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Ucraina, primi rifugiati a Besana Brianza. L’appello del Cisom: “Crescono le partenze di madri con bambini, servono più spazi”

6 marzo 2022 | 10:21
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Ucraina, primi rifugiati a Besana Brianza. L’appello del Cisom: “Crescono le partenze di madri con bambini, servono più spazi”
Volontari del Cisom di Monza Brianza

Il dramma dei profughi ucraini visto da Vincenzo Lucisano, capogruppo dell’Ordine di Malta per Monza e Brianza: “Ci scrivono a decine, serve l’impegno di tutti”.

Besana in Brianza. Tra i capannoni industriali, la sede provinciale del Cisom – Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta – è diventata un punto di prima accoglienza per profughi di guerra in fuga dall’Ucraina. Massimo e Rino, due volontari, scaldano il termos del caffè e apparecchiano la tavola. Il turno di notte è appena cominciato e loro aspettano di accogliere gli ospiti in viaggio da Est.

Mezzanotte, l’una, non sanno bene a che ora arriveranno: donne con bambini piccoli al seguito si sono messe in viaggio lasciando tutto a casa mentre i mariti sono rimasti in patria a combattere. “Abbiamo fatto la notte in bianco perché sono arrivati all’una e mezza e abbiamo portato due madri con i bambini a Malpensa dove avevano il volo per la Spagna da connazionali pronti ad accoglierle”, racconta Vincenzo Lucisano, capogruppo provinciale del Cisom Monza Brianza. “Ucraini dall’Italia vanno a prendere queste madri al confine e le portano qui in salvo. In questa fase ci contattano come ponte di passaggio”. A Besana si è fermata una madre con un bambino di sei mesi: la paura è tanta ma c’è il sollievo di essere riuscita a fuggire dai bombardamenti.

Generico marzo 2022

RETE DI ACCOGLIENZA CAPILLARE

Anni di volontariato alle spalle, l’imprenditore brianzolo affronta questa emergenza umanitaria ricordando la guerra in Jugoslavia negli anni Novanta. L’impegno è lo stesso di allora così come il timore di non riuscire ad accontentare le richieste di tutti. “Stamattina una signora ucraina di Como ci ha implorato di andare a prendere la madre con la figlia disabile di 18 anni.” – dice Lucisano – “E’ disperata perché l’ambasciata non le risponde e loro abitano vicino alla centrale nucleare diZaporizhzhia”.

Il Cisom sta ricevendo decine di richieste per trasferimenti e accoglienza  tramite intermediari o in chat dai gruppi di contatto in Ucraina. L’accoglienza impone a tutti di ripensare spazi e logistica per garantire i corridoi umanitari in poco tempo. In Italia, comuni, protezione civile e associazioni caritatevoli sono al lavoro per rispondere all’emergenza profughi ma la rete non è ancora capillare sul territorio. Alcune parrocchie ad esempio non hanno ancora dato la loro disponibilità. Più il conflitto sarà lungo, più civili saranno costretti a lasciare il paese e sempre più l’accoglienza si misurerà su vasta scala. Bisognerà farsi trovare pronti il più possibile.