Brianza, la B2 e C, fino all’interconnessione con la tangenziale A51 a Vimercate. La prospettiva è che l’autostrada debba poi proseguire con la tratta D per allacciarsi con la A4.

Eppure, a piani apparentemente fatti, le sorti di Pedemontana sono tutt’altro che rosee. Mentre i gruppi ambientalisti tornano a riaccendere l’attenzione sul tema e sulle conseguenze che la realizzazione dell’infrastruttura avrebbe sul nostro territorio, sempre più amministratori locali e politici prendono le distanze dalla “divisiva” opera. A chiudere il cerchio è l’economia dell’autostrada stessa: è di ieri infatti la notizia che è stato prorogato ancora il termine per trovare nuovi sponsor ad agosto, dopo che la call è andata a vuoto. Su questo, e più in generale sul futuro della tratta autostradale, ne abbiamo parlato con il consigliere provinciale ed ex-sindaco di Mezzago Giorgio Monti. 

Consigliere Monti, partiamo da una notizia fresca fresca: prorogata la scadenza per trovare i partner finanziari di Pedemontana. Adesso la nuova deadline è agosto. Perchè non si trovano sponsor?

“Mi sembra che il mercato prenda atto che su Pedemontana ci sono non poche perplessità. Sono anni che se ne discute, io posso parlare del mio territorio, Mezzago, che conosco bene. Sono anni che i sindaci della tratta D sostengono che non sia un’opera sostenibile a livello ambientale ed economico. Quello che è andato avanti è stato possibile grazie ad interventi statali, da parte del pubblico. I privati evidentemente hanno dei dubbi e non li biasimo: basta fare due conti, sul traffico, sui costi dell’opera, sulla tipologia. Pedemontana è costosa e rischia di non intercettare quei grandi flussi di traffico che ci si aspetta. L’idea che mi sono fatto io è che Regione non voglia prenderne atto”.

Sta parlando di tutta Pedemontana o solo della tratta D?

“Penso che il progetto vada ripensato, chiarire una volta per tutte dove inizia e dove finisce. Occorre dare un’utilità all’opera e quindi non lasciare le cose a metà. Nel 2015 all’assemblea dei Sindaci si era ragionato su una revisione. Personalmente penso che la tratta C vada ridotta in termini di calibro, renderla più leggera e che il punto di arrivo sia il congiungimento con la A51. Mi sembra la cosa più razionale, come è pensata adesso è eccessiva”.

Lei ha chiesto durante il consiglio provinciale su PTCP se le infrastrutture strategiche di interesse sovracomunale, e quindi anche Pedemontana, si dovessero conteggiare nel calcolo del consumo di suolo comunale. Le hanno risposto “no”. E’ soddisfatto della risposta che ha ricevuto?

“Ho fatto quella domanda per una ragione: sul comune di Mezzago la Pedemontana occuperebbe circa il 5 % del territorio. Capisco la ratio della risposta che ho ricevuto: un’opera strategica e utile per i cittadini come può essere una RSA o un omnicomprensivo segue queste logiche. Però, sul caso specifico di Pedemontana mi sento molto critico, perchè reputo che non porterebbe nessun beneficio per la nostra comunità. Parliamo di un consumo di suolo rilevante, era giusto a mio parere avere chiarimenti. Bisogna sapere di cosa stiamo parlando e delle conseguenze che questa strada potrebbe avere sui nostri comuni”.

Se è vero che sono tante le criticità e arrivano in modo trasversale, perchè parliamo ancora oggi di Pedemontana? Il progetto in fondo non è stato accantonato e ancora si discute di finanziamenti, nuove tratte…

“Quello di Pedemontana è un tema caldo. Io non so darle una risposta specifica, la prima cosa che mi viene in mente è che sicuramente ci sono alcuni gruppi che hanno interesse che l’opera vada avanti. Sappiamo che il tema delle grandi opere nel nostro Paese è delicato. Però non penso che chi voglia fare la Pedemontana guardi solo a business e guadagno. Forse c’è una visione ancora “antica” del concetto di mobilità: l’idea dell’autostrada, del trasporto su gomma resta ancora il modello di riferimenti per molti. Quello che non capisco è come si possano difendere le bandiere senza mettere in discussione il proprio operato. Il mercato ha preso atto e sta facendo fallire il progetto, la politica non ne ha il coraggio. Da uomo di sinistra non dico spesso frasi del genere, ma qui il dato è questo”.