Seregno, i volontari di ambulanze veterinarie in missione al confine con l’Ucraina: “Anche i cani in fuga dalle bombe”

Dario Viganò racconta il suo viaggio in ambulanza dalla Brianza a Zàhony, frontiera nord-est dell’Ungheria. “Centinaia di profughi in stazione al freddo”.
Anche negli occhi dei cani si vede l’orrore della guerra. Dario Viganò, 36 anni di Seregno, da tempo è impegnato come volontario nel pronto intervento per animali feriti. Davanti ad un caffè, ci racconta di un viaggio che fino a pochi giorni fa mai avrebbe immaginato di intraprendere. Nasce tutto in poche ore. Il gruppo ligure Ambulanze Veterinarie mette in piedi un gruppo di volontari per portare aiuti umanitari ai profughi ucraini. Dai pacchi cibo alle coperte, dai medicinali ai viveri per cani e gatti: il tempo di riempire l’ambulanza e venerdì Dario si mette in viaggio dalla Brianza in direzione di Zàhony, comune di 4mila abitanti alla frontiera nord-est dell’Ungheria.
Ventiquattro ore di viaggio e una gomma bucata dopo, la carovana di sei ambulanze giungono a destinazione. A pochi chilometri da loro c’è l’Ucraina, la guerra, l’orrore. Dario e gli altri portano subito i beni al Muvelodesi Haz es Konyvtar, centro culturale del paese. Dall’inizio dell’invasione russa, il 24 febbraio, il teatro cittadino è diventato un punto di raccolta di aiuti per la popolazione ucraina che arriva da Est.
In centinaia sono arrivati lì ad attendere, dentro e fuori la stazione ferroviaria, al freddo, un treno che li porti a Budapest. Tra loro ci sono per lo più madri con bambini piccoli e qualche animale a quattro zampe: “Abbiamo visto famiglie che nella fuga hanno rinunciato ad una valigia pur di portare il cane con loro”, racconta Dario. “Molte donne però sono costrette a lasciare i cani a casa anche perché i mariti sono andati a combattere”.

Il tempo per restare a Zàhony è poco. Una volta consegnati i viveri, i volontari italiani fanno spazio nelle rispettive ambulanze e girano per la stazione offrendo passaggi ai profughi ucraini diretti in Italia. Una madre con due bambini piccoli e il loro cane accettano di salire a bordo. Durante il viaggio di ritorno, nonostante la presenza di una volontaria interprete, la madre rimane in silenzio. Tanta è ancora la tensione, lo shock per quanto accaduto. Il cane invece si fa accarezzare, è in buone condizioni di salute anche se affamato ma anche nei suoi occhi si legge tutto lo smarrimento per aver dovuto lasciare in fretta e furia la propria cuccia. Domenica mattina il rientro in Italia. Un piccolo sorriso compare sul volto della madre ucraina mentre scende a Savona. Dario invece ritorna a Seregno dove riprende la sua attività di pronto intervento volontario per animali. Quarantotto ore di viaggio in tutto ma il ricordo di questa esperienza resterà a lungo.
IL DRAMMA DEGLI ANIMALI DOMESTICI IN GUERRA: COME PROTEGGERLI?
Oltre alle persone, a fare le spese di una guerra sono anche gli animali. Pochi giorni dopo l’inizio dell’invasione russa, l’Enpa – Ente Italiano Protezione Animali – ha lanciato una raccolta fondi per la protezione dei cani di Kiev. Qui l’animalista milanese Andrea Cisternino ha deciso di restare nella fattoria dove dal 2012 si prende cura di oltre 400 cani randagi.