Ristorazione, Serist: no al fallimento, ora tocca al piano di ristrutturazione dei debiti

La Corte d’Appello di Milano ha revocato la decisione del Tribunale di Monza. Che ora dovrebbe procedere con l’omologazione del programma di risanamento al quale hanno aderito quasi 200 creditori.
Non è un’araba fenice, l’uccello mitologico capace di risorgere dalle proprie ceneri. Ma la Serist, storica azienda di ristorazione collettiva con sede a Cinisello Balsamo, ma fondata ad Arcore nel 1983, potrebbe essere protagonista di una vicenda con un finale positivo dopo che si sono succeduti alcuni segnali negativi.
Almeno questo è quello che potrebbe accadere dopo la sentenza della Corte d’Appello di Milano, emessa il 18 novembre 2021 e notificata il 14 gennaio 2022, che ha revocato la decisione pubblicata nel luglio 2021 dal Tribunale di Monza, su istanza del Pubblico Ministero e su parere dei curatori, secondo la quale era stato dichiarato il fallimento della Serist, ceduta nel luglio 2020 alla Ladisa, colosso della ristorazione collettiva nato a Bari nel 1973.
Il Tribunale di Monza non aveva ritenute valide, per requisiti formali, le quasi 200 adesioni dei creditori dell’azienda di ristorazione al programma di ristrutturazione del debito presentato il 18 gennaio 2021 dall’amministratore unico della Serist Valter Zocchi e dai suoi consulenti in base all’ex art 182 bis Legge fallimentare.
Ora, dopo la sentenza della Corte d’Appello di Milano, torna d’attualità il piano di risanamento della Serist, che è stata acquisita dalla Ladisa insieme ai 1000 dipendenti, alle proprietà mobiliari e immobiliari, tra cui i centri cottura ad Agrate Brianza e Castiglione delle Stiviere e due stabilimenti in Sardegna, oltre ai contratti con i clienti pubblici e privati per un fatturato complessivo, a luglio 2020, di 52 milioni di euro. Si potrebbe, quindi, andare verso una conclusione lieta di una crisi irreversibile che ha generato quasi 40 milioni di euro di debiti.

LA SENTENZA
“La Corte revoca la sentenza di fallimento n.103/2021, emessa dal Tribunale di Monza, Sezione fallimentare, il 23 giugno 2021 e pubblicata il 12 luglio 2021, al quale rimette gli ulteriori atti di sua competenza…condanna il Fallimento Serist srl al pagamento delle spese del grado a favore della reclamante oltre al 15% per rimborso spese generali”. Questo quanto la Corte d’Appello di Milano scrive nella sentenza n.114/2022 pubblicata il 14 gennaio di quest’anno.
“Le adesioni di quasi 200 creditori al programma di ristrutturazione che io in quanto amministratore avevo faticosamente raccolto peregrinando per l’Italia nei mesi scorsi con delicatissime trattative, anche con 6 istituti di credito per ingenti importi, sono quindi state ritenute valide – spiega Zocchi – dunque il piano, anche numericamente, sta in piedi e l’advisor Spotti insieme all’attestatore Porcaro hanno correttamente operato”.
“Che il piano fosse pienamente realizzabile lo si è capito nei mesi successivi al deposito in quanto non vi sono stati né creditori che hanno ritirato o modificato il proprio assenso né istanze di fallimento né sopravvenienze passive tali da mettere in discussione la validità dello stesso” continua Zocchi.

LA SITUAZIONE
La soluzione alla crisi della Serist parte ormai da piuttosto lontano. Il professor Zocchi viene nominato dalla proprietà amministratore nel gennaio 2020. Inizialmente deposita una proposta di concordato preventivo.
“Vista la percentuale di soddisfo dei creditori molto ridotta, ho deciso di intraprendere una strada più difficile ma di maggior soddisfazione per i creditori sociali tutti” racconta Zocchi, promotore della vendita della Serist alla Ladisa, avvenuta con un’asta competitiva indetta dal Tribunale fallimentare di Monza. “Un’operazione che ha generato un surplus di liquidità di 2 milioni di euro che permetteva, insieme alla finanza esterna messa a disposizione dalla proprietà famiglia Cusin, di garantire una percentuale di soddisfo per tutti i creditori superiore a quella del concordato ed ovviamente di un fallimento” aggiunge.

Il 5 ottobre 2020 la Serist deposita al Tribunale di Monza una domanda di rinuncia al concordato preventivo e, successivamente, “con lo Studio legale Osborne Clarke, predispongo degli accordi per la ristrutturazione del debito forte dei buoni rapporti personali e della fiducia che banche, fornitori, sindacati e clienti mi avevano manifestato nei difficili momenti di gestione, tra l’altro con il Covid” specifica l’amministratore unico.
Quindi ci sono state la relazione dei due Commissari giudiziali, che hanno espresso il proprio parere sul piano di ristrutturazione dei debiti, la sentenza di fallimento emessa dal Tribunale di Monza, il ricorso presentato dalla Serist e, in ultimo, la decisione della Corte d’Appello di Milano che lo ha accolto.
LE PROSPETTIVE
Cosa potrà succedere ora? “Gli atti sono stati rimandati al Tribunale di Monza per l’omologazione del piano di ristrutturazione del debito – spiega Zocchi – ci auguriamo che l’omologazione avvenga il più velocemente possibile in modo che le 200 aziende creditrici, soprattutto in un periodo reso così difficile a causa della pandemia, possano incassare i loro crediti incagliati da anni”.
“Avendo tutta la finanza necessaria a disposizione, circa 17 milioni di euro sono in grado di passare molto rapidamente alla fase dei pagamenti dei creditori – conclude l’amministratore unico – il fallimento di Serist sarebbe stato oltre che per la proprietà, gli ex amministratori e sindaci anche un problema sociale non di poco conto”.