Pizzaut sotto attacco hater: “I ragazzi autistici non devono cucinare al ristorante!”

16 giugno 2021 | 18:05
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Pizzaut sotto attacco hater: “I ragazzi autistici non devono cucinare al ristorante!”

Nico Acampora replica con la consueta pacatezza e intelligenza: “Ecco perché dobbiamo continuare con il nostro progetto”.

“Non verrò mai da voi anche perché gli autistici non dovrebbero mettere le mani in cucina nei piatti in preparazione”. Nell’anno domini 2021, questo è il commento lapidario, a tratti delirante, che una signora ha rivolto sui social a PizzAut, la prima pizzeria in Europa gestita da ragazzi autistici, che ha aperto i battenti a Cassina de’ Pecchi, lo scorso primo maggio.

La signora ha poi aggiunto: “Impara un po’ di medicina untore, stai solo facendo del male al prossimo, ma in questa società non lo sa quasi nessuno, tutti ignoranti…”.

Un turpiloquio degno degli anni più bui del Medioevo, a cui il fondatore di PizzAut, Nico Acampora (lo ricordiamo, padre di un bimbo autistico), ha saputo rispondere dando sfoggio, non tanto di capacità di autocontrollo, quanto di grande consapevolezza: “Ho pubblicato gli screenshot dei messaggi, poi eliminati dall’autrice, cancellando il cognome della signora in questione, perché non mi interessa attaccarla, ma riflettere sulle sue esternazioni. Il progetto PizzAut è nato appunto per combattere il virus dell’ignoranza, che evidentemente è ancora molto diffuso. Sono stato etichettato come ‘untore’ perché ho dato a ragazzi autistici la possibilità di lavorare. Siamo alla follia pura“.

E dichiara: “I post degli hater mi confermano che dobbiamo proseguire con maggiore determinazione per sconfiggere il virus dell’ignoranza… Noi lo facciamo con il sorriso e la pizza più buona della Galassia Conosciuta”.

Non si scoraggia dunque, Acampora, al contrario sente ancora più forte la spinta a continuare su quella che sembra la strada giusta, nonostante sia battuta da diversi venti contrari.

L’amore di PizzAut, l’arma contro gli hater

Dinanzi agli screenshot pubblicati da Nico Acampora, la comunità di sostenitori del progetto PizzAut si è subito fatta sentire. Tra gli oltre 250 commenti arrivati sinora, c’è chi sentenzia: “Il virus più difficile da eliminare è quello dell’ignoranza…”, e consiglia: “Andate avanti e aprite Pizzaut in tutta Italia”.

Ci sono anche diverse mamme di bimbi autistici che si sono dette addolorate di fronte a certe affermazioni. Una in particolare però, ha aggiunto: “Continuiamo ad andare oltre a tutto questo e non smettiamo di credere nei nostri figli”.

E’ arrivato puntuale anche il commento sarcastico: “Non vi preoccupate grazie a questa gente avrete ancora più clienti, mi sa che vi toccherà aprire in più città ancora non sono stata da voi ma verrò prestissimo!!!! Forza ragazzi!”, scrive Chiara.

Tra i commentatori c’è ancora Paolo Meregalli, appassionato sostenitore del progetto, che ha lanciato una proposta interessante: “…Voglio lasciare unapizza sospesa per questa signora. Se dovesse venirle la voglia di assaggiare una pizza buona e respirare amore, pagherò io la sua pizza a Pizzaut, sarà volentieri mia ospite, e mentre gusterà la pizza più buona della galassia, potremo verificare insieme quanto la pizza stessa sia felice di essere stata preparata da mani piene di amore e passione”.

De Rosa: “Domani saremo da Pizzaut”

La notizia è arrivata anche alla politica: “Leggere degli insulti a un’iniziativa come quella di PizzAut lascia con una sensazione di grande fastidio. Perché se da un lato è vero che a queste offese non debba essere dedicato nemmeno un secondo, del prezioso tempo di chi lavora, dall’altro disturba pensare possano esistere haters capaci di spingersi così in basso”, ha commentato il capogruppo del Movimento Cinque Stelle Lombardia, Massimo De Rosa.

“Domani, insieme ad alcuni portavoce del Movimento Cinque Stelle della zona Martesana, saremo in visita, e a pranzo, al ristorante PizzAut di Cassina de Pecchi. Avevamo prenotato tempo fa, ma questo fastidioso episodio non ha fatto altro che aumentare la nostra voglia di conoscere la loro realtà, le persone e l’impegno con cui ognuno sta dando il proprio contributo per farla vivere”, ha concluso Massimo De Rosa.

Foto: Beatrice Elerdini