Renate senza farmacia, disagi per i cittadini. Medicine a domicilio? Ecco la risposta del Sindaco

Il gruppo di opposizione “Insieme per Renate” lancia la proposta di un servizio domiciliare per la consegna di farmaci. Il Primo Cittadino spiega perché non è così semplice mettere in campo un progetto del genere
Chiusa fino a data da destinarsi. Si è conclusa così la vicenda che ha visto coinvolta la farmacia privata di Renate. Lo scorso 28 gennaio, grazie ad un’operazione di successo dei Carabinieri della stazione di Besana Brianza, i due farmacisti titolari, fratello e sorella, sono stati denunciati per falsificazione di prelievi e tamponi con il conseguente sequestro dell’attività commerciale.
Con le saracinesche abbassate in via Roma, il comune brianzolo rimane così definitivamente senza una farmacia. Un disagio per i cittadini, in particolare i più anziani o chi non ha la possibilità di raggiungere le farmacie limitrofe.
Un servizio di volontariato di consegna domiciliare dei medicinali a chi non ha la possibilità di raggiungere la farmacia più vicina? Questa la proposta avanzata da “Insieme per Renate”.
MBNews ha interpellato sulla questione il Sindaco Matteo Rigamonti: “leggo sui giornali di questa proposta ma onestamente casco dal pero perché, ad oggi, non sono arrivate richieste ufficiali all’Amministrazione – ci spiega – consegnare i medicinali a domicilio con un servizio di volontariato non è così semplice. Tra l’altro, va sottolineato il fatto che i nostri volontari, tutti over 50, sono stati momentaneamente sospesi per via dell’aumento dei contagi perché, in primis, va tutelata la salute di tutti”.
LA RISPOSTA DELL’AMMINISTRAZIONE A SOSTEGNO DEI CITTADINI
“Il problema della consegna dei farmaci a casa, oltre che essere già stato analizzato in questi anni, e che tra l’altro fa parte del nostro programma elettorale del 2019, è che bisogna cercare una formula che agisca nel pieno rispetto della libera concorrenza. Quella che ha chiuso è una farmacia privata, fosse stata comunale il problema non si sarebbe presentato perché sarebbe stato sufficiente, in quel caso, aggiungere un servizio – spiega Rigamonti – Inoltre, bisogna anche ragionare sulle competenze in merito alla sanità, che il Comune non ha. Durante i vari lockdown, questo tipo di servizio, era stato avviato autonomamente da alcune farmacie della zona e mi viene da pensare che probabilmente sarà questa la soluzione che verrà messa in campo a seguito della chiusura dell’esercizio di via Roma”.
E aggiunge: “già nel pieno dell’emergenza sanitaria e durante i vari lockdown, l’Amministrazione si era messa in prima linea grazie ai volontari e anche al supporto della Protezione Civile, soprattutto per il reperimento e la consegna di beni di prima necessità e generi alimentari ai cittadini in difficoltà – conclude – con i medicinali non è così semplice ma l’Amministrazione è già al lavoro per trovare una soluzione”.