Accademia PBS “accoglie” una mamma ucraina, la direttrice: “Pronti ad abbracciarne altre”

25 marzo 2022 | 12:09
Share0
Accademia PBS “accoglie” una mamma ucraina, la direttrice: “Pronti ad abbracciarne altre”
Anna Del Prete e Marianna

“L’accoglienza non deve essere solo un fatto per sentito dire, ma deve essere, soprattutto per gli adolescenti, vissuto in prima persona e così ho deciso di aprire le porte dell’accademia ai rifugiati ucraini”

L’accoglienza non deve essere solo un fatto per sentito dire, ma deve essere, soprattutto per gli adolescenti, vissuto in prima persona e così ho deciso di aprire le porte dell’accademia ai rifugiati ucraini”. Con queste parole Anna Del Prete direttrice dell’Accademia Professionale PBS spiega la scelta di aver accolto una mamma ucraina scappata dal conflitto che ha colpito la sua città Ternopil.

La macchina dell’accoglienza monzese non ha bisogno di essere ulteriormente raccontata, dopo che ha dimostrato sul campo il grande valore. Già dall’arrivo del  primo pullman due settimane fa in molti, moltissimi, si sono resi disponibili per accogliere chi stava fuggendo dalla guerra Russo-Ucraina. Donne e bambini. Tra queste donne e bambini c’è anche Marianna, 29 anni venuta in Italia, dove già risiede la suocera. In attesa di riuscire a ricongiungersi con suo marito che è in Inghilterra, la figlia di 2 anni è stata inserita in uno dei nidi della città mentre per lei si sono aperte le porte dell’Accademia Professionale PBS. Una scuola che ha quattro sedi, due a Monza, una a Limbiate e una a Milano. Frequentata da circa mille studenti, di cui il venti per cento con disagi o disturbi e che ha fatto dell’inclusione uno dei suoi punti di forza.

Generico marzo 2022

Ad aprire le porte la direttrice in persona che ci racconta: “Quando ho saputo di questa giovane mamma non ci ho pensato un attimo e le ho proposto di passare delle ore da noi durante le quali può frequentare i nostri laboratori. Se riuscirà a completare il ciclo sarò anche ben contenta di regalarle l’attestato. Come a lei, mi piacerebbe accogliere altre donne che sono a Monza o in Brianza. Per loro diventa un modo per utilizzare bene il loro tempo e magari scoprire delle attitudini. Il mio gesto di accogliere una rifugiata, però non si ferma alla sola voglia di essere generosi verso il prossimo: voglio che i miei studenti capiscano in concreto che cosa significa scappare da una guerra, che cosa significa vedere le proprie certezze sgretolarsi sotto i colpi delle bombe. Marianna è stata accolta con grande gioia. E in questi giorni alla sua presenza abbiamo composto la scritta “pace” nel piazzale della scuola”.