Fabrizio Cortesi candidato Europa Verde: “Noi siamo la terza via, per una conversione economica dell’ecologia”

L’ingegnere delle telecomunicazioni, al suo debutto in politica, ha presentato ufficialmente il programma insieme ad alcuni dei venti candidati in lista. Sostenibilità, equità e solidarietà i punti cardine del progetto politico per una Lissone più green
Lissone. Si è presentato al pubblico Fabrizio Cortesi, candidato sindaco per la lista indipendente Europa Verde. 51 anni, ingegnere delle telecomunicazioni, Cortesi è al debutto in politica ma ha le idee chiare sulla Lissone che è stata e sulla città che potrebbe (e dovrebbe) diventare. “Vogliamo che gli elettori sappiano che a giugno possono scegliere una terza via: non necessariamente destra o sinistra, ma una formazione politica che continuerà a dialogare anche con chi verrà democraticamente eletto, aperta alle alleanze sui temi cardine del programma”, spiega.
Una squadra di venti candidati
In lista con lui venti candidati, la metà dei quali non residenti a Lissone. “Qualcuno ha sollevato qualche critica in merito al fatto che i nostri candidati non siano tutti lissonesi doc. Eppure erano proprio lissonesi da generazioni quei politici che negli ultimi vent’anni hanno distrutto e cementificato la nostra città. Forse allora è il caso di cambiare e dialogare anche con chi non vive e non è nato qui, ma che proprio per questo può avere uno sguardo più distaccato”.
I punti del programma
Tre i cardini su cui si fonda il programma messo a punto: sostenibilità, equità e solidarietà. “Oggi la nostra città è insostenibile – continua Cortesi – forse ricca e benestante ma abbiamo smarrito il ben – essere, la cura della qualità della vita che non si calcola in base al profitto. Ciò che manca alla classe politica che ha amministrato negli ultimi decenni è la cura della casa comune”, spiega citando l’enciclica “Laudato sì” del 2015 di papa Francesco.
“La politica locale non vuole ecologisti in lista”
Nessuna alleanza ufficializzata con altre forze politiche. «Non siamo noi a non voler collaborare – precisa – ma sono le nostre proposte che sono state escluse dalla politica locale».
Le proposte in concreto
Il programma presentato è lungo e ambizioso, “ma non è un libro dei sogni”. Tra le proposte in campo c’è la conversione economica dell’ecologia, il reset del Piano di governo del territorio, lo stop assoluto al consumo di suolo: “non consumo zero ma ritorno del verde dove ora c’è cemento, come nel parcheggio della stazione, un’isola torrida di calore durante l’estate che vogliamo ripopolare di terra e alberi”. E poi ancora il riuso e l’efficientamento degli edifici, la ridefinizione di mobilità sostenibile – “non più auto elettriche ma meno auto in giro” – e l’inserimento del bilancio del carbonio e il costo dell’utilizzo del suolo nel bilancio comunale.
Una proposta decisamente rivoluzionaria è quella che riguarda il ritorno (dove sarà possibile in una città che è tra le più cementificate d’Italia) dell’agricoltura. “Al pratone, per esempio, dove è assurdo costruire una palazzina e tantomeno realizzare impianti sportivi. Vogliamo che venga lasciato così com’è a costo zero. Qui potrebbero sorgere degli orti naturali”.
Tra i temi emersi anche la proposta della tariffazione puntuale dei rifiuti – “non serve differenziare di più, occorre produrre meno rifiuti” – e quello di creare l’assessorato al ben – essere equo e sostenibile.
“Riporteremo la natura, gli animali, le api, gli orti e i boschi in città – assicura il candidato sindaco – vogliamo che Lissone torni ad essere una città bella e desiderabile in centro e nei quartieri periferici”.