Perché le criptovalute sono ancora così volatili?

17 marzo 2022 | 17:22
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Perché le criptovalute sono ancora così volatili?

Le criptovalute sono un argomento noto e la loro conoscenza non è più per pochi. Per un breve riepilogo basti sapere che si tratta di una rappresentazione digitale di valore basata su una specifica tecnologia che fa uso di computer connessi tra di loro. Sono numerose e quasi tutte solo digitali, cioè senza supporto di altro valore fisico tipo merci, e diffuse a livello mondiale. Inoltre, molti le ritengono la valuta del futuro.

Di recente, ancor più del solito, le criptovalute sono state sotto i riflettori per la loro volatilità, determinata dalle leggi di domanda e offerta. Questo mercato è sempre stato caratterizzato da una certa naturale volatilità, sin dai suoi albori. È un aspetto tipico del settore con cui gli esperti di investimenti, ma anche i neofiti, fanno i conti tentando di prevedere le relative flessioni, in modo da avvantaggiarsene o correre ai ripari in caso di speculazioni troppo azzardate.

Quello delle criptovalute è un mercato in espansione, pertanto necessita di studio, come qualsiasi altro ambito della finanza, e di attenzione, visto che si trova ancora in una fase di ridotte dimensioni, sebbene con molto potenziale di crescita. Informarsi adeguatamente prima di dedicarsi alle criptovalute è, non solo una buona idea, ma un’astuzia necessaria per muoversi in maniera tempestiva ed essere consapevoli dei rischi di tali investimenti. Motivo per cui è bene usufruire di piattaforme digitali affidabili. Per verificare quali siano le migliori in ambito trading online è possibile leggere le varie opinioni su Stormgain, uno dei broker più in ascesa, da parte degli utenti, sia alle prime armi, sia esperti.

Quanto vale il mercato delle criptovalute?

Il mercato delle criptovalute è un mercato finanziario neonato rispetto agli altri. Al suo apice contava 800 miliardi di dollari, poca cosa se si considera il valore totale del mercato dell’oro di quasi 8 trilioni di dollari e i 18 trilioni di dollari del mercato azionario statunitense. Insomma, bruscolini che, però possono fare la differenza per investitori lungimiranti che vedano il potenziale di guadagno e intendano questo mercato come una sorta di nuova frontiera. È proprio la dimensione piccola, infatti, a consentire a forze investitrici altrettanto piccole di avere un effetto maggiore sul prezzo. Se, ad esempio, nel mercato dell’oro gli investitori vendessero 500 milioni in oro, tale azione non influenzerebbe molto il settore di riferimento, mentre se invece dell’oro si trattasse di bitcoin, allora il discorso sarebbe capovolto e potrebbe destabilizzare l’intero mercato. È facile comprendere come anche i micro investitori possano fare la differenza.

Volatilità fisiologica, ma il panico ha generato un recente crollo del mercato

Di recente le criptovalute sono state sotto i riflettori più del solito a causa di un considerevole crollo del Bitcoin, passato da 63mila dollari a 35mila in poche settimane. Crollo che ha segnato una ricaduta su tutto il mondo delle criptomonete causando una svendita di molte valute digitali. Risultato finale? Panico e vendite a profusione tra i trader che hanno temporaneamente perso fiducia nel mercato. Una corsa incontrollata al fine di monetizzare la propria posizione. In più, questa reazione ha rallentato il funzionamento di alcune piattaforme di trading online prese d’assalto.

Se è vero che il mercato è soggetto a flessioni che si possono considerare fisiologiche come qualsivoglia asset rischioso, è altrettanto vero che questi scossoni così importanti sono piuttosto rari nonostante i danni che causano. Tale crollo, infatti, ha volatilizzato 1000 miliardi di dollari di valore di mercato, ovvero quasi la metà dei miliardi che il mercato aveva capitalizzato nel suo momento “più felice”.

Flessione del mercato: ecco cosa ha provocato la corsa alla vendita

Il cambio di sentiment e la conseguente corsa alla vendita delle criptomonete è dipesa da alcuni fattori. In primis, l’annuncio ufficiale della Cina di voler regolamentare il settore, seguito dalla decisione di Elon Musk, magnate di Tesla, di rinunciare al suo sostegno al mercato. Le due cose hanno provocato un danno ingente. In ogni caso, è bene far presente che, data la giovane età di tale mercato a cui manca una storia, una statistica di precedenti simili su cui fare le proprie valutazioni, non si può sostenere che tale azione possa ripetersi, ma solo ipotizzare che il prezzo di alcune criptovalute, come Bitcoin o Dogecoin, salga di nuovo. Il mercato degli investimenti, indipendentemente dalla tipologia di questi, resta soggetto ad una certa imprevedibilità su sui si basano le speculazioni stesse.