Crisi in Afghanistan, la Brianza prende una posizione. Pronti ad accogliere i rifugiati
18 agosto 2021 | 09:42

La crisi dell’Afghanistan desta molta preoccupazione e, anche nella provincia di Monza e Brianza, ci si interroga su come ci si possa mettere a disposizione dei rifugiati.
Quello che in queste ora sta accadendo in Afghanistan è sulle prime pagine di tutti i quotidiani del mondo. I Talebani sono riusciti in pochi giorni a conquistare la capitale Kabul, e si sta assistendo alla fuga dalla città dei civili.
La situazione desta molta preoccupazione e, anche nella provincia di Monza e Brianza, ci si interroga su come ci si possa mettere a disposizione dei rifugiati.
GUERRA (ANCI LOMBARDIA): PRONTI AD ACCOGLIERE I RIFUGIATI
“Oggi c’è un’urgenza imperativa. Costruire immediati canali di accoglienza per chi fugge dalla tragedia di una terra e di un popolo martoriati, nella quale tornano ad essere in grave pericolo e calpestati diritti umani essenziali. Penso soprattutto alle donne ed ai bambini che si vedono riprecipitare in un regime e in una vita di segregazione, umiliazione e terrore. Mentre auspichiamo che la pressione e la mobilitazione internazionale impediscano violente accelerazioni, i Comuni lombardi sono pronti a fare la loro parte e si uniscono allo sforzo dei tanti Comuni italiani che in queste ore si sono detti pronti ad accogliere i civili che hanno collaborato con le nostre missioni in Afghanistan e i rifugiati che fuggono da quella terra”. Sono queste le dichiarazioni del Presidente di Anci Lombardia, Mauro Guerra sulla grave crisi umanitaria in Afghanistan. “Ci uniamo, quindi, all’appello formulato da Anci Nazionale al Governo perché – ha aggiunto Guerra – intanto potenzi la rete Sai già presente nei nostri territori, con risorse mirate, per poter accogliere e inserire le famiglie che rientrano e rientreranno nei programmi di protezione del Governo, concordati con l’Unione Europea e con la comunità internazionale”.
SINDACO ROSSI (SEREGNO): “SI APRANO CORRIDOI UMANITARI PER CHI STA SCAPPANDO”
“Gran parte della mia esperienza di vita, studi e lavoro precedenti ha avuto a che fare con il mondo degli Esteri. Spesso dicevo che se non ci occupiamo della politica estera, la politica estera si occupa di noi, molto più di quello che crediamo, in molti casi. Penso a quanto anche da noi la caduta di Kabul sia vissuta come un evento traumatico, tragico per la popolazione afghana.
Abbiamo tutti incontrato le immagini potenti e tremende delle persone che tentano, disperate, di imbarcarsi sugli aerei occidentali, o che si aggrappano in un tentativo vano, cadendo nel vuoto, al carrello dell’aereo. Sulle cause e sulle modalità che riportano l’Afghanistan a tornare sotto il regime talebano, una dittatura integralista e brutale, e sui nostri errori e fallimenti di questi vent’anni, molto è stato scritto in queste ore, e molto ancora dovrà essere scritto nei prossimi mesi, anzi, nei prossimi anni.
L’unica cosa che posso dire è che provo davvero una grande tristezza per gli afghani, soprattutto per i ragazzi nati dopo il 2001, cresciuti in un paese in cui anche le ragazze potevano andare a scuola, e da papà penso alle madri e ai padri di quelle ragazze, di quei ragazzi che avevano sperato, per i loro figli, un futuro migliore. Infine, penso a chi scappa, e penso che non dovremmo girare la faccia dall’altra parte. Queste sono le ore in cui l’appello deve arrivare forte da parte di tutti: si aprano corridoi umanitari per chi sta provando a scappare” ha dichiarato il sindaco di Seregno, Alberto Rossi.

REDIGOLO (PANGEA): “SIAMO ANGOSCIATI, NON LASCIATECI SOLI”
“Siamo angosciati perchè sappiamo che le nostre colleghe sono in pericolo e rischiano la vita per essersi impegnate con coraggio con Fondazione Pangea Onlus per i diritti delle donne e delle bambine. Non lasciateci soli. Nel nostro ufficio afghano, stiamo distruggendo tutti i documenti con i dati sensibili delle donne che abbiamo aiutato in questi anni. Vogliamo evitare che i talebani possano trovare i loro nomi e mettere a repentaglio la loro libertà, la loro vita” scrive la brianzola Silvia Redigolo, responsabile della comunicazione della Fondazione Pangea Onlus, dal 2003, attiva con progetti in difesa dei diritti umani delle donne in Afghanistan, a Kabul.
“Abbiamo sempre detto che quello di Kabul non è un progetto ma è famiglia. Quelle donne e quelle bambine sono amiche, sorelle e figlie. Le conosciamo una ad una. Siamo stati accolti a casa loro, abbiamo riso insieme e gioito delle loro conquiste. Abbiamo giocato a calcio con le bambine sorde, abbiamo negli occhi i loro sorrisi entusiasti, le abbiamo accompagnate a casa dopo gli allenamenti e abbiamo conosciuto i loro genitori. Abbiamo esultato insieme a voi ad ogni loro goal. Tutto questo non può finire. Abbiamo fatto delle promesse e faremo di tutto per mantenerle. Non le lasceremo sole. Non lasciateci soli”.

MONTI (REGIONE LOMBARDIA): “GIUSTO AIUTARE I RIFUGIATI, NO ALLA MANGIATOIA DELL’ACCOGLIENZA”
“Sono preoccupato per le parole del presidente di ANCI Mauro Guerra, che chiede di ampliare la rete d’accoglienza. Aiutare chi ha collaborato con il Governo italiano in Afghanistan è giusto e sacrosanto. Chiedere che l’Europa, tutta quanta, appronti un piano per accogliere eventuali rifugiati anche. Ma non credo che spetti farlo ai nostri sindaci, già impegnati ad affrontare tante problematiche, soprattutto quella sui rischi covid alla vigilia del delicato momento del rientro a scuola”. Così il vicecapogruppo brianzolo del Carroccio al Pirellone, Andrea Monti.
“Questa corsa a voler chiedere subito soldi per la rete dei centri di accoglienza – conclude Monti – puzza un po’ troppo di voglia di resuscitare la vecchia gestione dei richiedenti asilo targata PD, che sapeva di mangiatoia. Ai richiedenti asilo serve altro”.