Residenti sul piede di guerra: “No a residenze private, sì alle scuole”. In scena il flash mob per l’Ex Macello

28 ottobre 2021 | 09:26
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Residenti sul piede di guerra: “No a residenze private, sì alle scuole”. In scena il flash mob per l’Ex Macello

A scendere in piazza sono stati i cittadini del comitato Saicosavorremmoincomune – San Donato / Regina Pacis.

Continua la lotta, quartiere per quartiere, dei comitati monzesi per dire stop al cemento in città. A scendere in piazza questa volta sono stati i cittadini del comitato Saicosavorremmoincomune – San Donato / Regina Pacis che nel pomeriggio di ieri, mercoledì 27 ottobre, si sono dati appuntamento alla rotonda collocata agli incroci delle vie Mentana e Buonarroti, a pochi passi dall’area dismessa dell’ex Macello.

Un flash mob per ricordare all’amministrazione comunale che da anni i residenti del quartiere aspettano una riqualificazione dell’area, ma fino ad oggi le aspettative sono state completamente disattese. “Questa amministrazione vuole costruire, costruire e ancora costruire – tuonano dal sit-in. – Da anni aspettiamo che l’area dell’ex macello diventi il luogo per ospitare alcuni nostri plessi scolastici, Bellani e Citterio, che oggi sono situati in strutture vecchie e pericolose costruite in cemento e amianto, e alcune classi del liceo Porta. Ci chiediamo quali siano le priorità dei nostri amministratori e li invitiamo al confronto: un’idea di città loro ce l’hanno, ma a quanto pare non è quella che i cittadini del quartiere vogliono”.

Ex Macello, i residenti chiedono la costruzione delle scuole di quartiere 

Un microfono aperto accoglie gli interventi. I partecipanti, a turno, chiedono quasi tutti la stessa cosa: un dialogo reale con l’amministrazione per confrontarsi sulle esigenze della città. È andato così il flash mob che ieri ha coinvolto circa una trentina di cittadini monzesi che hanno manifestato contro il timore di nuove cementificazioni nel quartiere San Donato/Regina Pacis. Quello che maggiormente preoccupa i residenti è la variante al Pgt (Piano di governo del territorio) che prevede la realizzazione nello spazio dove un tempo si macellavano gli animali (anche) di case private.

“Il nostro quartiere è trafficato, queste macchine qui in coda lo dimostrano – commenta Elisabetta Bardone del comitato Saicosavorremmoincomune – non abbiamo bisogno di nuove costruzioni residenziali. Abbiamo bisogno che le nostre esigenze, invece, siano ascoltate: chiediamo scuole sicure, nuove, accoglienti, che possano diventare luogo di formazione, aggregazione e crescita. E ci aspettiamo che queste scuole trovino spazio nell’area dell’ex macello, come da anni si dice. Dalle più recenti deliberazioni della Giunta, invece, delle tre scuole solo la secondaria di primo grado Bellani ha trovato posto sull’area dell’ex mattatoio, con uno spazio a disposizione molto inferiore alle reali esigenze della scuola e non prevedendo nel progetto l’auditorium, importante per la stessa scuola Bellani essendo essa ad indirizzo musicale, e né tantomeno una palestra regolamentare”.

“Si vuole costruire, ma non si pensa a cosa serve davvero alla città – continuano alcuni cittadini. – Chiediamo spazi per lo sport, per la cultura, per i bambini, aree verdi comuni. Non case private”.

Al presidio anche i giovani: “La lotta per il cambiamento climatico è ora”

Tanti giovani hanno preso parte alla protesta: molti di loro appartengono al gruppo dei Fridays For Future Monza. “Vogliamo servizi efficienti in tutti quartiere della città – conclude Lorenzo Catelani, rappresentante FFF Monza. – Questa città non è a misura di giovani e gli spazi di aggregazione sono troppo pochi o situati in luoghi difficilmente raggiungibili. Con le nostre manifestazioni, l’ultima la Critical mass di venerdì scorso, continuiamo a chiedere giustizia climatica e consumo di solo zero. Monza ha uno dei tassi di urbanizzazione più alto non d’Italia, ma d’Europa. Noi diciamo che il momento di cambiare rotta è ora, non si può più rimandare”.