Grande opera

Pedemontana procede al buio: nuovo intervento dei sindaci del Vimercatese per la tratta D

Inviata un'altra lettera ai vertici di Regione e società autostradali per un confronto sulle 3 nuove ipotesi del tratto finale dell'autostrada

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La prima versione della tratta "D" nel Vimercatese che non verrà più realizzata: al suo posto sono allo studio altri 3 tracciati mai comunicati

Pedemontana procede al buio, con l’intera area della Brianza Est lasciata allo scuro sul futuro dell’autostrada pensata 40 anni fa per collegare in modo diretto l’A4 dopo Bergamo con Malpensa. E ancora una volta quasi tutti i sindaci del Vimercatese hanno alzato la voce contro il Pirellone per avere informazioni chiare e un confronto alla luce del sole sull’opera che rischia di stravolgere irrimediabilmente il territorio.

Martedì 5 aprile 14 sindaci interessati dalla tratta D del progetto – l’ultima parte dell’autostrada prevista tra la tangenziale est a Vimercate e la A4 – si sono riuniti a Vimercate e hanno sottoscritto una lettera indirizzata al presidente lombardo, Attilio Fontana, all’assessora regionale alle Infrastrutture, Claudia Maria Terzi, e ai vertici delle società autostradali lombarde e di Pedemontana spa, oltre che al presidente della Provincia di Monza e Brianza, Luca Santambrogio.

E dopo una comunicazione simile già inviata il 22 novembre scorso (allora firmata da 17 sindaci brianzoli) viene espressa nuovamente “preoccupazione  per la mancanza di definizione delle modalità con le quali si intende completare l’infrastruttura” che lascia il territorio in “ostaggio di un progetto approvato con legge obiettivo e quindi definitivo, ma che nello stesso tempo viene messo in discussione dagli enti preposti con scelte alternative”.

Quindi dai Comuni di Agrate, Arcore, Bellusco, Bernareggio, Busnago, Caponago, Carnate, Cavenago, Cornate, Ornago, Ronco Briantino, Sulbiate, Usmate Velate e Vimercate viene chiesto “con ancora maggiore forza l’apertura di un intenso e serio tavolo di confronto – anche attraverso il ruolo e le funzioni della presidenza della Provincia – per condividere la riprogettazione complessiva dell’opera e, vista l’estrema importanza e l’urgenza, auspicano la prima convocazione con tutte le parti in indirizzo nel più breve tempo possibile”.

La questione di aggrava col tempo perché mentre sul territorio interessato dalle prossime tratte di Pedemontana nessuno sa nulla, al Pirellone e nei vertici delle società autostradali l’opera va avanti. Come ha avuto modo di aggiornare lo scorso 18 febbraio il presidente della provincia Santambrogio, incaricato dall’assemblea dei sindaci brianzoli di fare da referente con la Regione, quando ha comunicato che la tratta D non verrà più realizzata nella forma originariamente progettata ma che sono allo studio tre diverse opzioni di nuovo tracciato per la cosiddetta “D breve”, senza però dare dettagli ulteriori a riguardo.

“Già prima era urgente un confronto con il territorio sulla tratta D – ha commentato dopo l’incontro Francesco Cereda, sindaco di Vimercate – mentre ora lo è ancora di più perché scopriamo che sono spuntate pure 3 diverse ipotesi di tracciato di cui non si sa nulla. Bisogna sentire subito la Regione e chi sta facendo i progetti mentre invece la realtà è che da un lato si riempiono la bocca con il dialogo con il territorio, ma poi nel concreto non dicono nulla e siamo allo scuro di tutto”.

Anche dopo i numerosi solleciti inviati nei mesi scorsi e  l’assemblea di febbraio in Provincia dei 55 sindaci brianzoli che aveva dato mandato al presidente Santambrogio di farsi promotore del dialogo “non si è saputo più nulla e mai si è presentato qualcuno di Regione o Pedemontana”, rimarca Cereda.

E il problema non riguarda solo il futuro dell’ultimo tratto dell’autostrada brianzola, ma anche quello della tratta C già finanziato e che terminerebbe nella tangenziale est tra Vimercate e Usmate. “Non si può ragionare così, a comparti stagni, di un’opera che ha un impatto così forte sul territorio – aggiunge il sindaco di Vimercate – Perché anche la tratta C dovrà cambiare in funzione di cosa si decide per la tratta D: dovrà essere diversa la parte finale della “C” se la “D” non si fa, oppure se la “D” va da un’altra parte rispetto a quanto previsto mentre si progettava la “C”. Oppure, con anche il fatto che la“D” non è ancora finanziata, c’è il rischio di restare poi con il troncone di autostrada della “C” incompleto a tempo indeterminato in attesa di futuri finanziamenti. Così non si può andare avanti – conclude Cereda – serve un ragionamento unitario sull’opera e un vero confronto con i territori interessati”.

 

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