Ospedale San Gerardo, Bonfanti: “Ripresa modesta della curva di contagi”. Ecco perchè

Resta stabile il numero dei pazienti ricoverati per Covid all’ospedale San Gerardo di Monza. 33 la settimana scorsa, 33 anche oggi.
Monza. Resta stabile il numero dei pazienti ricoverati per Covid all’ospedale San Gerardo di Monza. 33 la settimana scorsa, 33 anche oggi. Di questi 30 si trovano in Malattie Infettive, 1 in terapia intensiva, 2 in altri reparti. Nella settimana dal 7 al 13 marzo hanno avuto accesso al pronto soccorso del nosocomio cittadino 1.757 persone di cui 153 con sintomatologia Covid, 12 ricoverate. 4 purtroppo i decessi registrati. L’età media dei 33 pazienti ricoverati è di 73 anni.
“Il numero dei pazienti ricoverati presso l’ASST di Monza rimane stabile nonostante si sia osservata, sia a livello locale sia nazionale, una ripresa seppur modesta della curva di contagi. Tale piccola recrudescenza non incide al momento sui ricoveri ospedalieri sia ordinari sia in Terapia Intensiva” spiega il Prof. Paolo Bonfanti, Direttore dell’unità operativa di Malattie Infettive.
Perché la curva dei contagi è tornata a risalire?
“Bisogna tenere presente che non si tratta di un fenomeno solo locale ma che sta avvenendo in tutta Europa. La ripresa è probabilmente la risultante di tre fenomeni distinti. Il primo è la maggior diffusione – vi sono dati europei su questo – della variante Omicron 2, più contagiosa rispetto alla precedente. Fortunatamente i vaccini proteggono anche verso questa nuova variante. Purtroppo, e qui veniamo al secondo fenomeno, si sta osservano un calo dell’adesione alla campagna vaccinale soprattutto nei bambini e nei candidati alle terze dosi. Terza possibile ipotesi è un allentamento dell’adesione alle misure personali di contenimento (uso della mascherina, ecc.). A fine marzo cesserà lo stato di emergenza ma il virus non scomparirà: sarà quindi importante la responsabilità di ciascuno nel continuare ad usare le misure di precauzione, soprattutto negli ambienti chiusi, per proteggere sé e le persone più fragili esposte maggiormente al Covid” ha concluso Bonfanti.