Rieletta la Segreteria dei metalmeccanici FIM CISL Monza Brianza Lecco

La Fim Cisl Monza Brianza Lecco cresce. Cresce in termini di iscritti (681 nuove tessere nei primi 11 mesi del 2021), delegati (336), aziende (208), rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (oltre 100).
Si è concluso oggi con la rielezione da parte del Consiglio Generale di Enrico Vacca nel ruolo di Segretario Generale e di Eliana Dell’Acqua e Lorenzo Ballerini come componenti della Segreteria, il Congresso della FIM CISL Monza Brianza Lecco, la categoria sindacale della CISL che rappresenta i lavoratori metalmeccanici. Il Congresso si era aperto nel pomeriggio di ieri al Teatro Astrolabio di Villasanta.
Una crescita basata su valori condivisi
La Fim Cisl Monza Brianza Lecco cresce. Cresce in termini di iscritti (681 nuove tessere nei primi 11 mesi del 2021), delegati (336), aziende (208), rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (oltre 100). Sono i dati forniti in occasione del terzo congresso territoriale dell’organizzazione che rappresenta i metalmeccanici, che si tiene oggi e domani a Villasanta. È una crescita frutto di un lavoro intenso sul territorio e di un processo di integrazione tra due territori, quello Lecchese e quello della Brianza, che ha fatto della Fim Cisl Monza Brianza Lecco (che oggi ha 7.608 iscritti), la terza Fim Cisl della Lombardia.

Il lavoro è stato impegnativo ed è passato attraverso una riorganizzazione della categoria, una maggiore formazione dei delegati (nel solo luglio e agosto scorsi sono stati coinvolti 40 persone nei corsi base), un riordino della gestione interna, contrattazione.
Ma anche di valori condivisi. «Lo slogan del congresso è “Sindacato. Syn dike. Giustizia insieme. Possiamo” – osserva Vacca -. Sul territorio noi lavoriamo promuovendo la giustizia sociale. E siamo convinti che non esista giustizia sociale senza libertà. Noi abbiamo cercato di portare avanti questi valori con coerenza e convinzione e continueremo a farlo. Perché se lo faremo i lavoratori e le lavoratrici ci seguiranno».
In questa ottica, la Fim Cisl Mbl lavorerà anche per una stretta collaborazione con Fiom e Uilm che Vacca ha definito «un valore strategico» da realizzare «giorno per giorno nella nostra azione sindacale».

Sul territorio, la Fim si confronterà anche con aziende in continua transizione tecnologica e digitale. Ancora Vacca: «Siamo consapevoli che senza investimenti non esiste lavoro ma è bene ricordare che questi devono sempre tenere conto delle ricadute sulle persone e sul territorio». Per questo motivo, a suo parere le risorse investite «devono portare sviluppo, occupazione e valorizzazione delle persone e del lavoro. Questa per noi è la giusta transizione. Una transizione che non lasci indietro nessuno e che punti in modo deciso sulla formazione». In questo senso, la contrattazione ha un ruolo importante nella quale operatori e delegati hanno l’opportunità di mettere alla prova le loro capacità e svilupparle.
«La Fim Cisl Monza Brianza Lecco sarà quindi impegnata a portare avanti l’idea di un sindacato portatore di giustizia e di un’utopia razionale, conquistare le persone, le donne e gli uomini che la vivono ogni giorno, prima nel cuore e poi nella testa, prima nel pensiero e poi nell’azione».
«I problemi che dovremo affrontare sono diversi» – conclude Vacca – «dal riaffermarsi di forze antidemocratiche alla profonda crisi economica innescata dalla Pandemia, che ha portato ad un allargamento delle disuguaglianze sociali, dall’imperativo di governare la transizione tecnologica garantendo la formazione dei lavoratori, alla necessità di mettere i giovani e le donne al centro dello sviluppo sostenibile del Paese attraverso i fondi di Next Generation Eu. Quella che ci attende è una battaglia di civiltà, che abbia il suo epicentro nel lavoro ma che respiri tensioni valoriali profonde»
Durante la mattina è intervenuto il Segretario Generale CISL Monza Brianza Lecco, Mirco Scaccabarozzi, che ha ricordato le ragioni della manifestazione di sabato 18 dicembre “Per lo sviluppo, il lavoro, la coesione: la responsabilità scende in piazza” e la posizione della Cisl «Non è lo sciopero la via giusta, in questo momento storico è necessario agire con coesione, responsabilità e partecipazione sociale. Gli spazi di interlocuzione ci sono e la Cisl andrà a fondo delle questioni aperte, come il consolidamento del 1,5 miliardi aggiuntivi sull’IRPEF, maggiori dotazioni finanziare sulla non autosufficienza, fondi aggiuntivi per la formazione e a contrasto del caro bollette».

Khaing Zar Aung. Sostenete la democrazia in Birmania!
In Birmania deve tornare la democrazia. Deve cessare la dittatura dei militari. A sostenerlo, Khaing Zar Aung, sindacalista birmana della Confederation of Trade Unions of Myanmar, intervenuta alla prima giornata del Congresso.
Khaing Zar non può più vivere nel suo Paese. La sua attività sindacale la esporrebbe al rischio della prigione e delle torture. Vive in Germania come rifugiata, ma non ha cessato di combattere per i lavoratori e le lavoratrici birmane. «Quando ho iniziato a lavorare il Myanmar era sotto il giogo di una dittatura – ricorda -. Le condizioni di vita e di lavoro erano terribili. Era diffuso il lavoro forzato che si configurava come un’autentica schiavitù». La giovane Khaing Zar è impiegata in una ditta tessile dove entra la mattina alle 6 ed esce alla sera alle 11. Guadagna pochissimo e non ha alcuna forma di assistenza previdenziale e sanitaria. «Mi chiedevo il perché di questo lavoro massacrante e di questa paga misera – continua -. In Thailandia, dove mi ero rifugiata, ho conosciuto il sindacato e lì, grazie alla Cisl ho seguito la mia prima formazione». Una formazione che le è stata utile una volta abbattuta la dittatura e ripristinata la democrazia. «La democrazia – prosegue – ci ha permesso di lavorare per migliorare i diritti dei lavoratori. Abbiamo aumentato il salario minimo. Eliminato il lavoro forzato. Introdotto maggiori diritti per le donne».
Nel febbraio 2021 però un nuovo golpe sembra aver portato indietro l’orologio. «Sono tornati al potere i generali – osserva -. La democrazia è stata smantellata. Anche i diritti dei lavoratori sono stati, pezzo per pezzo, distrutti. Si è formata un’alleanza tra militari e imprenditori che ha riportato la situazione a dieci anni fa. Non esiste più il diritto di sciopero. È tornato il lavoro forzato. Non ci sono più garanzie». I cittadini si ribellano, ma la repressione è dura.
«La comunità internazionale – conclude Khaing Zar – deve sostenere il Governo di unità nazionale in esilio e l’Alleanza per il lavoro del quale il sindacato fa parte e rappresenta una alternativa democratica e non violenta. Le organizzazioni internazionali devono promuovere le sanzioni economiche per colpire gli interessi dei militari (che trovano un appoggio nella Cina). La dittatura deve finire. Il Myanmar deve tornare una democrazia».
Ugo Morelli. Nuovi linguaggi sindacali per un lavoro che cambia
La mattina della seconda giornata di Congresso della FIM CISL Monza Brianza Lecco è stata animata dall’intervento di Ugo Morelli, Psicologo del lavoro e delle organizzazioni che, insieme al Responsabile della Formazione della FIM CISL Nazionale Rosario Iaccarino, ha parlato ai delegati presenti di lavoro che cambia e rappresentanza, i temi alla base di una ricerca effettuata dalla FIM CISL Nazionale.
La ricerca, effettuata attraverso un questionario sottoposto a 593 delegati FIM di 14 territori diversi, è nata con lo scopo di identificare e sviluppare un nuovo linguaggio della rappresentanza a fronte di un mondo del lavoro che si allontana sempre più dal modello tradizionale che il Sindacato ha finora tutelato.
Il professor Morelli l’ha definito un “lavoro sfarinato” che comprende, un esempio su tutti, i lavori nati con l’avvento della globotica (l’incontro tra la globalizzazione e il digitale). La stima è di circa 1 miliardo di lavoratori che vendono le proprie competenze in tutto il pianeta lavorando da casa per un datore di lavoro che spesso non conoscono e che non conosceranno mai. Come è possibile tutelarli? La risposta del Prof. Morelli è «Accanto al FARE è necessario un PENSARE sindacale all’altezza del nostro tempo».
È necessario quindi individuare nuovi codici del linguaggio sindacale, che parlino alle nuove generazioni tenendo ben presente il mutato scenario, lavorativo e sociale, in cui andiamo ad agire. Uno scenario profondamente segnato dalla precarietà del lavoro, dalla crisi climatico/ambientale (che avrà un notevole impatto nel settore automotive), dal problema demografico (secondo i dati ISTAT del 26.11.21 il rapporto tra giovani e anziani sarà di 1 a 3 nel 2050 mentre la popolazione in età lavorativa scenderà in 30 anni dal 63,8% al 53,3% del totale) e, non ultima la crisi economica innescata dal COVID19.