La popart di JOEPALLA arriva a Vedano con il Parking Art: arte e decoro urbano

in Largo Vittime del Dovere dove dal 2017 sorge Casa Francesco: una struttura polivalente per i servizi sociali alle persone più fragili.
Vedano. “Bella è la vita. Bella è la malattia che porta alla guarigione. Bella è la morte che segna la fine dell’esperienza umana sulla terra; la bella terra. Bella è l’audacia del coraggioso e bella è la codardia del vile. Bella è la gloria di dio giudicante, ferma e generosa. Bella è la madre che genera ispirata dalla natura che tutto rigenera ogni anno, secolo dopo secolo, instancabilmente. Bella è l’energia solare bilanciata dalla bella luna che da sempre ispira il poeta e guidati dalle belle parole del sommo: ‘m’illumino d’immenso per tornar a riveder le stelle’.”
“Bella” è la scritta – o meglio – un’opera d’arte che da oggi, lunedì 28 marzo, si può leggere e ammirare mentre si parcheggia la macchina a Vedano al Lambro, in Largo Vittime del Dovere dove dal 2017 sorge Casa Francesco: una struttura polivalente per i servizi sociali alle persone più fragili.

La pop art di Joepalla arriva a Vedano al Lambro
Il personaggio di JOEPALLA è un pesce palla giallo viene creato nel 2004 dall’artista Umberto Voxci, classe ’78, monzese nato in Nigeria. Un vero e proprio marchio di fabbrica della pop art dell’artista, che ora tutti possono ammirare a Vedano al Lambro: arte gratuita, arte per tutti, arte pubblica. Anzi, PUBLIK ART. Questo infatti il nome del progetto ideato dall’associazione monzese Streetartpiù: nata nel lontano 2011 grazie all’incontro tra Felice Terrabuio, architetto e curatore di mostre, e Roberto Spadea, imprenditore con spiccati interessi artistici per l’architettura e l’arte astratta, a cui si aggiunsero Stefano Paolo Giussani, giornalista e autore di documentari e altri professionisti. Obiettivo, la ricerca di nuovi talenti tra le generazioni più giovani, offrendo loro l’opportunità di esprimere il proprio io artistico.

Durante i mesi Covid, a musei chiusi, portarono l’arte tra le persone grazie ad installazioni e manifesti che permisero alla città di Monza e diversi comuni in Brianza di trovare un pizzico di colore in mesi contraddistinti da paura e incertezza, attirando l’attenzione anche della stampa nazionale.
“La magia di una apparizione inattesa sotto forma di opere d’arte in città, una azione di disseminazione di pensieri visivi nella quotidianità dello spazio urbano, arte diffusa offerta allo sguardo di passaggio – fanno sapere dall’Associazione – Arte libera, fruibile, diffusa e democratica, arte nelle strade. La pratica dell’arte contemporanea implica un dispositivo filosofico fondato sull’interrogazione, dove il valore dell’opera non dipende solo dall’oggetto concreto in sé, quanto dalla relazione che è in grado di stabilire con un pubblico spiazzato da una collocazione decontestualizzata. Ciò, a maggior ragione, quando avviene non più nello spazio delimitato del museo, ma in quello dello spazio pubblico dove si manifesta senza annunciarsi. L’opera consiste nell’offrire alla città il privilegio di concedersi istanti di libera contemplazione oltre la concreta funzione”

A Vedano la prima assoluta di Parking Art
“Le strisce delle aree di sosta come cornici da riempire con l’arte. L’ultima evoluzione della street art in una declinazione civica, una virtuosa sinergia tra pubbliche amministrazioni e nuovi linguaggi artistici di Urban Art. Una azione diffusa di metamorfosi estetica urbana dove il grigio inerte dell’asfalto, la monotonia e l’anonimato viene rivitalizzato dalla fantasia – si legge – Il progetto si articola nel riservare piccole aree simboliche come i posteggi auto ad opera d’arte. Un cartello stradale dedicato modificato in Parkart, indicherà che l’area di sosta è riservata ad un’opera d’arte. Una azione artistica di impronta situazionista in grado di veicolare un messaggio civico e culturale di valorizzazione dello spazio dell’arte”

E poi: “La metafora dell’arte come luogo di sosta contemplativa. La promozione di un bene comune come l’arte attraverso la delimitazione di porzioni di suolo pubblico come spazio riservato, come luogo dedicato esclusivamente alla creatività dal basso, ground-zero, direttamente scaturente dal suolo. Il non-luogo più anonimo e monotono, l’area delimitata dalle strisce del parcheggio, si trasforma così in un luogo caldo di comunicazione sociale – continua Raschetti – Una strategia di comunicazione originale e mediaticamente vincente per mostrare attenzione al valore costituzionale del patrimonio artistico. La testimonianza di una apertura ad un idea di arte diffusa disseminata negli spazi urbani più inconsueti. Una testimonianza di attenzione delle pubbliche amministrazioni verso l’arte diffusa dedicando porzioni simboliche di suolo pubblico e riservandolo alla funzione sociale di promuovere l’arte con aree protette delimitate. Una azione per sensibilizzare il carattere imprevedibile dell’arte contemporanea come dono di bellezza, occasione di pensiero e socialità, attenzione alla qualità della vita.”
