Lissone. I lavoratori della Cleaf incrociano le braccia. Una giornata di sciopero per venerdì

14 febbraio 2022 | 11:31
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Lissone. I lavoratori della Cleaf incrociano le braccia. Una giornata di sciopero per venerdì

L’azienda va bene ed è leader nel proprio settore. Eppure, nonostante tutto, non ha accettato le richieste delle organizzazioni sindacali che, tra l’altro, puntavano all’istituzione del  premio di risultato.

Lissone. L’azienda va bene ed è leader nel proprio settore. Eppure, nonostante tutto, non ha accettato le richieste delle organizzazioni sindacali che, tra l’altro, puntavano all’istituzione del  premio di risultato. Un motivo che ha portato Feneal Uil,  Filca Cisl e Fillea Cgil a proclamare lo stato di agitazione con la sospensione degli straordinari e di tutte le flessibilità di orario e cambio turno alla Cleaf Spa. Decisa, inoltre, una giornata di sciopero per venerdì 18 febbraio. Un presidio verrà allestito davanti alla sede di via Bottego a Lissone dalle 9 alle 12.

L’azienda produce laminati per il comparto legno-arredo: i dipendenti sono complessivamente circa 270, distribuiti in quattro sedi: due si trovano a Lissone, le altre a Desio e Macherio. “Alle assemblee  svoltesi l’8, il 9, il 10 e l’11 febbraio, hanno preso parte 120 persone. Le iniziative di protesta sono state appunto decise al termine di queste assemblee. Già nel 2019 gli esponenti dei sindacati e delle rappresentanze sindacali unitarie avevano avanzato alcune richieste alla direzione aziendale, con l’obiettivo di avviare un nuovo percorso nelle relazioni sindacali e per migliorare le condizioni contrattuali dei lavoratori” spiegano le sigle sindacali.

“L’azienda è in una situazione espansiva e ha comunicato che il bilancio 2021 si dovrebbe chiudere con un ulteriore incremento del fatturato. La redditività aziendale, causa l’aumento del prezzo delle materie prime e del costo dell’energia elettrica, dovrebbe essere in calo. L’utile, secondo i sindacati,  dovrebbe comunque essere cospicuo. Anche per questo abbiamo chiesto l’istituzione del premio di risultato che, al raggiungimento di determinati obiettivi condivisi, possa ridistribuire collettivamente le risorse economiche generate. Una richiesta che è stata respinta dall’azienda, così come quella che ha come obiettivo l’accordo sul ciclo continuo. E una replica negativa è stata data anche alla condivisione di quanto viene unilateralmente garantito, come l’indennità di turno e/o mansione. L’indisponibilità a ogni ipotesi di trattativa ha così causato la proclamazione dello stato di agitazione” precisano in una nota Feneal Uil,  Filca Cisl e Fillea Cgil.