Ma arriva o no il Green Pass? L’attesa e la denuncia di un cittadino monzese

Giobbe, nome di fantasia, 28 anni, racconta ad MBNews la sua vicenda tra burocrazia e forti limitazioni al lavoro e nella vita sociale. Tutto per un Green Pass che non arriva da oltre 3 mesi. E il suo caso non è l’unico.
Forse anche la pazienza di Giobbe, personaggio biblico dell’Antico Testamento colpito da una serie incredibile di sofferenze, ingiustizie ed avversità, avrebbe vacillato. Perché aspettare, da oltre 3 mesi, di ricevere il tanto agognato Green Pass, dopo aver superato il Covid-19 e fatto la prima dose di vaccino, è qualcosa che lascia sconsolati ed accende un inevitabile senso di rabbia e fastidio.
Anche perché il protagonista della storia che stiamo per raccontare, un giovane monzese di 28 anni, sta vivendo una vita praticamente a metà. E, nel mentre, continua a rincorrere l’ATS Brianza per riuscire ad ottenere il Green Pass. Tra limitazioni al lavoro, nelle uscite con gli amici, nel fare sport e nella vita sociale, infatti, questo Giobbe dei giorni nostri (nome di fantasia con cui lo chiameremo per rispetto della sua richiesta di anonimato, ndr) ha quasi terminato del tutto la sua pazienza.
Unica consolazione, che così si può dire, è che il suo caso non è un’eccezione. A quanto pare un buon numero di persone, soprattutto tra quelle che hanno dovuto fare una sola dose del vaccino anti-Covid, sono nel limbo di chi attende il Green Pass. Ma, stavolta, l’impressione è che il proverbio “mal comune, mezzo gaudio” non sia più di moda. Un po’ come, da quanto è scoppiata la pandemia, andare in giro senza mascherina e in totale libertà.
L’INTERVISTA
Giobbe, incominciamo dal principio. Tu hai avuto il Covid nel mese di ottobre dell’anno scorso. Sei guarito, poi più recentemente hai deciso di fare la prima dose del vaccino. Da allora cosa ti è successo?
Mi sono recato a fare la prima dose il 23 Giugno in un Hub fuori Monza essendo l’unico slot libero in quel periodo. Il decreto prevedeva inizialmente che, superati i 6 mesi da quando ci si era ammalati di Covid, si dovessero fare due dosi. Mi sono presentato in un Hub a Monza, dopo averlo cambiato per vicinanza e, durante l’esame per la seconda dose, il medico ha deciso di esonerarmi, considerando che il decreto era cambiato e potevo ricevere il Green Pass anche con una sola dose in quanto rientravo nell’anno dal Covid.
Sono passati giorni e non ho ricevuto notizia del mio Green Pass né tramite sms né tramite email. Dopo averci provato con lo SPID, ho iniziato a contattare svariate volte il numero 1500. Su quattro chiamate mi avevano dato quattro motivazioni diverse del perché non mi fosse arrivato. Una di queste era che probabilmente il secondo Hub non avesse inserito la motivazione del mio Green Pass monodose. Mi sono recato così all’Hub e hanno confermato che avevano commesso l’errore di non aver inserito la motivazione. Prima di Ferragosto sembrava tutto risolto, ma non è stato così.
Quali sono state le ulteriori problematiche per ottenere il Green Pass?
Il secondo step è stato scrivere tramite modulo e email al Ministero della Salute, che non ha mai risposto. Successivamente, come ultima risorsa, ho contattato l’ATS Brianza per chiedere provvedimenti. La situazione lavorativa e sociale stava già diventando insopportabile perché trovavo sempre più impedimenti nella vita quotidiana.
Con l’ATS sembrava che qualcosa si stesse muovendo. Hanno attivato la pratica e mi hanno chiesto di pazientare qualche giorno. Sono passati 14 giorni, poi 20 e al 21 esimo giorno ho dovuto ricontattare ATS che non mi ha saputo dare motivazioni del perché non fosse ancora arrivato il mio Green Pass. A quanto pare è tutto corretto a livello di documentazione, tanto che proprio in questi giorni mi hanno addirittura contattato per dirmi che il mio caso è risolto. Per poi scoprire, su mia obiezione, che in realtà non è ancora così. E siamo ad oltre 3 mesi dalla prima dose del vaccino.
Come stai affrontando nel quotidiano la così lunga attesa del Green Pass?
Mi hanno chiesto di essere paziente. Difficile in questo caso esserlo considerando che ormai il Green Pass lo chiedono per qualsiasi cosa. Sto avendo impedimenti sul fronte del lavoro, alcuni uffici o hotel richiedono il Green Pass e non è facile trovare la disponibilità dei tamponi rapidi last minute. Non posso praticare sport internamente. Mi occupo di volontariato, ho diversi progetti e molti di questi, non potendo partecipare, rischiano di essere rimandati o eliminati. Nella vita sociale mi è capitato molte volte di non essere accettato in un ristorante perché non avevo il tampone o, peggio ancora, che uscendo con il mio gruppo di amici non potessi fermarmi a cena con loro o che tutti dovevano cambiare ristorante.
Sono situazioni spiacevoli, anche perché prima i tamponi costavano 15 Euro. Ora sono stati calmierati i prezzi, ma comunque rimangano alti. In una situazione di normalità, per potermi muovere come un qualsiasi cittadino, se conto un tampone ogni due giorni, dovrei spendere 97.50 euro alla settimana, quasi 400 euro al mese. Gli ultimi soldi in ordine di tempo li ho spesi per fare i tamponi che mi permetteranno di andare a Torino per lavoro.
In Italia ci sono diversi casi di chi ha avuto il Covid e, dopo la prima dose, poi diventata unica, a causa di un errore del sistema ha ricevuto solo un foglio di esonero e non il Green Pass. Che tu sappia, sul nostro territorio questi casi sono tanti ed esiste una sorta di gruppo, magari social, di protesta?
Ho parlato con diverse persone che hanno avuto problemi simili, anche loro per la monodose o perché venivano da altri paesi. Io, però, sto tristemente vincendo la gara di lunghezza per ottenere il Green Pass. Molti, tra quelli che hanno avuto problemi a riceverlo, si sono recati nello stesso Hub vaccinale. Non so se questo sia un caso, ma resta il fatto che a volte in diverse realtà lavorative non è facile neppure far capire ai propri superiori che la colpa di ciò che succede non è nostra.
Per ora, a quanto so, non ci sono gruppi specifici su Facebook o sui vari social, ma c’è una condivisione di casistiche simili a Monza e nella Brianza. Ci sono stati episodi di protesta, come il gruppo “Vaccinati Senza Green Pass” a Milano, perché queste situazioni, oltre a limitare i nostri diritti fondamentali, causano stress e perdita di tempo.
Data lo stallo in cui ti trovi immerso, cosa ti senti di proporre per trovare una soluzione nell’attesa che arrivi il Green Pass?
Mi sento abbandonato nel buco nero della burocrazia, ma mi chiedo perché non si possa fare un pass temporaneo per i casi come il mio, in modo tale da velocizzare il processo prima di ricevere un Green Pass finale. Non penso sia un processo difficile. Basterebbe creare un QR Code temporaneo come lo è quello della prima dose. Servono mesi per questo?