Santiago in rosa diventa il primo trofeo Sauber Cycling Marathon sempre in nome della beneficenza

Santiago in rosa Cycling Marathon: 40 le squadre, si sfideranno in una gara a staffetta che vedrà salire sul podio le 3 squadre che avranno percorso la distanza maggiore ne corso di 3 ore
Presentata ieri mattina, 21 settembre, presso la Sala Stampa dell’Autodromo Nazionale di Monza l’11° edizione di Santiago in rosa. La prima edizione nel 2011, quando alcune donne, dopo aver sconfitto il cancro, decisero di raccogliere fondi percorrendo gli oltre 800 chilometri che separano Roncisvalle da Santiago di Compostela. Da allora le diverse edizioni hanno visto le staffette lungo diverse strade, come quelle da Santiago a Fatima, da Santiago a Lourdes (prima edizione in bici) o da Valdidentro ad Assisi. E dopo dieci anni in giro per l’Italia e per l’Europa, nel segno dello sport e della solidarietà, la manifestazione approderà sabato 9 ottobre in una nuova prestigiosa location quale l’autodromo cittadino all’interno del Parco di Monza, dando vita al “Santiago in rosa Cycling Marathon – primo Trofeo Sauber” organizzato da Cancro Primo Aiuto Onlus in collaborazione con Asd Velo Club Sovico e Velo Club Oggiono e con il patrocinio del Comune di Monza e il patronato di Regione Lombardia. Non solo un evento sportivo ma anche l’occasione per ribadire l’impegno concreto di Cancro Primo Aiuto sul territorio brianzolo.
A sfidarsi nel tempio della velocità per eccellenza saranno 40 squadre, maschili, femminili e miste, composte ognuna da 4 atleti provenienti dalle categorie amatoriali della Federazione Ciclistica Italiana, che il secondo sabato d’ottobre, a partire dalle 20, si sfideranno in una gara a staffetta fino alle 23, alternandosi uno alla volta in pista, che vedrà salire sul podio le 3 squadre che avranno, nelle 3 ore, percorso la distanza maggiore.
Presente alla conferenza anche Andrea Dell’Orto, Presidente Vicario di Cancro Primo Aiuto che ha dichiarato: “Per noi questa manifestazione è importante e ci crediamo molto, innanzitutto perché riguarda le donne e perché riguarda lo sport. Cancro Primo Aiuto non è solo un aiuto morale tempestivo, grazie alle nostre parrucche, alle donne sfortunatamente colpite da un tumore, ma anche un supporto continuo alle realtà del territorio come gli ospedali. E proprio per questo troviamo ancora più bello che questa manifestazione venga fatta in un’eccellenza del territorio come l’Autodromo, e vorrei ringraziare prima di tutti il nostro presidente Ferrari perché è lui il primo artefice di tutto.”
Ed è proprio dalle parole dello stesso Flavio Ferrari che emerge tutto l’impegno profuso dall’associazione nell’organizzare questa nuova edizione di Santiago in rosa: “Quando abbiamo cominciato eravamo in piena pandemia e questa manifestazione era per noi troppo importante per rinunciarvi, ciò avrebbe inciso in modo sostanzioso sull’attività di distribuzione delle parrucche. Fortunatamente abbiamo incontrato le due associazioni sportive di Sovico e Oggiono e grazie a loro siamo riusciti ad organizzare la manifestazione sotto l’egida della Federazione, questo ci avrebbe consentito di svolgere l’evento anche in zona rossa, nulla ci avrebbe fermato. L’autodromo ci ospita e questo è per noi è un altro grande onore e poi, nonostante questa sia l’edizione zero, vedo moltissimo entusiasmo”.
Entusiasmo che emerge anche dalle parole di Maurizio Canzi, Presidente del Velo Club Sovico che, nel presentare i gadget della gara, si è detto davvero orgoglioso di poter far parte di qualcosa di così importate a livello sociale. I partecipanti riceveranno infatti due borracce, e se la prima, ad alto tasso tecnologico, conterrà un kit antiforatura, la seconda, non da meno e ispirata al gesto di generosità che vide Coppi e Bartali scambiarsene una durante il Tour de France 1952, conterrà il chip che permetterà di cronometrare e misurare la distanza percorsa dai ciclisti in gara. Orgogliosa di quanto fatto si è mostrata anche Alessandra Zinno, ManagingDirector Autodromo Nazionale Monza e consigliera di Cancro Primo Aiuto “è un piacere per me e per l’Autodromo ospitare la conferenza di oggi e poi l’evento il 9 ottobre. Abbiamo subito aderito con entusiasmo, aprire l’Autodromo anche ad occasioni come questa è importante e simbolico ed è un onore ospitare una associazione fatta di imprenditori che si spendono non solo in termini economici ma anche nella loro immagine pubblica.”
Al termine della conferenza l’intervento del Presidente della ProvinciaLuca Santambrogio: “grazie a tutti per la presenza, abbiamo una provincia piena di eccellenze come l’autodromo e tante altre, ma soprattutto come Cancro Primo Aiuto, che oltre ad aiutare le donne, ha anche il grande merito di creare queste sinergie con lo sport, perché lo sport è alla base della salute. Da ringraziare anche tutti gli sponsor dell’evento: le aziende che investono su iniziative di questo genere sono encomiabili e straordinarie.” Aziende rappresentate oggi alla conferenza stampa da Marco Sala, presidente Italsilva, main sponsor della manifestazione con il brand Sauber “La nostra società ha un forte legame con il territorio brianzolo dove opera dal lontano 1908 ed ha particolarmente a cuore il ciclismo. Siamo lieti di supportare un evento come Santiago in rosa Cycling Marathon che permette a tre mondi di incontrarsi: quello femminile, quello della salute e dell’impegno sociale”.
4 cicliste d’eccellenza per la Santiago in rosa Cycling Marathon
In gara, durante questa edizione della Santiago in rosa Cycling Marathon ci saranno anche 4 preziose madrine d’eccezione, Stefania Andriola, giornalista e presentatrice Mediaset oltre che runner e ciclista, Alessandra Fior, triatleta e blogger, la showgirl americana Justin Matera e Sabrina Schilaci triatleta e coach professionista. Queste ultime, presenti oggi alla conferenza stampa, hanno anche avuto modo di commuovere gli astanti con le loro storie. La Matera svelando come abbia conosciuto il cancro da vicino, con la malattia che ha colpito sua sorella appena undicenne e fortunatamente guarita, “quando Maurizo Canzi mi ha chiamato ho subito pensato che avrei dovuto assolutamente partecipare, la mia infanzia è stata purtroppo funestata da una malattia, anche se non mia, e penso che ognuno debba fare tutto ciò che è necessario per essere utile” mentre la Schilaci ha confessato di essersi avvicinata al triathlon per superare uno stato di depressione a seguito di un grave incidente occorso al marito e di come lo sport l’abbia aiutata a superare questo male oscuro “per me è un grandissimo onore essere qui oggi, io ho iniziato a fare sport in seguito a un brutto incidente avvenuto a mio marito che è rimasto tetraplegico in seguito a un tuffo. E poi mi sono detta che bisognava, anche grazie allo sport, aiutare gli altri e così nel 2018 ho fondato Race Across Limits per raccogliere fondi per la ricerca”