Questura di Monza sempre pronta ad aiutare le donne maltrattate: ecco come chiedere aiuto

Solo nei primi mesi del 2022 sono già 10 gli ammonimenti per atti persecutori e 5 quelli per violenza domestica. Ancora troppo poche le donne che denunciano.
Monza. Dalla violenza domestica, alle molestie, passando per i casi di stalking. Ogni giorno anche a Monza la questura invia una vettura della squadra monile perchè è in corso una lite familiare, durante la quale il più delle volte sono le donne ad essere le vittime. Tanti gli interventi, a dir il vero sempre di più. Nel 2020 sono stati 6 gli ammonimenti fatti per atti persecutori e 4 per violenza. Numeri decisamente aumentati nel 2021, diventati rispettivamente 25 e 11. E nell’anno appena cominciato, si parla già di 10 ammonimenti per atti persecutori e 5 per violenza. Sì, perchè non c’è solo la denuncia penale come strumento per fermare l’orco che molte donne hanno in casa. L’ammonimento è un atto formale che può prevenire il degenero di situazioni che la cronaca ci ha abituato a leggere con il nome di femminicidio.
A dare questi agghiaccianti numeri è la Questura di Monza e Brianza nella conferenza stampa tenutasi questa mattina, lunedì 7 marzo, in occasione dell’imminente festa della donna che si celebra l’8 marzo. In via Montevecchia c’è una vera e propria squadra dedicata contro i crimini contro le donne: poliziotti specializzati che sono chiamati ad intervenire, una volta al giorno, più dei furti, in chiamate d’emergenza per liti domestiche.
Numeri che mettono in evidenza quanta strada ancora c’è da fare in questa direzione. Sono ancora poche, infatti, le donne che denunciano ed è questo l’appello che, più di ogni altra cosa, è emerso dalla conferenza stampa indetta della Questura di Monza dal titolo evocativo che non lascia spazio a dubbio: “questo non è amore”
VIOLENZA DOMESTICA COME TUTELARSI
La violenza domestica è quella che si consuma all’interno della propria casa, il luogo che – più di tutti – dovrebbe essere il nido sicuro. Ed è per questo che, spesso, molte donne fanno fatica a denunciare o a comprendere che quello che stanno vivendo non è un rapporto di coppia fatto di alti e bassi, di liti saltuarie, ma vera e propria violenza. Controllo, schiaffi, subordinazione psicologica o economica, umiliazioni: “questo non è amore”, come recita il volantino divulgato dalla Questura, ma violenza. E come tale, va denunciata. Ma la paura di ritorsioni, soprattutto se di mezzo ci sono dei figli, è più forte della voglia di liberarsi del proprio aguzzino e questo timore fa crollare il numero di denunce.

Ecco perché, in occasione della Giornata Internazionale dedicata alla donna, che si celebra l’8 marzo, la Questura ha voluto fare il punto della situazione, non solo divulgando i numeri di cui sopra, ma soprattutto per ricordare che denunciare e chiedere aiuto alla polizia, è l’unica soluzione per uscire dai casi di molestie o violenze domestiche, ricordando che la donna, ed eventuali figli, sono sempre tutelati.
Un esempio è l’ammonimento del questore. Ci sono casi in cui una donna decide di interrompere la propria relazione amorosa: questo può scatenare le ire del partner che quindi inizia a perseguitare la donna, a minacciarla, molestandola. Queste azioni a lungo andare cambiano abitudini e stili di vita, sia della stessa donna che non ha più una propria libertà ed è costretta a cambiare ritmi, orari e luoghi di vita sociale e lavorativa, ma anche dei suoi familiare. In questi casi, se ancora non è stata presentata denuncia, si può fare richiesta. A questo punto, valutata la gravità dei fatti, l’Anticrimine emette il provvedimento dopo l’attività istruttoria che può essere velocissima se la vittima ha con sé messaggi o prove evidenti degli atti persecutori subiti. A questo punto scatta lo stop per il soggetto: convocato in ufficio, gli viene spiegato cosa e dove ha sbagliato e lo si invita a frequentare centri di recupero.
Altra misura di prevenzione è l’ammonimento d’ufficio per violenza domestica, provvedimento verso persone pericolose in base a segnalazione che può venire in seguito ad interventi delle Forze dell’ordine o su segnalazione di persone vicine alla vittima.
Infine, c’è la sorveglianza speciale, che può essere richiesta dal questore oppure dal procuratore al tribunale di sorveglianza: con il codice rosso è stata estesa la possibilità di applicarlo anche all’indiziato di maltrattamenti oltre che di atti persecutori. In questo caso il tribunale può imporre il divieto di avvicinarsi in certi luoghi, ma anche l’obbligo o il divieto di soggiorno e, dal 2019, anche il braccialetto elettronico.
Infine c’è un’applicazione che si chiama You Poll oppure dei numeri quali il 1522 è il numero della rete nazionale antiviolenza, mentre l’800901010 è il numero del servizio di prevenzione e contrasto delle discriminazioni. L’800290290 è il numero verde antitratta. In caso di emergenza o pericolo l’unico numero da comporre è sempre il 112. E se serve si può usare anche lo stratagemma di chiamare aiuto facendo finta di ordinare una pizza, ma in questura sapranno decifrare il messaggio e correranno in aiuto.