Green Pass, sciopero dei docenti contrari: la lettera di un professore

27 settembre 2021 | 00:59
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Green Pass, sciopero dei docenti contrari: la lettera di un professore

Pubblichiamo qui di seguito la lettera di un professore che spiega come mai sia contrario al Green pass e perchè oggi abbia deciso di aderire allo sciopero.

Pubblichiamo qui di seguito la lettera di un professore che spiega come mai sia contrario al Green pass e perchè oggi abbia deciso di aderire allo sciopero. Protesta che si sta svolgendo oggi, 27 settembre 2021, per l’intera giornata e interesserà tutto il personale Docente, Educativo e ATA, di ruolo e precario.

“Cari ragazzi,

oggi non sarò in classe con voi e me ne dispiace. Oggi debbo rinunciare a un mio diritto: il lavoro e il suo giusto compenso.

Oggi, per la seconda volta nella mia vita (la prima è stata il giorno di esordio di questo nuovo anno scolastico), mi avvalgo di un altro diritto, quello di scioperare: voglio aggiungere, con una parte del mio stipendio, quella forza a una protesta che non so dove altrimenti trovare.

Qualche giorno fa, ricordandovi in classe di indossare le mascherine in modo adeguato, qualcuno di voi si è rivolto a un vostro compagno: “tirala su che non sei neanche vaccinato!”. Vi ho ripreso un po’ duramente perché, avendo solo 12 anni, non siete liberi di scegliere, mentre sono i vostri genitori a farlo in vostra vece: non può quindi esserci colpa in voi. E invece a chi tra voi, per scelta genitoriale, non è vaccinato, è stato sradicato il diritto di fare sport, andare al cinema o a un concerto.

Ci ho pensato molto in questi giorni: forse vi stiamo insegnando a discriminare.

Eppure il Regolamento UE 935/2021, all’art 36, sostiene che “è necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate”. L’anno scorso abbiamo imparato insieme a cercare fonti, confrontarle, distinguere siti internet attendibili, a non fidarci mai del primo slogan letto o delle facili etichette – che annientano le sfumature – gridate da molti media, insomma, ad approfondire senza fermarsi alla superficie; e così ho provato a cercare se esistesse paese in Europa che abbia introdotto un così ferreo e pervasivo utilizzo del certificato verde.

Non ne ho trovati.

Anzi, in molti paesi – persino dove la campagna vaccinale è più indietro della nostra – ho letto che il certificato verde (comunque mai introdotto per poter lavorare o per far praticare sport a un minorenne) è stato via via abbandonato col progredire della campagna vaccinale, coerentemente col principio di proporzionalità più volte richiamato dal Regolamento UE 935/2021.

Insomma, sembra proprio che qui si vada al rovescio!

Ma ciò che mi fa più male (avete ormai intelligenza e competenze per approfondire quanto ho scritto sopra) è che il vostro modo di pensare rischi di acquisire quello stile che induce ad additare un vostro compagno come portatore di una colpa, un pericolo per la società… certo, se chi è sprovvisto del certificato verde non può nemmeno visitare delle rovine archeologiche all’aperto dev’essere proprio pericoloso! Viene da chiedersi come abbiamo fatto a sopravvivere fino alla primavera scorsa quando, per stare insieme, bastavano mascherina e distanziamento e c’erano ancora pochissimi vaccinati… mi sfugge proprio la proporzionalità della questione.

Più di tutto però mi indigna che la situazione che stiamo vivendo vi insegni a discriminare il prossimo, a qualunque titolo.

Mi indigna a tal punto da rinunciare – non senza fatica – a stare in classe con voi oggi. Lo faccio perché mi state a cuore… “I Care”, avrebbe detto qualcuno!

Prof. Marco Redaelli”