Anoressia e bulimia già a 11 anni: negli ultimi due anni casi in aumento all’Ospedale di Vimercate

Dati allarmanti che hanno fatto cresce l’attenzione del nosocomio brianzolo nei confronti dei pazienti in età pediatrica e adolescenziale con disturbi del comportamento alimentare, di tipo restrittivo.
I disturbi alimentari si fanno strada tra gli adolescenti e non solo. Anche i bambini non sono risparmiati dallo spettro della anoressia, in primis, e della bulimia. A soffrirne sono anche piccoli di appena 11 anni.
I ricoveri in pediatria all’ospedale di Vimercate sono decisamente aumentati: un solo ricovero nel 2020, con 5 giornate di degenza; 20 nel 2021, sino ad oggi, con quasi 290 giornate di degenza.
Il fatto è che, tra i giovanissimi, i disturbi alimentari, a livello nazionale, si sono notevolmente incrementati: negli ultimi due anni circa il 30% in più.
Ospedale di Vimercate: un day hospital per pasto assistito e per sostenere il post ricovero
Dati allarmanti che hanno fatto cresce l’attenzione del nosocomio brianzolo nei confronti dei pazienti in età pediatrica e adolescenziale con disturbi del comportamento alimentare, di tipo restrittivo. Il dato registrato all’Ospedale di Vimercate lo conferma in modo quasi plastico: i casi (in particolare con un disturbo agli esordi) si riferiscono a soggetti, perlopiù ragazze, compresi in una fascia d’età compresa tra gli 11 e i 17 anni.
“Arrivano in pronto soccorso e poi sono ricoverati in Pediatria – ricorda Marco Sala, Direttore della Struttura – con privazione alimentare prolungata. In reparto sono alimentati inizialmente con un sondino nasogastrico da cui si svezzano, se tutto procede con successo, rendendosi autonomi, con l’aiuto degli operatori che li sostengono e li incoraggiano”.
Dal febbraio di quest’anno è stato creato un day hospital per pasto assistito e per sostenere il post ricovero. Da allora ad oggi sono stati seguiti oltre 15 ragazzi, con 80 accessi complessivi.
C’è un nesso tra questo aumento di episodi e fenomeni patologici e lo stress dovuto alla pandemia?
Non esistono studi definitivi al riguardo, dicono gli esperti. E tuttavia i disturbi, soprattutto in età pediatrica, che interessano soggetti provenienti dai più diversi ambienti culturali, sono esplosi, in generale, proprio nell’ultimo anno e mezzo di emergenza sanitaria e sociale.
A proposito di ambito pediatrico ospedaliero può essere utile ricordare le statistiche più recenti relative agli accessi pediatrici in Pronto Soccorso. Quest’anno, tra ottobre e novembre sono stati 1.513, con un incremento di circa il 6-7% rispetto al numero registrato due anni fa, nello stesso periodo.
In questo contesto, talvolta segnato da episodi assolutamente non motivati di malintenzionati nei confronti di operatori (medici e infermieri, soprattutto donne) vale la pena confermare alcune norme e prescrizioni.
Le spiega il primario Marco Sala: “tutti i pazienti che si presentano per una prestazione di pronto soccorso devono essere sottoposti a test rapido per Covid. Questo serve a differenziare i percorsi tra soggetti negativi e positivi al test, in un periodo in cui si assiste ad una ripresa dei contagi. Il rifiuto per qualsiasi motivo di sottoporsi a questa procedura complica molto i passaggi (comporta la necessità di eseguire la visita in area isolata e di indossare e poi dismettere i dispositivi di protezione) e rallenta inevitabilmente il lavoro, a discapito di tutti”.
“All’arrivo in Pronto Soccorso – aggiunge il Direttore della Pediatria – viene attribuito al paziente, un codice numerico di gravità e quindi di urgenza, da 1 (massima gravità e urgenza) a 5 (non urgente), che rappresenta l’unico criterio con cui si regola l’accesso alle cure. E’ evidente che le condizioni di instabilità (ad esempio, la difficoltà respiratoria acuta, la crisi convulsiva protratta), con necessità di terapia immediata, debbono essere trattate prima di una condizione di malattia stabile (ad esempio, febbre da 3 giorni, tosse da una settimana, cefalea da 1 mese). Insomma per pretendere che sia pronto, ci deve essere la necessità immediata di un soccorso”.