Lettera Aperta di Europa Verde Lissone all’amministrazione comunale

Anche gli attivisti verdi di Lissone hanno fatto sentire la loro voce in vista delle prossime elezioni amministrative.
Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta di Europa Verde Lissone alla Sindaca, alla Giunta, al Consiglio Comunale di Lissone.
Come Europa Verde locale e anche da semplici cittadini ci permettiamo di indirizzarVi la presente su un tema importante, che dovrebbe necessariamente avere adeguato spazio anche nei futuri programmi politici cittadini e brianzoli: quello della ormai conclamata (ancorché spesso solo sul piano retorico), quanto oggettiva, emergenza ambientale, oltreché economica, che sta affliggendo il mondo intero.
In questo contesto ogni città, certamente città importanti come Monza e Lissone non possono giocare il ruolo di semplici spettatori in attesa che altri trovino delle soluzioni a problemi cui la nostra città di fatto attivamente contribuisce.
Al riguardo vorremmo richiamare alcuni elementi informativi che saranno probabilmente ben noti a tutti, ma che è utile comunque elencare:
– il 9 luglio 2021 è comparso sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il regolamento che fissa per tutti gli stati dell’Unione l’obiettivo vincolante di conseguire, entro il 2030, la riduzione del 55% (rispetto al 1990) delle emissioni di CO2 e altri gas climalteranti (GHG) per poi conseguire (anche questo come obiettivo vincolante) la totale parità del carbonio (emissioni non compensate pari a zero) entro il 2050,
– il 7 agosto 2021 è stata resa pubblica la prima versione del rapporto 2021 dell’IPCC (International Panel on Climate Change delle Nazioni Unite) sul cambiamento climatico, nel quale si rileva che l’incremento della temperatura superficiale media del pianeta sta procedendo con una velocità superiore a quanto precedentemente previsto,
– la conurbazione di tutta l’area monzese e certamente Lissone ha da tempo una pessima qualità dell’aria, come sa bene anche l’assessore all’ambiente A. Erba.
In tutto ciò città come la nostra, come tutte le città similari, hanno un ruolo attivo come emettitori netti di GHG e consumatori di energia, avendo un tessuto urbano e industriale rilevantissimo, ad alta densità e intensità. Considerati gli obiettivi di drastica riduzione da conseguire entro approssimativamente un decennio, il Comune sta predisponendo una strategia e delle azioni adeguate ed efficaci? Quali?
Per sapere quanto Lissone (ma poi la cosa andrebbe fatta per ogni città) impatti globalmente sul clima e sull’ambiente e quanto e se eventuali specifici provvedimenti risultino efficaci al fine della riduzione delle emissioni, la città dovrebbe dotarsi di un bilancio del carbonio. Si è cominciato a predisporre un tale bilancio? O forse esso esiste già ma semplicemente il pubblico, a partire da noi di E-V, non ne è al corrente? Oggi sul piano scientifico sono state messe a punto delle metodiche appropriate che dovrebbero essere applicate anche al fine di monitorare l’efficacia delle politiche di riduzione perseguite.

In particolare poi, per coerenza, ogni singola proposta di nuova attività o intervento sul territorio comunale dovrebbe essere accompagnata da un bilancio delle emissioni climalteranti, oltreché inquinanti, redatto da un soggetto qualificato e indipendente: se l’attività o l’insediamento, oltre ai tradizionali altri vincoli di sicurezza, risulta comportare un aumento delle emissioni climalteranti rispetto alla condizione di partenza, esso non potrà essere autorizzato, a meno che contestualmente e in modo direttamente verificabile venga attivato anche un processo che porti alla rimozione dall’atmosfera di una quantità di GHG pari a quella emessa. In questo non si dovrà fare nessuna concessione al greenwashing come purtroppo abbiamo visto anche recentemente da alcuni impattanti attori industriali locali, che diventano sempre più incompatibili con il nostro territorio. Costruire una palazzina ha un contributo carbonico immenso, oltre che tanti altri impatti: andranno considerati prima di concedere qualunque permesso edilizio o di dare esecuzione ai famigerati permessi pregressi.
Per il contenimento del mutamento climatico in atto e per la mitigazione dei suoi effetti ricopre un ruolo essenziale anche il suolo. Al riguardo da anni si parla di necessità di porre fine ad un consumo che però ha continuato e continua ad avvenire con ritmo inaccettabile. Stando al rapporto ISPRA 2021, i dati brianzoli e soprattutto lissonesi sono drammatici, con oltre il 75% di superficie ormai ricoperta artificialmente, e piani per continuare (vedasi il progetto “Pratone”, che VA FERMATO), con ulteriore impermeabilizzazione del suolo, danno alle falde, compromissione dell’invarianza idraulica. Come il PRG gestisce questa tendenza? Vogliamo lavorare insieme per un reset urgente del PGT che azzeri per davvero consumo di suolo e nuove costruzioni? La stessa popolazione non dovrebbe più aumentare, ma continuando a concedere trasformazioni di edifici artigianali in palazzine, come vediamo ormai ovunque, si va in direzione esattamente opposta anche se non si consumasse più suolo.
Suggeriamo di mettere in bilancio comunale il costo immenso, anche economico, del suolo ricoperto: non soltanto il costo in termini ecosistemici causato dalla perdita di suolo libero (che già dovrebbe essere più che sufficiente per indurre politiche di arresto del consumo di suolo e di sostegno al riuso/recupero del patrimonio edilizio inutilizzato esistente, attraverso una norma nazionale da anni evocata eppure mai seriamente discussa, ma soprattutto puntare soltanto sugli efficentamenti energetici dell’esistente), ma anche il costo medio subito sotto il profilo economico: 100.000 euro/anno per ciascun ettaro di suolo impermeabilizzato (calcolato da ISPRA), ovvero una media di 10 euro/anno per ogni metro quadrato.
Una cifra importante, un costo rilevante che se venisse calcolato nei bilanci di Lissone renderebbe palese e tangibile il danno immenso e irreversibile– anche economico/finanziario – patito dalla nostra comunità per opera di politiche opposte al bene comune.
Emissioni climalteranti e inquinamento sono direttamente connessi con due attività fondamentali: lo smaltimento dei rifiuti e l’uso dell’energia. Si sta sviluppando una strategia per ridurre a monte la produzione di rifiuti ed il consumo di energia? Perché non state attivando la tariffazione puntuale, pur avendo già da anni predisposto la dotazione di RF tag id o di un codice ai sacchi per l’indifferenziato, che va ridotto alla fonte, oltre che puntare su una velleitaria o presunta economia circolare? Quindi le priorità dovrebbero essere, in ordine: forte riduzione dei rifiuti a monte, poi raccolta differenziata con tariffazione puntuale, seguita da RIUSO e solo infine riciclo e pochissimo smaltimento.
Per quanto riguarda l’energia, naturalmente occorre un bilancio energetico cittadino: esiste già e se c’è lo si utilizza per valutare le decisioni che si assumono oppure lo si sta predisponendo? Una volta nota la situazione di fatto, la Città potrà adottare una politica volta alla riduzione del fabbisogno energetico complessivo e all’abbandono più rapido possibile di ogni fonte energetica il cui utilizzo lasci un’eredità negativa sulle spalle delle prossime generazioni. La Città potrebbe promuovere la produzione diffusa di energia da fonti rinnovabili, puntando anche alla massima corresponsabilizzazione degli utenti, soprattutto le utenze industriali e produttive.
Il quadro normativo nazionale, col Decreto legislativo 199/2021, fornisce alcune opportunità e individua strumenti per operare in tal senso. L’Amministrazione sta considerando le possibilità offerte dal decreto e studiando le modalità per coinvolgere i cittadini? Di certo, dell’ampia superficie comunale impermeabilizzata, una parte non piccola potrebbe ospitare impianti di produzione di energia da rinnovabili, anche solo facendo riferimento alle coperture non assoggettate a vincoli e al netto di quelle male esposte: potremmo pensare ad utilizzare le coperture dei numerosi capannoni industriali (mai suolo e prati!) che potrebbero senza particolari difficoltà ospitare impianti fotovoltaici per qualche MW di potenza. Anche una parte non trascurabile dei numerosissimi condomini cittadini potrebbe ospitare dei gruppi di auto-consumatori che agiscono collettivamente, secondo la definizione del Decreto legislativo 199/2021 e della precedente Legge 8/2020; avete preso in considerazione la possibilità di illustrare ai cittadini questa opportunità fornendo un sostegno, quanto meno informativo, adeguato? Andiamo verso le reti energetiche locali e l’autosufficienza, come modello a tendere.
Bisogna ovviamente anche essere molto attenti ai risvolti sociali ed economici delle scelte che si fanno e ai criteri che si usano per valutarne il successo e l’efficacia. Al riguardo viene ancora sistematicamente utilizzato come indicatore il PIL, anche se già da molto tempo è chiaro che tale parametro non è (o non è più) adeguato a misurare la qualità della vita all’interno delle nostre società. Immagino sappiate che il Parlamento italiano ha approvato, con la legge 163/2016, l’introduzione di un gruppo di indicatori collettivamente indicati con l’acronimo BES (Benessere Equo e Sostenibile) prescrivendo di usarli come strumento di valutazione delle politiche economiche del governo. Da allora ogni anno una relazione basata sull’andamento dei BES accompagna l’approvazione parlamentare del Documento di Economia e Finanza. Certamente anche i servizi delle nostre città concorrono a raccogliere e trasmettere all’ISTAT per l’annuale rapporto le necessarie informazioni sull’andamento appunto dei BES. Non sarebbe il caso di usare quelli per valutare l’efficacia delle politiche della città?
Perché non proporre l’Assessorato del Ben-Essere Equo e Sostenibile, al posto ad esempio, o al fianco e di controllo, di quello dello “Sviluppo” Economico, con relative figure adeguate a capo?
La condizione di emergenza e di urgenza in cui ci troviamo purtroppo non è un semplice modo di dire. Tutti devono farsene carico ma certamente le spalle degli amministratori, dato il ruolo che svolgono, debbono sopportare un peso maggiore di quelle dei più. Le scelte certo non sono facili, ma debbono essere consapevoli ed è così che si può trovare il necessario consenso da parte dei cittadini.
La conversione economica dell’ecologia anche a Lissone e Brianza non può attendere oltre.
Reinterpretando liberamente, ampliando e contestualizzando la lettera del prof. Tartaglia al Comune di Torino,
Cordialmente,
Fabrizio Cortesi (Europa Verde e circolo SEquS MB).