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“Più sicurezza”, l’appello dell’associazione 2NOVE9 dopo il mortale a Lesmo

18 gennaio 2022 | 09:48
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“Più sicurezza”, l’appello dell’associazione 2NOVE9 dopo il mortale a Lesmo

2NOVE9: “Il 40% degli incidenti è figlio dello stato delle infrastrutture”.

Non chiamatelo incidente, casualità. O meglio, l’incidente c’è ma forse poteva essere evitato. Non è la prima volta che l’associazione 2NOVE9, nata in Brianza per supportare le vittime della strada e i loro familiari, sottolinea questo concetto: per le nostre infrastrutture si può fare di più, specialmente se questo ci permette di evitare le tragedie. Questa volta l’associazione si riferisce al grave incidente avvenuto nel fine settimana a Lesmo in cui un suv ha travolto un pensionato, che nell’impatto ha perso la vita. Tragedia che, secondo l’associazione, si sarebbe potuta evitare se in quella via ci fosse stato un marciapiedi.

“La strada in questione, via Marini, probabilmente un tempo era strada di campagna, c’era poco o niente. Oggi in prossimità del luogo dell’incidente ci sono 16 abitazioni, parliamo di una via con almeno 24 unità abitative, cioè residenti che comunque si devono muovere – ci dice Roberto Concedda, portavoce di 2NOVE9. – Il tratto è sprovvisto di marciapiede, ci sono dei parcheggi ma non ci sono dei marciapiedi”.

“Il timore quando si sentono episodi del genere è che se non si agisce subito qualcosa di simile potrà accadere anche in futuro – prosegue. – Non intendo assolutamente dare la colpa a questa amministrazione, ma bisogna agire sulle città, cambiarle e adattarle seguendo l’incremento demografico e i cambiamenti dei quartieri. Non si può parlare di casualità: i dati ci dicono che solo il 4% dei sinistri è legato alla casualità, mentre viceversa il 40% è figlio dello stato delle infrastrutture. Quello che ci dobbiamo chiedere è: se ci fosse stato il marciapiede l’incidente si sarebbe verificato?”

Oggi è capitato ad una persona, ma potrebbe succedere anche un domani – conclude Concedda. – A Lesmo abbiamo un tasso di mortalità molto alto. Un morto ogni anno e mezzo, ogni anno e quattro mesi. Non è un caso e non può passare in sordina. Serve un adeguamento delle strade e serve migliorare la sicurezza degli utenti deboli. Una persona può commettere errori alla guida, ma per questo servono le infrastrutture fatte bene, per limitare gli sbagli umani”.

L’associazione si è detta inoltre a disposizione nel supportare e affiancare la famiglia della vittima.