Monza, sotto al Comune la protesta per dire “basta al cemento” e no alla “turbo edilizia”

Erano un centinaio circa i cittadini monzesi che con cartelli e striscioni si sono dati appuntamento ieri in piazza Trento e Trieste, per protestare contro gli interventi edificatori che l’attuale amministrazione ha in cantiere.
“Sono passati 10 anni eppure siamo al punto di partenza“. Scendono in piazza Trento e Trieste comitati e associazioni cittadine per dire stop al cemento a Monza. Ieri, giovedì 13 maggio, come 10 anni fa: allora era il 30 giugno 2011 e si manifestava contro la volontà dell’amministrazione Mariani di cementificare le grandi aree agricole di contorno alla città; oggi, invece, al centro della protesta del coordinamento dei comitati e delle associazioni di Monza ci sono i piani attuativi intrapresi dalla giunta Allevi (e precedenti), definiti dai manifestanti “la turbo edilizia” dell’assessore al’Urbanistica Sassoli.
“Siamo pieni di progetti speculativi su aree dismesse – tuonano dalla piazza – e vengono toccati praticamente tutti i quartieri di Monza, eliminando anche l’identità dei nostri luoghi. Questo andazzo dura da oltre dieci anni, con amministrazioni diverse. Siamo qui oggi per dire che sulla questione non faremo un passo indietro”.
In piazza tutti i comitati cittadini
Erano un centinaio circa i cittadini monzesi che con cartelli e striscioni si sono dati appuntamento ieri, 13 maggio, alle ore 18.00 in piazza Trento e Trieste, proprio sotto la sede del Comune, per protestare contro gli interventi edificatori che l’attuale amministrazione ha in cantiere. A prendere la parola durante la manifestazione sono stati tutti i 14 comitati cittadini, che hanno portato a galla le criticità riscontrate negli ultimi anni.
“Sono anni che gli abitanti di Monza assistono ad interventi che continuano a consumare suolo in città – spiega Giorgio Majoli, portavoce dei Comitati. – Se i piani attuativi in cantiere si concretizzassero un cosa come 25 ettari di aree attualmente libere diventerebbero edificabili. I comitati vigilano e segnalano da tempo la necessità di un cambio di passo. Siamo qui oggi per farci sentire: l’obiettivo, a lungo termine, resta quello di azzerare il consumo di suolo”.