Obbligo di Green Pass nelle aziende, duri attacchi ai delegati Fiom Cgil Monza Brianza

La tensione, dal 15 ottobre in poi, rischia di alzarsi ulteriormente. E per la Cgil, se non si troveranno soluzioni, i propri rappresentanti nelle fabbriche potrebbero diventare ancora di più un bersaglio.
Che il clima sia molto teso sull’obbligo del Green Pass in tutti i luoghi di lavoro, che scatta oggi, 15 ottobre, si era capito già nei giorni scorsi. Anche prima dell’assalto alla sede nazionale della Cgil a Roma che ha provocato un immediato presidio di solidarietà anche davanti alla sede della Camera del Lavoro a Monza.
Ora, però, che la fatidica ora è scattata, il timore che dal 15 ottobre in poi la situazione possa diventare ancora più esplosiva è alto. Le premesse negative non mancano. L’ultima è stata denunciata pubblicamente dalla Fiom Cgil Monza Brianza. La Federazione degli impiegati operai metallurgici, infatti, ha difeso i propri delegati e delegati nelle fabbriche del nostro territorio che sulla questione Green Pass da giorni sono oggetto di attacchi molto pesanti, anche via social, da parte di altri lavoratori e colleghi. Che non hanno la certificazione verde o, in alcuni casi, sono anche No vax.
“Ci stanno giungendo diverse segnalazioni – si legge in un comunicato – chi fa questi attacchi sta al gioco dei fascisti, quegli stessi che sabato scorso hanno attaccato la sede della Cgil”. “Vorremmo ricordare a tutti che i delegati della Fiom che oggi vengono attaccati sono gli stessi che durante la pandemia erano in fabbrica a difendere salute e sicurezza dei lavoratori – continua il testo – a tutto questo diciamo: ora basta!!!”.
TROVARE SOLUZIONI
Nella confusione di questi giorni riguardo ad un tema così divisivo, la posizione della categoria degli impiegati operai metallurgici del principale sindacato italiano è piuttosto chiara su come attenuare la tensione scatenata dall’obbligatorietà del Green Pass per tutti i lavoratori.
“Abbiamo avuto diversi confronti con le aziende di Monza e Briana per cercare soluzioni a questa vicenda, così come nelle scorse settimane era successo per i lavoratori delle mense – spiega Pietro Occhiuto (nella foto in alto), segretario generale Fiom Cgil Monza Brianza – con i segretari nazionali dei sindacati, stiamo chiedendo al Governo la possibilità di fare tamponi, magari a carico delle stesse aziende”.
“Al momento non abbiamo alcun accordo in questo senso con aziende del nostro territorio – continua – di sicuro, però, siamo convinti che il lavoratore non debba pagare per andare a lavorare”.
In attesa che, a livello nazionale, di fronte a circa 3 milioni di lavoratori senza Green Pass, con percentuali piuttosto alte in alcuni settori come quello dei portuali e degli autotrasportatori, si trovi la quadra del cerchio, le problematiche da affrontare dal 15 ottobre in poi potrebbero essere numerose.
“Le aziende non sanno quanti sono i loro lavoratori che non si sono ancora vaccinati e, anche se si trattasse soltanto del 10% del totale, che però si aggiungerebbe alle normali assenze fisiologiche, questo potrebbe avere seri effetti sull’organizzazione del lavoro – sostiene Occhiuto – sono, dunque, preoccupato per gli sviluppi di questa situazione e anche per i nostri delegati e delegate sindacali che, nell’incertezza da parte del Governo e delle aziende, stanno diventando il primo sportello su cui chi non ha il Green Pass, e per questo rischia di perdere giorni di lavoro e parte dello stipendio, sta scaricando la propria rabbia”.
DA MONZA A ROMA
All’orizzonte, intanto, c’è anche la manifestazione unitaria del 16 ottobre a Roma indetta dai tre principali sindacati, Cgil, Cisl, Uil, in conseguenza dei fatti di violenza del 9 ottobre contro la sede nazionale della Camera del Lavoro. Sono pronti a partire da Monza e dalla Brianza diversi pullman alla volta della Capitale.
“C’è una buona risposta dei lavoratori del nostro territorio per la partecipazione alla manifestazione del 16 ottobre – annuncia il segretario generale della Fiom Cgil Monza Brianza – saremo in piazza a Roma per difendere la possibilità di poter essere liberi di organizzarsi, contrattare in democrazia”.